LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Esenzione IVA basi NATO: no per servizi non essenziali

La Corte di Cassazione ha stabilito che l’esenzione IVA nelle basi NATO non si applica a servizi come la vendita di gelati, poiché non sono direttamente legati alle funzioni istituzionali di difesa. L’Agenzia delle Entrate ha quindi legittimamente contestato a una società la non imponibilità IVA per l’attività svolta in una caserma. La Corte ha chiarito che il beneficio fiscale è riservato solo a prestazioni indispensabili allo sforzo difensivo comune, escludendo quelle che soddisfano esigenze meramente personali dei militari.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 6 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Esenzione IVA Basi NATO: Niente Beneficio per Bar e Gelaterie

L’applicazione dell’esenzione IVA nelle basi NATO è un tema complesso che richiede un’attenta analisi delle normative nazionali e internazionali. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fornito un chiarimento fondamentale, stabilendo che non tutti i servizi resi all’interno di installazioni militari beneficiano di questo regime agevolato. Il caso esaminato riguardava una società che gestiva un’attività di gelateria e pasticceria all’interno di una base militare, ritenendo di poter applicare il regime di non imponibilità IVA. La Suprema Corte, tuttavia, ha ribaltato le decisioni dei giudici di merito, offrendo un’interpretazione restrittiva del concetto di ‘funzioni istituzionali’.

I Fatti: Il Contesto della Controversia

Una società di persone svolgeva la propria attività di vendita di gelati e prodotti di pasticceria all’interno di una base militare statunitense in Italia, in virtù di un contratto con l’ente americano preposto alla gestione dei servizi per il personale. Per gli anni dal 2008 al 2011, la società aveva emesso fatture in regime di non imponibilità IVA, ai sensi dell’art. 72 del d.P.R. 633/72. L’Agenzia delle Entrate, a seguito di una verifica, contestava tale applicazione, emettendo avvisi di accertamento per recuperare l’imposta non versata. Secondo l’Ufficio, il servizio non era diretto al Comando militare per le sue finalità istituzionali, ma soddisfaceva un interesse personale dei singoli militari e civili presenti nella base.

Sia la Commissione Tributaria Provinciale che quella Regionale avevano dato ragione alla società, annullando gli atti impositivi. I giudici di merito avevano ritenuto che il servizio, volto a garantire il ‘benessere psico-fisico della truppa’, rientrasse a pieno titolo nelle finalità istituzionali dell’ente militare. L’Agenzia delle Entrate ha quindi proposto ricorso per cassazione contro questa interpretazione.

La Decisione della Corte: L’Importanza delle Funzioni Istituzionali

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’Agenzia delle Entrate, cassando la sentenza d’appello e decidendo nel merito con il rigetto dei ricorsi originari del contribuente. Il fulcro della decisione risiede nella corretta interpretazione del presupposto oggettivo per l’applicazione del regime di non imponibilità IVA. La Corte ha stabilito che tale beneficio fiscale è una deroga al principio generale di applicazione dell’imposta e, come tale, deve essere interpretato in modo restrittivo.

Il regime agevolato è previsto per le cessioni di beni e prestazioni di servizi effettuate nei confronti dei comandi militari NATO ‘nell’esercizio delle proprie funzioni istituzionali’. La questione centrale era, quindi, definire l’esatta portata di questa espressione.

Le motivazioni

Le motivazioni della Suprema Corte si basano su un’analisi rigorosa delle fonti normative, inclusa la Direttiva IVA europea e il Protocollo sullo statuto dei quartieri generali militari internazionali. Il beneficio fiscale è concesso ‘al fine di agevolare lo stabilimento, la costruzione, la manutenzione e il funzionamento’ di tali quartieri, nell’interesse della ‘difesa comune’.

Di conseguenza, possono beneficiare della non imponibilità solo quelle operazioni che sono direttamente e indispensabilmente correlate allo sforzo comune di difesa. L’attività di vendita di gelati e pasticceria, sebbene possa contribuire al morale del personale, non è un’attività funzionale allo scopo difensivo. Essa soddisfa esigenze di carattere meramente privatistico degli utenti e ha un legame solo indiretto e occasionale con le finalità istituzionali dell’ente militare. Interpretare il ‘benessere psico-fisico’ come funzione istituzionale ai fini fiscali sarebbe un’estensione indebita della norma. La Corte ha quindi concluso che i giudici di merito hanno errato nell’applicare il regime di favore a un’attività priva di quel nesso di indispensabilità con la funzione di difesa richiesta dalla legge. Parallelamente, l’ordinanza ha anche affrontato un aspetto procedurale, chiarendo che in caso di società cancellata, i debiti tributari si trasferiscono agli ex soci per un fenomeno successorio, i quali diventano i soggetti legittimati a resistere in giudizio.

Le conclusioni

La pronuncia stabilisce un principio chiaro per le imprese che operano con le basi NATO: l’esenzione IVA nelle basi NATO non è automatica. È necessario valutare con estremo rigore se il bene ceduto o il servizio prestato sia strumentale e indispensabile all’esercizio delle funzioni istituzionali di difesa. Le attività che, pur svolgendosi in un contesto militare, sono dirette a soddisfare bisogni personali e privati del personale non possono godere del regime di non imponibilità. Questa interpretazione restrittiva impone agli operatori del settore una maggiore cautela nella qualificazione fiscale delle proprie operazioni per evitare future contestazioni da parte dell’Amministrazione Finanziaria.

La vendita di prodotti come gelati e pasticcini all’interno di una base militare NATO ha diritto all’esenzione IVA?
No. Secondo la Corte di Cassazione, tali attività non rientrano nel regime di non imponibilità IVA perché soddisfano esigenze di carattere privato del personale e non sono direttamente e indispensabilmente collegate alle funzioni istituzionali di difesa comune.

Come viene interpretato il concetto di ‘funzioni istituzionali’ ai fini dell’esenzione IVA per le forze NATO?
Il concetto deve essere interpretato in modo restrittivo. Riguarda esclusivamente le attività strettamente necessarie e strumentali allo sforzo comune di difesa e al funzionamento dei quartieri generali militari, come previsto dai trattati internazionali e dalla normativa europea, escludendo servizi solo occasionalmente o indirettamente collegati.

Chi risponde dei debiti fiscali di una società di persone dopo la sua cancellazione dal registro delle imprese?
Dopo la cancellazione, i debiti della società si trasferiscono ai soci in base a un fenomeno successorio. Pertanto, sono gli ex soci (e non l’ex legale rappresentante in quella qualità) ad avere la legittimazione passiva e a rispondere dei debiti, nei limiti previsti dal regime giuridico della società.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati