LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Esenzione IVA chiropratico: sì senza decreto attuativo

Un professionista chiropratico si è visto negare un rimborso IVA per il 2016 poiché mancava il decreto attuativo che disciplina la professione. La Corte di Cassazione, con l’ordinanza 13230/2024, ha ribaltato la decisione. Per ottenere l’esenzione IVA chiropratico non è decisiva la presenza di un regolamento formale, ma la natura sostanziale della prestazione sanitaria e l’adeguata formazione del professionista, in linea con i principi del diritto europeo.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 14 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Esenzione IVA Chiropratico: Sì Anche Senza Decreto Attuativo

La Corte di Cassazione, con una recente e importante ordinanza, ha stabilito un principio fondamentale per l’esenzione IVA chiropratico. Anche in assenza del decreto attuativo che definisce formalmente la professione, le prestazioni di un chiropratico possono beneficiare dell’esenzione IVA se hanno natura sanitaria e se il professionista possiede una formazione adeguata. Questa decisione segna una svolta, privilegiando la sostanza della prestazione rispetto ai formalismi burocratici.

Il Caso: La Richiesta di Rimborso IVA Negata

La vicenda nasce dalla richiesta di un professionista chiropratico di ottenere il rimborso dell’IVA versata per l’anno 2016. L’Agenzia delle Entrate aveva negato il rimborso sostenendo che, non essendo ancora stato emanato il decreto ministeriale previsto dalla legge 244/2007 per istituire il registro dei dottori in chiropratica e il relativo percorso formativo, non si potesse applicare il regime di esenzione.

I giudici tributari, sia in primo che in secondo grado, avevano dato ragione all’amministrazione finanziaria. Secondo le corti di merito, la mancanza di questo provvedimento attuativo era un ostacolo insormontabile per il riconoscimento dell’esenzione, legando il beneficio fiscale al completamento dell’iter normativo.

La Svolta della Cassazione e l’Importanza dell’Esenzione IVA Chiropratico

Il professionista ha impugnato la decisione davanti alla Corte di Cassazione, che ha completamente ribaltato il verdetto. La Suprema Corte ha accolto il ricorso del contribuente, affermando che la decisione dei giudici di merito era “disallineata rispetto alla giurisprudenza di questa Corte”.

Il Principio della Sostanza sulla Forma

Il punto centrale della decisione è l’allineamento con la giurisprudenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea. Secondo il diritto comunitario, per beneficiare dell’esenzione IVA prevista per le prestazioni mediche e sanitarie, ciò che conta sono due condizioni sostanziali:
1. La prestazione deve avere una natura terapeutica e di cura della persona.
2. Il professionista che la eroga deve possedere una formazione adeguata che garantisca un elevato livello di qualità del servizio.

La Cassazione ha chiarito che l’assenza di un regolamento nazionale, come il decreto attuativo per i chiropratici, non può essere l’unico elemento per negare l’esenzione. Il giudice deve invece valutare nel merito se le condizioni sostanziali richieste dalla normativa europea siano soddisfatte.

Il Superamento del Precedente Orientamento

Con questa ordinanza, la Corte ha definitivamente superato un precedente orientamento più restrittivo, secondo cui l’emanazione del regolamento attuativo era indispensabile. Viene quindi stabilito che la natura medica della prestazione deve essere valutata in termini sostanziali. Il quadro normativo è solo uno degli elementi da considerare per verificare i presupposti dell’esenzione, ma non l’unico né il più importante.

Le Motivazioni

Le motivazioni della Corte si fondano sull’interpretazione della normativa IVA alla luce dei principi europei. La Corte ha ribadito che, per riconoscere l’esenzione IVA al chiropratico, è necessario un accertamento di fatto: verificare che la prestazione garantisca un sufficiente livello di qualità e che il professionista sia munito di una formazione adeguata, somministrata da istituti riconosciuti, anche in mancanza dell’istituzione formale di un registro e di un corso di laurea magistrale. L’assenza della disciplina regolamentare, quindi, non è di per sé decisiva. La decisione impugnata è stata cassata perché si era basata unicamente su questo vuoto normativo, senza scendere nell’analisi sostanziale richiesta. La Corte ha ritenuto che l’approccio formalistico dei giudici di merito fosse in contrasto con la consolidata giurisprudenza nazionale e comunitaria.

Le Conclusioni

In conclusione, la sentenza stabilisce un principio di diritto di grande rilevanza pratica. I chiropratici e altri professionisti sanitari operanti in settori non ancora pienamente regolamentati possono legittimamente applicare l’esenzione IVA, a condizione di poter dimostrare la natura sanitaria delle loro prestazioni e di aver ricevuto una formazione qualificata da istituti riconosciuti. Questa pronuncia offre maggiore certezza giuridica ai professionisti e tutela il diritto dei cittadini a ricevere cure sanitarie in regime di esenzione fiscale, come previsto dall’ordinamento europeo.

A un chiropratico spetta l’esenzione IVA anche se manca il decreto attuativo che regola la professione?
Sì. Secondo la Corte di Cassazione, la mancanza del decreto attuativo non è un ostacolo decisivo. Ciò che conta è la natura sanitaria della prestazione e l’adeguata qualificazione professionale del chiropratico.

Cosa deve dimostrare un chiropratico per ottenere l’esenzione IVA?
Deve dimostrare che la sua prestazione ha una finalità di cura della persona e garantisce un sufficiente livello di qualità. Inoltre, deve provare di essere in possesso di una formazione adeguata, somministrata da istituti di insegnamento riconosciuti dallo Stato.

La decisione della Cassazione cambia il precedente orientamento della giurisprudenza?
Sì. La Corte ha dichiarato espressamente di ritenere “definitivamente superato” l’orientamento precedente, più restrittivo, che considerava indispensabile l’emanazione del regolamento di attuazione per poter beneficiare dell’esenzione IVA.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati