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Estinzione del giudizio: la Cassazione decide

Una società contesta una cartella IVA, e dopo vari gradi di giudizio, la Cassazione dichiara estinto il procedimento a seguito di una richiesta di definizione agevolata. L’Agenzia delle Entrate chiede la revocazione di tale ordinanza, ma in seguito annulla il proprio diniego alla definizione e chiede essa stessa la cessazione della materia del contendere. La Corte accoglie la richiesta, confermando l’estinzione del giudizio di revocazione e compensando le spese.

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Pubblicato il 13 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Estinzione del giudizio per cessata materia del contendere: un caso pratico

L’ordinanza della Corte di Cassazione in esame offre un chiaro esempio di come una controversia tributaria possa concludersi con l’estinzione del giudizio per “cessata materia del contendere”. Questo avviene quando, nel corso del processo, vengono meno le ragioni stesse del contendere, rendendo superflua una pronuncia del giudice. Analizziamo i dettagli di una vicenda processuale complessa, risolta da un cambio di posizione della stessa Amministrazione Finanziaria.

I Fatti: La Vicenda Processuale

Tutto ha origine da una cartella di pagamento per IVA relativa all’anno 2009, con cui l’Ufficio contestava un credito d’imposta a una società. La società impugnava l’atto, ma il ricorso veniva rigettato in primo grado. Successivamente, la Commissione Tributaria Regionale accoglieva l’appello della società.

Contro questa decisione, l’Agenzia delle Entrate proponeva ricorso per Cassazione. Durante il giudizio, i contribuenti (ex rappresentante legale ed ex socio unico della società, nel frattempo cessata) presentavano istanza di definizione agevolata della lite, ai sensi delle normative vigenti. L’Agenzia, in un primo momento, rigettava tale istanza.

Il Contenzioso e la prima estinzione del giudizio

Nonostante il diniego iniziale dell’Agenzia, i contribuenti presentavano una successiva istanza basata su una nuova legge di sanatoria. Sulla base di questa seconda richiesta, la Corte di Cassazione, con una precedente ordinanza, dichiarava estinto il giudizio. L’Amministrazione Finanziaria, ritenendo errata tale decisione poiché fondata su una definizione agevolata che essa stessa aveva negato, chiedeva la revocazione dell’ordinanza di estinzione.

La Revocazione e il Colpo di Scena

Si apriva così un nuovo procedimento, questa volta finalizzato a decidere sulla richiesta di revocazione dell’Agenzia. Tuttavia, nelle more di questo nuovo giudizio, accadeva un fatto decisivo: a seguito di un’istanza di riesame presentata dai contribuenti, l’Agenzia delle Entrate annullava il proprio precedente diniego e regolarizzava la domanda di definizione agevolata. Di conseguenza, la stessa Amministrazione Finanziaria, con una nuova istanza, chiedeva alla Corte di dichiarare cessata la materia del contendere, venendo meno il suo interesse a proseguire con la revocazione.

Le motivazioni

La Corte di Cassazione ha accolto la richiesta dell’Agenzia delle Entrate. La motivazione è lineare e logica: una volta che l’Amministrazione Finanziaria ha annullato il proprio provvedimento di diniego e ha accettato la definizione agevolata, è venuto meno il suo stesso interesse a ottenere la revocazione della precedente ordinanza di estinzione. La base su cui si fondava l’impugnazione per revocazione (ovvero, l’erronea estinzione basata su una definizione negata) non esisteva più. La lite, quindi, non aveva più ragione di esistere.

Le conclusioni

La Corte ha dichiarato cessata la materia del contendere, ponendo fine al giudizio di revocazione. Una decisione che evidenzia come gli sviluppi extra-processuali, come l’accoglimento in autotutela di un’istanza da parte dell’Amministrazione, possano avere un impatto diretto e risolutivo sul processo pendente. La Corte ha inoltre disposto la compensazione delle spese di lite, ritenendo che la particolare evoluzione della vicenda giustificasse che ciascuna parte si facesse carico delle proprie spese legali.

Quando si verifica la “cessata materia del contendere” in un processo tributario?
Si verifica quando viene meno l’interesse delle parti a ottenere una decisione dal giudice. Nel caso specifico, l’interesse dell’Agenzia delle Entrate a revocare l’ordinanza di estinzione è cessato nel momento in cui ha annullato il proprio diniego e accettato la definizione agevolata della lite.

Cosa succede se l’Amministrazione Finanziaria annulla un proprio atto di diniego mentre è in corso un giudizio?
L’annullamento in autotutela di un atto impugnato o di un atto presupposto alla lite può portare all’estinzione del giudizio per cessata materia del contendere, poiché elimina l’oggetto stesso della controversia.

Come vengono regolate le spese legali in caso di estinzione del giudizio per questa causa?
In questo caso, la Corte di Cassazione ha deciso di compensare le spese di lite. Ciò significa che ogni parte ha sostenuto i propri costi legali, senza che una dovesse rimborsare l’altra, in considerazione della particolare dinamica processuale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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