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Estinzione del giudizio: la Cassazione chiarisce

La Corte di Cassazione ha dichiarato l’estinzione del giudizio in una controversia fiscale pluriennale. Una società, dopo aver impugnato diversi avvisi di accertamento e percorso tutti i gradi di giudizio, ha presentato un’istanza per cessazione della materia del contendere ai sensi del D.L. n. 119/2018, avendo saldato il debito tributario. La Corte, rilevando il pagamento e la mancata richiesta di trattazione da parte di entrambe le parti entro il termine previsto, ha dichiarato estinto il processo, con spese a carico di chi le ha anticipate.

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Pubblicato il 4 dicembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Estinzione del Giudizio Tributario: Quando il Contenzioso Finisce

L’estinzione del giudizio rappresenta una delle modalità con cui una controversia legale può concludersi senza una decisione sul merito della questione. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione offre un chiaro esempio di come questo possa avvenire in ambito tributario, specificamente a seguito della cosiddetta “pace fiscale”. Analizziamo come un lungo contenzioso tra una società e l’Agenzia delle Entrate si è concluso grazie all’applicazione di una normativa speciale.

I Fatti del Caso

La vicenda ha origine nel lontano 1990, quando l’Amministrazione Finanziaria notificò a una società una serie di avvisi di accertamento relativi a ritenute su redditi da lavoro dipendente, Irpeg e Ilor. La società impugnò tali atti dinanzi alla Commissione Tributaria di primo grado, che decise di riunire i ricorsi in due distinti processi.

Il percorso giudiziario è stato lungo e articolato:
1. Primo Grado: La Commissione Tributaria di Lodi si pronunciò rideterminando il reddito d’impresa ma confermando le sanzioni pecuniarie.
2. Secondo Grado: Sia la società che l’Ufficio fiscale proposero appello. La Commissione Tributaria di secondo grado di Milano confermò integralmente la decisione precedente.
3. Appello Successivo: La società impugnò la sentenza di secondo grado dinanzi alla Commissione Tributaria Centrale, la quale confermò nuovamente le decisioni dei giudici precedenti.

Infine, ritenendo che l’ultima decisione fosse stata adottata senza garantirle un’adeguata partecipazione al processo, la società propose ricorso per cassazione.

La Svolta: Istanza per l’Estinzione del Giudizio

Il punto di svolta non è arrivato da una decisione sul merito dei motivi del ricorso, ma da un’azione della contribuente. Nel marzo 2022, la società ha depositato un’istanza per l’estinzione del giudizio ai sensi dell’art. 3 del D.L. n. 119 del 2018, una norma introdotta per definire le liti pendenti.

La società ha dimostrato di aver corrisposto integralmente l’importo liquidato dall’Agenzia delle Entrate, adempiendo così alla condizione prevista dalla legge per la chiusura della controversia. Inoltre, un altro fattore determinante è stato che nessuna delle parti in causa aveva richiesto la trattazione del processo entro il termine ultimo del 31 dicembre 2020, come previsto dalla normativa.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione, presa visione dell’istanza e della documentazione, ha accolto la richiesta della contribuente. Le motivazioni della decisione sono lineari e si basano su due elementi fattuali e giuridici incontestabili:
1. Adesione alla Definizione Agevolata: La contribuente ha utilizzato uno strumento legislativo specifico (il D.L. n. 119/2018) che permetteva di chiudere le liti fiscali pendenti attraverso il pagamento di quanto dovuto.
2. Mancanza di Interesse alla Prosecuzione: Il fatto che nessuna delle parti abbia chiesto di procedere con la discussione del ricorso entro i termini stabiliti è stato interpretato come una tacita conferma della volontà di porre fine al contenzioso.

Di conseguenza, venendo meno l’oggetto stesso del contendere, la Corte non ha potuto fare altro che dichiarare l’estinzione dell’intero giudizio. Per quanto riguarda le spese processuali, la Corte ha stabilito che ciascuna parte dovesse sostenere quelle da essa anticipate, come tipicamente avviene in questi casi di cessazione della materia del contendere.

Conclusioni

Questa ordinanza evidenzia l’efficacia degli strumenti di definizione agevolata delle liti, spesso definiti “pace fiscale”. Essi consentono a contribuenti e Amministrazione Finanziaria di chiudere contenziosi che si trascinano da anni, talvolta decenni, evitando i tempi e i costi di ulteriori gradi di giudizio. La decisione della Cassazione conferma che, una volta soddisfatti i requisiti previsti dalla legge, come il pagamento dell’importo e il rispetto delle scadenze procedurali, l’estinzione del giudizio diventa un esito obbligato, sancendo la fine definitiva della controversia.

Cosa ha causato l’estinzione del giudizio in questo caso?
L’estinzione è stata causata dalla presentazione da parte della società contribuente di un’istanza per cessazione della materia del contendere, supportata dal pagamento dell’importo dovuto all’Agenzia delle Entrate e dalla mancata richiesta di trattazione del processo da parte di entrambe le parti entro il termine previsto dalla legge.

Quale normativa specifica è stata applicata per chiudere la lite?
È stato applicato l’articolo 3 del decreto-legge n. 119 del 2018, che prevedeva una procedura di definizione agevolata per le controversie tributarie pendenti.

Chi ha sostenuto le spese legali del processo?
La Corte di Cassazione ha deciso che le spese legali restassero a carico delle parti che le avevano anticipate, come di consueto nei casi di estinzione del giudizio per cessazione della materia del contendere.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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