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Estinzione contenzioso tributario: la Cassazione decide

Una società, dopo aver impugnato in Cassazione una sentenza sfavorevole relativa ad avvisi di accertamento IVA, ha aderito a una procedura di definizione agevolata della lite. Di conseguenza, ha rinunciato al ricorso. La Corte di Cassazione, applicando le nuove norme procedurali che semplificano la rinuncia, ha dichiarato l’estinzione del contenzioso tributario e ha compensato le spese legali tra le parti, in conformità con quanto previsto dalla legge sulla definizione agevolata.

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Pubblicato il 17 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Estinzione Contenzioso Tributario: Come la Definizione Agevolata Chiude la Lite

L’adesione a una procedura di definizione agevolata può rappresentare la via d’uscita da una lunga e complessa controversia con il Fisco. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha confermato come questa scelta porti alla definitiva estinzione del contenzioso tributario, con precise conseguenze anche sulle spese legali. Analizziamo insieme questo caso per comprendere il meccanismo e le sue implicazioni pratiche.

I Fatti del Caso: Dal Recupero IVA al Ricorso in Cassazione

Una società operante nel settore degli impianti si è vista notificare alcuni avvisi di accertamento per il recupero dell’IVA relativa agli anni 2009 e 2010. La società ha impugnato tali atti, ma il suo ricorso è stato respinto sia in primo grado dalla Commissione Tributaria Provinciale sia in appello dalla Commissione Tributaria Regionale.

Determinata a far valere le proprie ragioni, l’azienda ha proposto ricorso per cassazione, portando la controversia davanti alla Suprema Corte.

La Svolta: L’Adesione alla Procedura Agevolata

Mentre il giudizio di legittimità era ancora in corso, la società ha presentato un’istanza con cui comunicava di essersi avvalsa della procedura agevolativa prevista dall’art. 11 del D.L. 50/2017. Questa normativa permette ai contribuenti di definire le liti pendenti con il Fisco a condizioni vantaggiose, al fine di estinguere il contenzioso.

Nella stessa istanza, i difensori della società, muniti di apposita procura, hanno dichiarato di rinunciare al ricorso, evidenziando il venir meno dell’interesse a proseguire il procedimento a seguito dell’adesione alla sanatoria.

L’Estinzione del Contenzioso Tributario Secondo la Corte

La Corte di Cassazione ha preso atto della volontà della società ricorrente e ha proceduto a dichiarare l’estinzione del giudizio. La decisione si basa sull’applicazione delle norme del codice di procedura civile che disciplinano la rinuncia agli atti, tenendo conto delle recenti riforme legislative.

La Corte ha sottolineato come, in base all’attuale formulazione dell’art. 390 del codice di procedura civile, la rinuncia al ricorso non richieda più né la notifica alla controparte né il visto del suo difensore, rendendo il processo di chiusura della lite più snello ed efficace.

Le Motivazioni

La decisione della Suprema Corte si fonda su una concatenazione logica di elementi procedurali e sostanziali. In primo luogo, l’istanza con cui la ricorrente ha dichiarato di aver aderito alla definizione agevolata della lite costituisce il presupposto fondamentale. In secondo luogo, la conseguente dichiarazione di rinuncia al ricorso da parte dei difensori, autorizzati a farlo, ha innescato il meccanismo previsto dall’art. 391 c.p.c. per l’estinzione. La Corte ha inoltre specificato che la normativa sulla definizione agevolata stessa (art. 11, comma 10 del D.L. 50/2017) prevede espressamente la compensazione delle spese legali, stabilendo che i costi del processo restino a carico della parte che li ha anticipati. Pertanto, la Corte non ha fatto altro che applicare la legge, dichiarando il giudizio estinto e le spese compensate.

Le Conclusioni

Questa ordinanza offre due importanti spunti di riflessione per contribuenti e professionisti. Innanzitutto, conferma l’efficacia delle procedure di definizione agevolata come strumento per porre fine in modo definitivo al contenzioso tributario, anche quando questo è giunto al suo grado più alto. In secondo luogo, evidenzia gli effetti delle recenti riforme processuali, che hanno semplificato l’iter per la rinuncia al ricorso in Cassazione. La decisione sulla compensazione delle spese legali, inoltre, rafforza il principio secondo cui, in caso di adesione a una sanatoria, non vi è un vincitore o un vinto, ma una risoluzione concordata della lite in cui ogni parte sostiene i propri costi legali.

Cosa succede a un processo tributario se il contribuente aderisce a una definizione agevolata?
Se il contribuente aderisce a una procedura agevolata per estinguere il debito tributario e successivamente rinuncia al ricorso, il giudice dichiara l’estinzione del contenzioso tributario, chiudendo definitivamente la causa.

È necessario che la controparte accetti la rinuncia al ricorso in Cassazione?
No. Secondo la disciplina attuale (art. 390 c.p.c. come modificato dalle recenti riforme), per la rinuncia al ricorso non è più richiesta la notificazione alla controparte né il visto del suo difensore, semplificando la procedura di chiusura del giudizio.

Chi paga le spese legali in caso di estinzione del giudizio per definizione agevolata?
Le spese legali vengono compensate. Ciò significa che ogni parte sostiene i costi che ha anticipato, come previsto specificamente dalla normativa sulla definizione agevolata della lite (in questo caso, l’art. 11, comma 10 del D.L. 50/2017).

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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