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Esenzioni fiscali enti locali: la nuova disciplina

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 14918/2024, ha stabilito che le esenzioni fiscali per gli enti locali, previste dall’art. 118 del Testo Unico Enti Locali (TUEL), sono state abrogate dalla normativa successiva che ha soppresso in via generale le agevolazioni tributarie. Il caso riguardava il trasferimento di un immobile da un Comune a una sua Azienda Speciale. La Corte ha chiarito che il principio ‘lex posterior derogat priori’ prevale, rendendo la successiva legge di soppressione efficace anche sulla normativa speciale del TUEL, e pertanto il trasferimento è soggetto a imposta di registro.

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Pubblicato il 19 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Esenzioni Fiscali Enti Locali: la Cassazione Conferma la Soppressione Generale

Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 14918 del 28 maggio 2024, ha gettato luce definitiva sulla questione delle esenzioni fiscali per gli enti locali, in particolare quelle relative ai trasferimenti di immobili. La Corte ha stabilito che la norma generale che ha soppresso la maggior parte delle agevolazioni tributarie nel 2013 ha abrogato anche la specifica esenzione prevista dal Testo Unico degli Enti Locali (TUEL) per i trasferimenti di beni a favore di aziende speciali. Vediamo nel dettaglio la vicenda e le importanti conclusioni dei giudici.

Il caso: trasferimento immobiliare e richiesta di rimborso

La controversia nasce dalla richiesta di rimborso dell’imposta di registro, versata da un’Azienda Speciale di un Comune a seguito del conferimento di un complesso di edifici da parte dell’ente locale. L’Azienda Speciale sosteneva che tale operazione dovesse beneficiare dell’esenzione totale prevista dall’art. 118 del D.Lgs. 267/2000 (TUEL), una norma concepita per agevolare il passaggio di beni destinati alla gestione di servizi pubblici.

L’Amministrazione Finanziaria aveva negato il rimborso, ritenendo che tale esenzione fosse stata implicitamente abrogata da una legge successiva, la L. n. 147/2013 (Legge di Stabilità 2014), che aveva disposto la soppressione di tutte le esenzioni e agevolazioni fiscali in materia di imposta di registro, salvo poche eccezioni espressamente elencate.

I giudici di primo e secondo grado avevano dato ragione all’Azienda Speciale, sostenendo che la norma del TUEL avesse una natura speciale e non potesse essere superata da una disposizione abrogativa generica. La Commissione Tributaria Regionale, in particolare, aveva argomentato che il trasferimento, avvenendo in un contesto di in-house providing, fosse meramente formale e che la norma del TUEL, legata all’autonomia degli enti locali, richiedesse una modifica espressa per essere abrogata.

Le esenzioni fiscali enti locali di fronte alla legge successiva

L’Amministrazione Finanziaria ha presentato ricorso in Cassazione, basandosi su un unico motivo: la violazione e falsa applicazione dell’art. 10 del D.Lgs. 23/2011, come modificato dalla L. 147/2013. Secondo l’Agenzia, questa norma successiva aveva chiaramente e inequivocabilmente eliminato l’esenzione prevista dall’art. 118 TUEL.

La questione centrale, quindi, era stabilire se una legge successiva, con una portata generale, potesse abrogare una norma precedente e specifica, contenuta in un testo unico dedicato all’ordinamento degli enti locali.

La prevalenza della norma successiva

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’Amministrazione Finanziaria, ribaltando le decisioni dei gradi precedenti. Il ragionamento della Corte si basa su principi fondamentali dell’interpretazione giuridica, in particolare quello cronologico.

Le motivazioni della Corte

I giudici supremi hanno smontato la tesi della corte d’appello, chiarendo innanzitutto che il riferimento all’ in-house providing non costituiva una ratio decidendi autonoma, ma era solo un argomento a sostegno dell’applicazione dell’esenzione prevista dall’art. 118 TUEL. Di conseguenza, una volta stabilito se tale articolo fosse stato abrogato, l’intera costruzione logica dei giudici di merito sarebbe crollata.

La Corte ha applicato il brocardo latino “lex posterior derogat priori”, secondo cui la legge successiva abroga quella precedente. La L. n. 147/2013 è successiva al TUEL (del 2000) e ha espressamente previsto la soppressione di “tutte le esenzioni e le agevolazioni tributarie, anche se previste in leggi speciali”.

Questa formulazione, secondo la Cassazione, è sufficientemente chiara e onnicomprensiva da non lasciare spazio a dubbi: il legislatore del 2013 ha inteso fare ‘tabula rasa’ delle agevolazioni esistenti, mantenendo in vita solo quelle esplicitamente salvate. L’esenzione dell’art. 118 TUEL non rientrava tra queste.

Inoltre, la Corte ha respinto l’idea che il TUEL godesse di una sorta di ‘riserva’ che lo rendesse immune da abrogazioni non esplicite. Sebbene l’art. 1, comma 4, del TUEL preveda che le deroghe debbano avvenire “mediante espressa modificazione delle sue disposizioni”, la legge del 2013 costituisce proprio una disposizione generale ed espressa emanata dallo Stato nell’esercizio della sua potestà legislativa esclusiva in materia tributaria. Tale legge, quindi, ha la forza di modificare il quadro normativo precedente, inclusa la disposizione del TUEL.

Conclusioni

La sentenza stabilisce un principio chiaro e di vasta portata: le esenzioni fiscali per gli enti locali previste dall’art. 118 del TUEL non sono più in vigore. La soppressione generale delle agevolazioni tributarie operata nel 2013 ha avuto un effetto abrogativo anche su questa norma speciale. Di conseguenza, i trasferimenti di beni immobili, anche se effettuati tra un Comune e la propria Azienda Speciale per la gestione di servizi pubblici, sono ora soggetti al pagamento delle imposte di registro, ipotecarie e catastali secondo le aliquote ordinarie. Questa decisione uniforma il trattamento fiscale di tali operazioni, eliminando un’agevolazione settoriale in favore di un approccio più omogeneo e in linea con la volontà del legislatore di ridurre il numero delle esenzioni fiscali.

L’esenzione fiscale per i trasferimenti di immobili da un Comune alla sua Azienda Speciale è ancora valida?
No. Secondo la Corte di Cassazione, l’art. 118 del Testo Unico Enti Locali (D.Lgs. 267/2000), che prevedeva tale esenzione, è stato abrogato dalla L. n. 147/2013, la quale ha soppresso in via generale tutte le agevolazioni in materia di imposte sui trasferimenti immobiliari, salvo eccezioni specifiche in cui non rientra il caso in esame.

Una legge generale successiva può abrogare una norma specifica contenuta nel Testo Unico degli Enti Locali (TUEL)?
Sì. La Corte ha stabilito che, in base al principio cronologico (‘lex posterior derogat priori’), una legge successiva che prevede espressamente la soppressione di tutte le esenzioni, anche quelle contenute in leggi speciali, prevale sulla norma precedente e specifica del TUEL. La volontà del legislatore di effettuare una revisione generale delle agevolazioni è considerata sufficientemente espressa per modificare il quadro normativo precedente.

Qual è stato il principio giuridico decisivo applicato dalla Cassazione?
Il principio decisivo è stato quello della successione delle leggi nel tempo (principio cronologico), sintetizzato nel brocardo latino “lex posterior derogat priori”. La Corte ha ritenuto che la legge del 2013, essendo successiva e avendo una portata generale ed espressa nell’abrogare le agevolazioni, prevalesse sulla norma specifica e precedente contenuta nel TUEL del 2000.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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