LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Esenzione IVA viaggi studio: la Cassazione chiarisce

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 16480/2024, ha stabilito che i viaggi studio organizzati da una società di formazione, qualora la didattica sia fornita da soggetti terzi all’estero, non beneficiano dell’esenzione IVA. L’attività è stata qualificata come organizzazione di un ‘pacchetto turistico’, assimilabile a quella di un’agenzia di viaggi, e pertanto soggetta al regime speciale IVA sul margine previsto dall’art. 74-ter del d.P.R. 633/1972, negando l’applicabilità dell’esenzione IVA viaggi studio per servizi educativi.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 27 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Esenzione IVA Viaggi Studio: Quando si Applica? L’Analisi della Cassazione

L’organizzazione di soggiorni linguistici all’estero solleva spesso complessi interrogativi fiscali. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fornito un chiarimento cruciale sulla corretta applicazione dell’IVA in questo settore, tracciando una linea netta tra prestazione didattica e attività di agenzia di viaggi. La questione centrale riguarda la possibilità di beneficiare dell’esenzione IVA viaggi studio, un tema di grande interesse per tutte le società di formazione che offrono pacchetti completi ai loro clienti.

I Fatti del Caso

Una società specializzata nella formazione linguistica organizzava per i suoi studenti viaggi studio all’estero. Questi pacchetti includevano non solo i corsi di lingua, ma anche il trasporto, il vitto e l’alloggio. La società riteneva che l’intera operazione dovesse essere considerata una prestazione educativa e, di conseguenza, beneficiare del regime di esenzione IVA previsto dall’articolo 10 del d.P.R. 633/1972.

L’Amministrazione Finanziaria, tuttavia, era di avviso contrario. A seguito di un controllo, ha emesso un avviso di accertamento, contestando l’applicazione dell’esenzione e sostenendo che l’attività della società dovesse essere inquadrata nel regime speciale previsto per le agenzie di viaggio e turismo (art. 74-ter), che prevede l’applicazione dell’IVA sul margine di profitto dell’organizzatore.

Il Percorso Giudiziario e i Motivi del Ricorso

Il contenzioso è approdato davanti alle commissioni tributarie. Mentre in primo grado i giudici hanno dato ragione alla società, la Commissione Tributaria Regionale ha ribaltato la decisione, accogliendo l’appello dell’Agenzia delle Entrate.

La società ha quindi presentato ricorso in Cassazione, basandolo su diversi motivi. In sintesi, sosteneva che:
1. La sentenza di secondo grado avesse violato la norma sull’esenzione IVA per le prestazioni didattiche.
2. I servizi di trasporto e alloggio fossero mere prestazioni accessorie a quella principale, cioè la formazione, e dovessero quindi seguire lo stesso regime di esenzione.
3. Fosse stato erroneamente applicato il regime delle agenzie di viaggio, poiché la sua attività principale era quella educativa.

L’Applicazione del Regime Speciale e la negata Esenzione IVA Viaggi Studio

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso della società, confermando la decisione dei giudici d’appello. Il punto cruciale della decisione risiede nella natura dell’attività concretamente svolta dalla società. I giudici hanno stabilito che, poiché i corsi di lingua all’estero erano erogati da istituti terzi e non direttamente dalla società ricorrente, quest’ultima non stava fornendo una prestazione didattica, bensì un servizio di intermediazione e organizzazione.

L’offerta di un pacchetto onnicomprensivo (viaggio, vitto, alloggio, corso) è stata qualificata come un “pacchetto turistico”. Di conseguenza, l’attività della società è stata assimilata a quella di un’agenzia di viaggi, rendendo applicabile il regime speciale IVA previsto dall’art. 74-ter. Questo regime tassa il margine dell’operatore, ovvero la differenza tra il prezzo pagato dal cliente e i costi sostenuti per acquistare i servizi da terzi.

Le motivazioni della Corte di Cassazione

Nelle sue motivazioni, la Suprema Corte ha sottolineato che l’accertamento in fatto compiuto dai giudici di merito non era sindacabile in sede di legittimità. La Commissione Tributaria Regionale aveva correttamente individuato la presenza di un “pacchetto turistico” in cui la prestazione didattica era solo una delle componenti, peraltro fornita da altri soggetti.

La Corte ha richiamato anche i principi del diritto dell’Unione Europea e la giurisprudenza della Corte di Giustizia UE. Per beneficiare dell’esenzione, le operazioni principali – in questo caso, quelle di istruzione – devono essere svolte direttamente dalla società che invoca l’esenzione. Se la società si limita a organizzare il servizio, acquistandolo da terzi per conto del cliente, la sua funzione è quella di un intermediario.

Inoltre, è stato chiarito che i servizi di viaggio e alloggio non potevano essere considerati “accessori” perché non costituivano una frazione marginale del costo totale del pacchetto, ma ne erano elementi essenziali e qualificanti. L’attività svolta dalla società, quindi, andava ben oltre la mera esecuzione di direttive dei clienti, configurandosi come una complessa attività imprenditoriale di organizzazione.

Le conclusioni

La decisione della Cassazione stabilisce un principio chiaro: l’esenzione IVA viaggi studio non si applica quando una società organizza un pacchetto completo in cui i servizi educativi sono erogati da terze parti. In questi casi, l’operatore agisce come un’agenzia di viaggi e deve assoggettare a IVA il proprio margine di profitto secondo il regime speciale dell’art. 74-ter. Questa ordinanza rappresenta un importante punto di riferimento per il settore della formazione linguistica, delineando con precisione i confini fiscali tra la fornitura diretta di servizi educativi e l’organizzazione di pacchetti turistici a scopo didattico.

Un viaggio studio organizzato da una società di formazione è sempre esente da IVA?
No. Secondo la Corte, se la società organizza un ‘pacchetto’ che include trasporto, alloggio e corsi, e i corsi sono tenuti da soggetti terzi, l’operazione non gode di esenzione IVA ma rientra nel regime speciale per le agenzie di viaggio (art. 74-ter d.P.R. 633/1972).

Quando si possono considerare l’alloggio e il trasporto come prestazioni ‘accessorie’ a quella didattica e quindi esenti?
Quando la prestazione didattica è principale e svolta direttamente dalla società, mentre le altre prestazioni sono secondarie e di costo marginale. Nel caso esaminato, la Corte ha ritenuto che i servizi di viaggio e alloggio non fossero marginali, ma parti integranti di un’unica prestazione complessa, escludendo quindi la loro accessorietà.

Qual è la differenza fondamentale, ai fini IVA, tra fornire un servizio educativo e organizzare un viaggio studio?
La differenza risiede nel ruolo dell’operatore. Se fornisce direttamente l’insegnamento, si applica il regime delle prestazioni educative (potenzialmente esente da IVA). Se invece agisce come intermediario, acquistando servizi da terzi (scuole, hotel, vettori) per creare un pacchetto unico per il cliente, la sua attività è assimilata a quella di un’agenzia di viaggi e si applica il regime speciale IVA sul margine.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati