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Esenzione TARES: onere della prova spetta al contribuente

Una società di logistica ha richiesto un’esenzione dalla TARES per un magazzino, sostenendo di produrre solo rifiuti speciali. La Commissione Tributaria Regionale ha accolto la sua richiesta, annullando l’avviso di pagamento per carenza di motivazione. La Corte di Cassazione ha ribaltato tale decisione, stabilendo che l’avviso era sufficientemente motivato e che l’onere della prova per ottenere l’esenzione TARES spetta esclusivamente al contribuente. Il caso è stato rinviato per un nuovo esame.

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Pubblicato il 7 dicembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Esenzione TARES per Rifiuti Speciali: A Chi Spetta l’Onere della Prova?

Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 20555/2024) ha fatto chiarezza su un tema cruciale per molte aziende: l’esenzione TARES per le aree in cui si producono rifiuti speciali. Il principio affermato è netto: spetta al contribuente, e non all’ente impositore, dimostrare di aver diritto all’agevolazione. Questo articolo analizza la decisione e le sue importanti implicazioni pratiche.

I Fatti del Caso: La Richiesta di Esenzione

Una nota società operante nel settore della logistica aveva richiesto al proprio Comune l’esenzione dal pagamento della TARES (Tributo comunale sui rifiuti e sui servizi per l’anno 2013) per una vasta area di un magazzino. La società sosteneva che in tali superfici venissero prodotti esclusivamente rifiuti da imballaggi terziari, smaltiti a proprie spese tramite ditte specializzate, e che quindi non dovessero essere soggetti a tassazione.

Il Comune, non convinto dalle argomentazioni, emetteva un avviso di pagamento per l’intera superficie. La società impugnava l’atto e la Commissione Tributaria Regionale le dava ragione, annullando l’avviso perché ritenuto privo di un’adeguata motivazione. Secondo i giudici di secondo grado, il Comune avrebbe dovuto condurre un’istruttoria prima di emettere l’atto, data la specifica denuncia presentata dall’azienda. Il Comune ha quindi proposto ricorso in Cassazione.

La Decisione della Cassazione e l’Esenzione TARES

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso del Comune, ribaltando la sentenza d’appello e stabilendo due principi fondamentali in materia di esenzione TARES e motivazione degli atti impositivi.

Motivazione dell’Avviso di Pagamento

In primo luogo, la Corte ha chiarito che un avviso di accertamento o di pagamento è sufficientemente motivato quando permette al contribuente di comprendere la pretesa tributaria e di difendersi adeguatamente. Nel caso specifico della tassa sui rifiuti, è sufficiente che l’atto indichi gli elementi essenziali: la superficie tassata, la categoria di riferimento e la tariffa applicata. Non è necessario che il Comune spieghi dettagliatamente perché ha respinto una richiesta di esenzione. L’emissione stessa dell’avviso di pagamento, calcolato sull’intera superficie, costituisce un rigetto implicito ma inequivocabile della richiesta di riduzione.

L’Onere della Prova Ricade sul Contribuente

Il punto centrale della sentenza riguarda l’onere della prova. La Cassazione ha ribadito un orientamento consolidato: è onere del contribuente che richiede un’agevolazione fiscale, come l’esenzione TARES, dimostrare l’esistenza di tutti i presupposti di legge. Non spetta all’ente impositore provare l’assenza delle condizioni per l’esenzione. La semplice presentazione di una denuncia o di una comunicazione non è sufficiente a invertire questo onere. La fase contenziosa è la sede appropriata in cui il contribuente deve fornire le prove concrete a sostegno della propria richiesta, ad esempio dimostrando che in una determinata area si producono esclusivamente rifiuti speciali non assimilati agli urbani.

Le Motivazioni

La Suprema Corte ha fondato la sua decisione sulla disciplina generale dei tributi sui rifiuti (dalla TARSU alla TARI), che prevede l’esclusione dalla tassa solo per quelle superfici dove, per struttura e destinazione, si formano unicamente rifiuti speciali che non possono essere assimilati a quelli urbani. La Corte ha sottolineato che l’obbligo di motivazione dell’atto impositivo è soddisfatto quando il contribuente è messo in condizione di conoscere la pretesa e contestarla. L’avviso di pagamento, indicando i dati essenziali del calcolo, assolve a questa funzione. La richiesta di una motivazione analitica su ogni possibile causa di esenzione non richiesta dalla legge appesantirebbe inutilmente l’azione amministrativa. La controversia sulla sussistenza del diritto all’esenzione si sposta, quindi, correttamente in sede processuale, dove chi vanta il diritto (il contribuente) deve provarlo.

Conclusioni

La sentenza n. 20555/2024 della Corte di Cassazione rappresenta un monito importante per tutte le aziende. Chi intende beneficiare di un’esenzione fiscale, in particolare per la tassa sui rifiuti, non può limitarsi a una mera dichiarazione. È indispensabile raccogliere e conservare tutta la documentazione necessaria a provare in modo inequivocabile che le aree per cui si chiede l’agevolazione sono effettivamente e totalmente destinate alla produzione di rifiuti speciali non assimilabili. Attendere l’eventuale contenzioso per cercare le prove potrebbe rivelarsi una strategia rischiosa e perdente. La chiarezza e la completezza probatoria sin dall’inizio sono le uniche armi efficaci per far valere i propri diritti di fronte al fisco.

Chi deve provare il diritto all’esenzione dalla tassa sui rifiuti (TARES)?
Secondo la Corte di Cassazione, l’onere della prova spetta interamente al contribuente che richiede l’esenzione. Deve dimostrare che sussistono tutte le condizioni previste dalla legge.

Un avviso di pagamento del Comune deve spiegare perché una richiesta di esenzione è stata respinta?
No. La sentenza chiarisce che l’avviso è sufficientemente motivato se indica gli elementi essenziali della pretesa (superficie, tariffa, importo), poiché ciò consente al contribuente di difendersi. L’emissione dell’atto costituisce un rigetto implicito della richiesta di esenzione.

Quali aree possono essere escluse dal pagamento della tassa sui rifiuti?
Possono essere escluse dalla tassazione solo quelle parti di un immobile in cui, per struttura e destinazione d’uso, si producono esclusivamente rifiuti speciali non assimilabili a quelli urbani, e il cui smaltimento è gestito autonomamente dal produttore.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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