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Esenzione IVA chiropratico: sì anche senza albo

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 18359/2024, ha stabilito che le prestazioni sanitarie svolte da un chiropratico beneficiano dell’esenzione IVA anche in assenza di un albo professionale e dei decreti attuativi. La Corte, allineandosi alla giurisprudenza europea, ha chiarito che l’esenzione non dipende dalla formale regolamentazione della professione, ma dalla natura della prestazione come cura alla persona e dalla comprovata qualifica professionale del prestatore. Di conseguenza, è stato accolto il ricorso di una società di chiropratica contro l’accertamento dell’Agenzia delle Entrate, affermando che il giudice di merito deve valutare la sussistenza di un adeguato livello di formazione e qualità del servizio per concedere l’esenzione IVA chiropratico.

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Pubblicato il 1 dicembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Esenzione IVA Chiropratico: La Cassazione Conferma il Diritto Anche Senza Albo

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha segnato un punto di svolta fondamentale per i professionisti della chiropratica in Italia. Con la decisione in commento, è stato stabilito che l’esenzione IVA chiropratico si applica anche in assenza di un albo professionale pienamente operativo e dei relativi decreti attuativi. Questa pronuncia chiarisce che la qualifica professionale e la natura sanitaria della prestazione sono i veri criteri determinanti, superando un approccio puramente formale.

Il Caso: Negata l’Esenzione IVA per Prestazioni Chiropratiche

Una società che offriva servizi di chiropratica si è vista recapitare un avviso di accertamento dall’Agenzia delle Entrate. L’amministrazione finanziaria contestava la mancata applicazione dell’IVA sulle prestazioni erogate, sostenendo che l’attività non potesse essere considerata sanitaria ai fini dell’esenzione, poiché la professione di chiropratico non era ancora stata pienamente regolamentata in Italia. La Commissione Tributaria Regionale aveva dato ragione al Fisco, legando il beneficio fiscale all’emanazione di un apposito regolamento attuativo, previsto dalla legge ma mai adottato.

I soci della società hanno quindi presentato ricorso in Cassazione, lamentando la violazione della normativa IVA nazionale ed europea.

La Decisione della Corte di Cassazione sull’Esenzione IVA Chiropratico

La Suprema Corte ha accolto il ricorso del contribuente, ribaltando la decisione precedente e affermando un principio di diritto di grande importanza. I giudici hanno chiarito che l’esenzione dall’IVA per le prestazioni sanitarie non può dipendere unicamente da requisiti formali, come l’iscrizione a un albo o l’esistenza di decreti ministeriali.

L’Impatto della Giurisprudenza Europea

La Corte ha fondato la sua decisione su un’attenta analisi della giurisprudenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea. Quest’ultima ha più volte specificato che l’esenzione prevista dalla Direttiva IVA per le prestazioni mediche e paramediche si basa su due condizioni sostanziali:
1. La prestazione deve costituire una cura sanitaria alla persona.
2. Deve essere effettuata da professionisti con le necessarie qualifiche.

La normativa europea, quindi, non impone agli Stati membri di limitare l’esenzione solo alle professioni regolamentate, ma richiede di garantire un elevato livello di qualità delle cure e di rispettare il principio di neutralità fiscale. Ciò significa che prestazioni simili non possono essere trattate diversamente ai fini IVA solo perché una è formalmente regolamentata e l’altra no.

Il Ruolo del Giudice di Merito

In assenza di un albo e di regolamenti attuativi, la Cassazione ha stabilito che spetta al giudice di merito verificare caso per caso la sussistenza dei requisiti per l’esenzione. Il giudice deve accertare che il chiropratico possieda una formazione adeguata, somministrata da istituti riconosciuti, e che la prestazione garantisca un sufficiente livello di qualità, configurandosi come una vera e propria cura alla persona.

Le Motivazioni

La Corte di Cassazione ha motivato la sua decisione evidenziando come la professione di chiropratico sia stata riconosciuta dal legislatore italiano come attività sanitaria, rispondente a finalità di interesse generale. Far dipendere il beneficio fiscale dell’esenzione IVA dall’emanazione di un regolamento ministeriale sarebbe irragionevole e contrario all’insegnamento della Corte di Giustizia. Quest’ultima riserva il beneficio a persone qualificate e in possesso dei titoli necessari, indipendentemente dalla loro iscrizione a un albo professionale. Pur riconoscendo la delicatezza della professione medica, la Corte ha affermato che il controllo dei requisiti può essere demandato al giudice, che deve valutare le abilità e le qualifiche professionali del soggetto che chiede di beneficiare dell’esenzione dall’imposta. Questo cambiamento di orientamento giurisprudenziale, più recente e consolidato, ha portato all’accoglimento del ricorso.

Conclusioni

L’ordinanza rappresenta una vittoria significativa per i chiropratici e, più in generale, per tutte le professioni sanitarie in attesa di una piena regolamentazione. Le conclusioni pratiche sono chiare: per ottenere l’esenzione IVA chiropratico, il professionista dovrà essere in grado di dimostrare, in caso di contestazione, di possedere titoli di studio validi e riconosciuti e di erogare prestazioni di alta qualità finalizzate alla diagnosi, al trattamento e alla prevenzione. La decisione sposta il focus dalla forma alla sostanza, garantendo una maggiore equità fiscale e allineando l’ordinamento italiano ai principi europei.

Le prestazioni di un chiropratico sono esenti da IVA anche se la professione non è ancora pienamente regolamentata in Italia?
Sì. La Corte di Cassazione ha stabilito che l’esenzione IVA si applica se la prestazione è una cura alla persona e se il professionista possiede qualifiche adeguate, anche in assenza di un albo professionale o di decreti attuativi specifici.

Quali sono i requisiti per ottenere l’esenzione IVA per le prestazioni chiropratiche?
I requisiti sono due: la prestazione deve avere natura di cura sanitaria alla persona e chi la rende deve essere munito di una formazione adeguata, somministrata da istituti d’insegnamento riconosciuti, che garantisca un sufficiente livello di qualità del servizio.

In che modo la giurisprudenza dell’Unione Europea ha influenzato questa decisione?
La giurisprudenza della Corte di Giustizia UE è stata determinante. Ha chiarito che l’esenzione IVA non deve essere riservata solo alle professioni regolamentate, ma deve essere estesa a tutte le prestazioni sanitarie fornite da professionisti qualificati, al fine di garantire la qualità delle cure e rispettare il principio di neutralità fiscale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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