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Estinzione del giudizio: accordo e spese compensate

Una società concessionaria ha impugnato un avviso di accertamento relativo all’imposta regionale su concessioni demaniali. Dopo aver perso nei primi due gradi di giudizio, ha proposto ricorso in Cassazione. Durante il procedimento, le parti hanno raggiunto un accordo transattivo, portando la Corte a dichiarare l’estinzione del giudizio per cessazione della materia del contendere. La decisione ha comportato la compensazione delle spese legali e ha escluso l’obbligo di versare un ulteriore contributo unificato, data la natura non sanzionatoria della pronuncia.

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Pubblicato il 5 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Estinzione del Giudizio per Accordo: La Cassazione Chiarisce su Spese e Contributo Unificato

L’estinzione del giudizio rappresenta una delle possibili conclusioni di un contenzioso legale, spesso preferibile a una lunga e incerta battaglia in tribunale. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha offerto importanti chiarimenti sugli effetti di un accordo transattivo raggiunto tra le parti durante il giudizio di legittimità, in particolare riguardo alla compensazione delle spese legali e all’inapplicabilità di ulteriori oneri a carico del contribuente.

I Fatti del Contenzioso Tributario

La vicenda trae origine da un avviso di accertamento notificato da un Ente regionale a una società titolare di concessioni demaniali. La pretesa tributaria riguardava il pagamento dell’imposta regionale sulle concessioni statali per l’anno d’imposta 2012, comprensiva di sanzioni.

La società contribuente ha impugnato l’atto impositivo, ma il suo ricorso è stato respinto sia dalla Commissione Tributaria Provinciale sia, in appello, dalla Commissione Tributaria Regionale. Non dandosi per vinta, l’azienda ha proposto ricorso per Cassazione, affidandosi a tre specifici motivi di diritto per contestare la sentenza di secondo grado.

L’Accordo e l’Estinzione del Giudizio in Cassazione

Durante la pendenza del giudizio di legittimità, è intervenuto un fatto nuovo e decisivo: le parti hanno sottoscritto un accordo transattivo. La difesa dell’Ente regionale ha comunicato alla Corte l’avvenuta transazione, producendo la documentazione attestante il pagamento a saldo da parte della società. Di conseguenza, l’Ente ha richiesto alla Corte di dichiarare la cessazione della materia del contendere.

Preso atto dell’accordo, la Corte di Cassazione ha agito in conformità, dichiarando formalmente l’estinzione del giudizio. Questa decisione ha posto fine alla controversia in modo definitivo, senza entrare nel merito dei motivi di ricorso presentati dalla società.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha basato la sua decisione sulla constatazione dell’avvenuto accordo tra contribuente e amministrazione, che ha fatto venir meno l’oggetto stesso della lite. Di conseguenza, il processo non aveva più ragione di proseguire.

Un punto cruciale dell’ordinanza riguarda le conseguenze accessorie di tale declaratoria. In primo luogo, la Corte ha disposto l’integrale compensazione delle spese legali di questa fase del giudizio, una prassi comune quando la lite si conclude per mutuo accordo.

In secondo luogo, e di notevole importanza pratica, i giudici hanno chiarito che non ricorrevano i presupposti per il versamento di un ulteriore importo a titolo di contributo unificato, come previsto dall’art. 13, comma 1-quater, del d.P.R. n. 115/2002. Tale norma impone un pagamento aggiuntivo in caso di ricorso respinto, inammissibile o improcedibile. La Corte ha sottolineato che una pronuncia di estinzione del giudizio non rientra in nessuna di queste categorie. La norma sul “doppio contributo” ha una natura sostanzialmente sanzionatoria e, come tale, deve essere interpretata in modo restrittivo, applicandola solo ai casi espressamente previsti. Poiché il giudizio si è estinto per una causa esterna (l’accordo) e non per un esito negativo del ricorso, non vi era alcun fondamento per applicare tale onere aggiuntivo.

Conclusioni

Questa ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce l’importanza e l’efficacia degli accordi transattivi come strumento di risoluzione delle controversie, anche quando queste sono giunte al massimo grado di giudizio. La decisione conferma che l’estinzione del giudizio per cessata materia del contendere rappresenta un esito neutro, che non può essere equiparato a una soccombenza. L’esclusione dell’obbligo di versamento del doppio contributo unificato offre una garanzia importante per le parti che scelgono la via conciliativa, incentivando la risoluzione consensuale delle liti ed evitando di gravare il contribuente di costi impropri una volta raggiunto un accordo con l’amministrazione finanziaria.

Cosa accade a un processo se le parti raggiungono un accordo?
Il processo si conclude con una declaratoria di estinzione del giudizio per cessazione della materia del contendere. La Corte prende atto dell’accordo e chiude formalmente il procedimento senza decidere nel merito della questione.

In caso di estinzione del giudizio per accordo, la parte che ha fatto ricorso deve pagare un contributo unificato aggiuntivo?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che l’obbligo di versare un ulteriore importo a titolo di contributo unificato si applica solo in caso di rigetto, inammissibilità o improcedibilità del ricorso, non in caso di estinzione del giudizio dovuta a un accordo tra le parti.

Come vengono gestite le spese legali in caso di estinzione del giudizio per accordo?
In questa circostanza, la Corte ha disposto l’integrale compensazione delle spese legali. Ciò significa che ciascuna parte si fa carico delle proprie spese sostenute per il giudizio di Cassazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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