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Esenzione TOSAP parcheggio: quando è dovuta la tassa

Una società che gestiva un centro sportivo ha contestato un avviso di accertamento per la TOSAP relativa a un parcheggio. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che la tassa è dovuta quando un’area pubblica viene sottratta all’uso collettivo per essere destinata a un’attività lucrativa privata, come un parcheggio a pagamento per i clienti. Le eccezioni, inclusa quella per l’esenzione TOSAP parcheggio in caso di devoluzione gratuita degli impianti, non sono state ritenute applicabili in quanto non esplicitamente previste nell’atto di concessione.

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Pubblicato il 3 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Esenzione TOSAP Parcheggio: La Cassazione Nega lo Sconto Fiscale

La gestione di un parcheggio annesso a una struttura privata, se situato su suolo pubblico, è soggetta alla Tassa per l’Occupazione di Spazi ed Aree Pubbliche (TOSAP)? La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha affrontato il tema dell’esenzione TOSAP parcheggio, fornendo chiarimenti cruciali per i concessionari di aree pubbliche. La pronuncia esamina il caso di una società di gestione di un centro sportivo che riteneva di non dover versare il tributo per l’area di sosta destinata ai suoi clienti.

I Fatti di Causa

Una società concessionaria per la gestione di un complesso sportivo polifunzionale di proprietà comunale riceveva un avviso di accertamento per il pagamento della TOSAP, relativo all’area esterna destinata a parcheggio per i fruitori del centro. La società impugnava l’atto, ottenendo una prima vittoria presso la Commissione Tributaria Provinciale.

La Commissione Tributaria Regionale, tuttavia, ribaltava la decisione. I giudici d’appello affermavano che l’area, sebbene pertinenziale al centro sportivo, era stata sottratta all’uso pubblico e destinata a un’attività con scopo di lucro, dato che l’accesso era consentito previo pagamento di un corrispettivo. Inoltre, l’atto di concessione non prevedeva alcuna devoluzione gratuita degli impianti al Comune al termine del rapporto.

Contro questa sentenza, la società proponeva ricorso per Cassazione, basandolo su diversi motivi, tra cui la presunta violazione delle norme sulla TOSAP e la mancata applicazione di specifiche esenzioni. Anche la società concessionaria della riscossione proponeva un ricorso incidentale.

L’Applicazione della TOSAP e le Esenzioni

Il cuore della controversia risiede nel capire se e quando un’area pubblica data in concessione a un privato per la gestione di un parcheggio sia soggetta a TOSAP. La Corte di Cassazione ha confermato l’orientamento secondo cui il presupposto impositivo della tassa è l’occupazione di uno spazio pubblico che ne limiti o sottragga l’uso normale e collettivo.

L’Uso Lucrativo come Presupposto della Tassa

I giudici hanno chiarito che il tributo è dovuto non solo per la semplice sottrazione del suolo all’uso pubblico, ma anche in relazione all’utilità particolare che il concessionario ne ricava. Nel caso di specie, l’area era destinata a parcheggio per i clienti del complesso sportivo, i quali versavano un corrispettivo alla società concessionaria, e non al Comune. Questa circostanza evidenzia un fine lucrativo che giustifica l’assoggettamento a tassazione.

L’esercizio di una tipica attività d’impresa, come la gestione di un parcheggio a pagamento, comporta un vantaggio economico specifico per il concessionario, che è distinto e ulteriore rispetto al canone di concessione eventualmente dovuto. Pertanto, l’assoggettamento a TOSAP non è incompatibile con il pagamento di un canone concessorio.

Il Rigetto delle Ipotesi di Esenzione TOSAP Parcheggio

La società ricorrente aveva invocato due principali ipotesi di esenzione.

Il Project Financing non Esclude la Tassa

La prima argomentazione si basava sulla natura di project financing della convenzione. La società sosteneva che, essendo le opere realizzate per conto del Comune, dovesse applicarsi un’esenzione. La Corte ha respinto questa tesi, affermando che il presupposto della TOSAP è l’occupazione concreta dell’area, sottraendola all’uso pubblico, a prescindere dal modello contrattuale utilizzato. L’esenzione soggettiva prevista per gli enti pubblici non si estende automaticamente al concessionario privato, specialmente se questo agisce per un fine di lucro.

La Mancata Previsione della Devoluzione Gratuita

La seconda ipotesi di esenzione, prevista dall’art. 49, lett. e), del D.Lgs. 507/1993, riguarda le occupazioni con impianti destinati a servizi pubblici la cui devoluzione gratuita all’ente concedente sia prevista al termine della concessione. Anche questo motivo è stato giudicato infondato. La Corte ha sottolineato che tale esonero è subordinato a una previsione espressa nella convenzione. Nel caso analizzato, l’accordo prevedeva unicamente la “riconsegna delle opere”, non la “cessione di impianti relativi” o una devoluzione gratuita di nuovi impianti realizzati dal concessionario. La semplice restituzione di un bene già di proprietà dell’ente pubblico non è sufficiente per integrare i requisiti dell’esenzione.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte ha rigettato sia il ricorso principale della società sportiva sia quello incidentale della società di riscossione. Le motivazioni si fondano sul principio consolidato per cui l’occupazione di suolo pubblico da parte di un soggetto privato per lo svolgimento di un’attività economica configura il presupposto impositivo della TOSAP. Le norme che prevedono esenzioni fiscali sono di stretta interpretazione e non possono essere applicate in via analogica.

Nel caso specifico, la CTR aveva correttamente evidenziato che l’area era sottratta all’uso della collettività e destinata a un’attività lucrativa, e che il contratto di concessione non conteneva le clausole necessarie per attivare le esenzioni invocate. La Suprema Corte ha ritenuto infondati tutti i motivi di ricorso, confermando la legittimità dell’imposizione fiscale.

Conclusioni

La pronuncia ribadisce un principio fondamentale in materia di tributi locali: chi occupa suolo pubblico per trarne un’utilità economica privata è tenuto al pagamento della TOSAP. L’esenzione TOSAP parcheggio non è automatica nemmeno in contesti complessi come le concessioni di opere pubbliche o i project financing. È essenziale che le condizioni per l’esenzione, come la devoluzione gratuita degli impianti, siano specificate in modo chiaro e inequivocabile negli atti di concessione. In assenza di tali pattuizioni, prevale il principio generale della tassabilità dell’occupazione a scopo di lucro.

La gestione di un parcheggio a pagamento su suolo pubblico è soggetta a TOSAP?
Sì. Secondo la Corte, l’occupazione di un’area pubblica per un’attività con finalità lucrativa, come un parcheggio a pagamento, sottrae il bene all’uso collettivo e costituisce il presupposto per l’applicazione della TOSAP a carico del gestore.

Un contratto di project financing garantisce automaticamente l’esenzione TOSAP parcheggio?
No. La natura del contratto non è di per sé sufficiente a giustificare l’esenzione. Se un soggetto privato occupa suolo pubblico per un’attività economica, il presupposto impositivo della TOSAP sussiste, indipendentemente dal modello contrattuale utilizzato per la realizzazione e gestione dell’opera.

La semplice restituzione di un impianto al Comune a fine concessione dà diritto all’esenzione TOSAP?
No. L’esenzione è concessa solo se la convenzione prevede espressamente la “devoluzione gratuita” di impianti adibiti a servizi pubblici. La mera riconsegna di un bene già di proprietà pubblica, anche se ristrutturato, non è sufficiente per beneficiare dell’esenzione fiscale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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