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Esenzione TARES: la prova dell’esclusività spetta a te

Una società di logistica ha impugnato un avviso di accertamento per la tassa rifiuti (TARES), sostenendo di avere diritto all’esenzione per le aree in cui produce e smaltisce in proprio rifiuti speciali (imballaggi terziari). La Corte di Cassazione, confermando le decisioni dei gradi precedenti, ha respinto il ricorso. La sentenza chiarisce che per ottenere l’esenzione TARES non è sufficiente dimostrare una produzione prevalente di rifiuti speciali, ma è necessario provare che in quelle specifiche aree la produzione di tali rifiuti sia esclusiva. L’onere di questa prova rigorosa ricade interamente sul contribuente.

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Pubblicato il 15 dicembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Esenzione TARES: La Prova dell’Esclusività è Onere del Contribuente

Ottenere una esenzione TARES per le superfici aziendali dove si producono rifiuti speciali è un obiettivo per molte imprese, ma la strada per raggiungerlo è strettamente definita dalla legge e dalla giurisprudenza. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale: non basta affermare di produrre e smaltire in proprio tali rifiuti, ma è necessario dimostrare in modo inequivocabile che in quelle aree la produzione sia esclusiva. Vediamo nel dettaglio il caso e le conclusioni dei giudici.

I Fatti di Causa

Una società operante nel settore della logistica, subentrata in un ramo d’azienda di una precedente società di distribuzione libri, si vedeva recapitare un avviso di accertamento dal Comune per il pagamento della TARES relativa all’anno 2013. La società impugnava l’atto, sostenendo di avere diritto all’esenzione totale per gran parte delle superfici occupate (circa 13.920 mq), in quanto destinate alla produzione di imballaggi terziari, ovvero rifiuti speciali non assimilabili agli urbani, che provvedeva a smaltire autonomamente a proprie spese.

La Commissione Tributaria Regionale, tuttavia, confermava la decisione di primo grado, riconoscendo solo una riduzione del 10% della tariffa. Secondo i giudici di merito, era “poco credibile” che in locali adibiti ad attività d’impresa non si producessero anche rifiuti legati alla presenza umana (dipendenti). Inoltre, la parte fissa della tariffa copriva anche servizi indivisibili come lo spazzamento delle strade, di cui la società comunque beneficiava.

La Decisione della Corte di Cassazione e l’onere della prova per l’esenzione TARES

La società di logistica ricorreva in Cassazione, lamentando, tra i vari motivi, la violazione di legge e un’insufficiente motivazione da parte dei giudici di merito, che non avrebbero adeguatamente valutato la documentazione prodotta a sostegno della richiesta di detassazione.

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 23530/2024, ha dichiarato il ricorso inammissibile e infondato nel merito, confermando la legittimità della pretesa tributaria del Comune. I giudici hanno colto l’occasione per delineare con precisione i confini dell’onere probatorio che grava sul contribuente che richiede l’esenzione TARES.

Le Motivazioni

La Corte ha fondato la sua decisione su principi giuridici consolidati in materia di tributi sui rifiuti. Il punto centrale della motivazione risiede nella distinzione tra produzione prevalente e produzione esclusiva di rifiuti speciali.

La Presunzione di Produzione di Rifiuti

La legge stabilisce una presunzione legale (relativa) secondo cui qualsiasi locale o area scoperta detenuta da un soggetto è considerata produttiva di rifiuti. Spetta al contribuente, e non all’ente impositore, superare questa presunzione. Per farlo, deve dimostrare la sussistenza delle condizioni che danno diritto all’esenzione.

L’Esclusività come Requisito Inderogabile

Il cuore della sentenza sta nell’affermare che per beneficiare dell’esenzione totale dalla parte variabile della tassa, il contribuente deve provare che su una determinata superficie si formano esclusivamente rifiuti speciali non assimilabili, avviati in modo autonomo allo smaltimento. La semplice produzione prevalente di tali rifiuti non è sufficiente. La presenza di dipendenti, infatti, comporta inevitabilmente la produzione di rifiuti urbani ordinari (es. resti di cibo, carta, ecc.), il che impedisce di considerare quell’area come esclusivamente produttiva di rifiuti speciali.

La Prova a Carico del Contribuente

L’onere della prova è rigoroso. La società avrebbe dovuto dimostrare, attraverso documentazione specifica e dettagliata (come la denuncia originaria con planimetrie allegate, formulari di identificazione dei rifiuti, contratti con smaltitori autorizzati, fatture), non solo di aver smaltito rifiuti speciali, ma che tali rifiuti provenissero esclusivamente da aree ben definite e che in queste stesse aree non venisse prodotto alcun altro tipo di rifiuto urbano. Una denuncia generica o la mera affermazione di svolgere un’attività che produce imballaggi non è sufficiente a soddisfare tale onere.

Conclusioni

La sentenza ribadisce un messaggio chiaro per tutte le imprese: la richiesta di esenzione TARES non può basarsi su mere affermazioni o su una produzione prevalente di rifiuti speciali. È necessario un approccio documentale rigoroso e analitico. L’azienda deve essere in grado di mappare con precisione le aree produttive, isolando quelle in cui si generano esclusivamente rifiuti speciali da quelle a uso promiscuo o destinate ad attività che comportano la presenza di personale. Senza una prova certa e incontrovertibile dell’esclusività, la presunzione di produttività di rifiuti urbani resta valida e la tassa è dovuta per intero nella sua quota fissa e, proporzionalmente, in quella variabile.

È sufficiente dimostrare di smaltire in proprio i rifiuti speciali per ottenere l’esenzione dalla TARES?
No, non è sufficiente. Oltre a dimostrare l’avvenuto e autonomo smaltimento, il contribuente deve provare che le aree per cui chiede l’esenzione sono destinate alla produzione esclusiva di rifiuti speciali non assimilabili agli urbani.

Su chi ricade l’onere di provare i presupposti per l’esenzione TARES?
L’onere della prova ricade interamente sul contribuente. Esiste una presunzione legale per cui i locali si ritengono produttivi di rifiuti, e spetta al contribuente fornire la prova contraria dimostrando la sussistenza delle condizioni per l’esenzione.

La produzione prevalente di rifiuti speciali in un’area dà diritto all’esenzione totale dalla TARES?
No. La normativa richiede la produzione esclusiva di rifiuti speciali per l’esenzione dalla quota variabile della tassa. La produzione anche solo parziale di rifiuti urbani (ad esempio, quelli derivanti dalla presenza di dipendenti) in una stessa area esclude la possibilità di ottenere l’esenzione totale per quella superficie.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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