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Esenzione IVA attività turistiche: la Cassazione chiarisce

La Corte di Cassazione ha negato l’esenzione IVA a una società cooperativa che organizza escursioni fluviali a scopo turistico. La Corte ha stabilito che tale servizio non rientra né nel “trasporto urbano” né nelle “visite a parchi” ai fini dell’esenzione IVA attività turistiche, poiché quest’ultima è riservata a enti senza scopo di lucro che perseguono finalità culturali e non a imprese commerciali.

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Pubblicato il 13 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Esenzione IVA attività turistiche: Quando si applica? L’analisi della Cassazione

L’applicazione dell’esenzione IVA per attività turistiche rappresenta un tema di grande interesse per gli operatori del settore, specialmente quando le attività si svolgono in contesti di pregio naturalistico e culturale. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa luce sui rigidi presupposti per beneficiare di tale agevolazione, distinguendo nettamente tra attività commerciali e quelle con finalità culturali svolte da enti non profit. Analizziamo insieme i dettagli di questa importante decisione.

Il caso: Escursioni fluviali e la contestazione del Fisco

Una società cooperativa, attiva nell’organizzazione di escursioni fluviali in un noto parco naturale, si è vista contestare dall’Agenzia delle Entrate la mancata applicazione dell’IVA sui corrispettivi percepiti. La società sosteneva che la propria attività dovesse rientrare in una delle due ipotesi di esenzione previste dalla normativa IVA: o come ‘trasporto urbano di persone’ (art. 10, n. 14, d.P.R. 633/72) o come servizio relativo a ‘visite di parchi e beni culturali’ (art. 10, n. 22, d.P.R. 633/72).

Dopo una parziale vittoria in primo grado, la Commissione Tributaria Regionale aveva riformato la decisione, escludendo l’applicabilità di entrambe le esenzioni. La società ha quindi proposto ricorso in Cassazione per veder riconosciute le proprie ragioni.

La decisione della Corte sull’esenzione IVA per attività turistiche

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso della società, confermando la non applicabilità dell’esenzione IVA. La decisione si fonda su un’analisi distinta delle due norme invocate dalla contribuente.

Il rigetto dell’ipotesi di ‘trasporto urbano’

La Corte ha ritenuto inammissibile il motivo relativo alla qualificazione del servizio come trasporto urbano. I giudici hanno sottolineato che la nozione tributaria di trasporto urbano non coincide con quella civilistica. Per essere considerato tale ai fini fiscali, il trasporto deve inserirsi in un contesto di mobilità urbana, cosa che non accade per un servizio con chiare finalità turistiche, caratterizzato da stagionalità e orari specifici. L’escursione fluviale, essendo un’attività turistico-ricreativa, non può essere assimilata al trasporto pubblico locale.

Il cuore della questione: l’esenzione per visite a parchi e beni culturali

Il punto centrale della pronuncia riguarda l’interpretazione dell’art. 10, comma 1, n. 22, del d.P.R. 633/72. Questa norma esenta dall’IVA le prestazioni proprie di biblioteche, musei, parchi, giardini botanici e zoologici, e simili.

La Corte ha chiarito che, trattandosi di una norma agevolativa, essa deve essere interpretata in modo restrittivo. La sua ratio è quella di favorire la diffusione della cultura e la tutela del patrimonio artistico e ambientale.

Le motivazioni: perché le attività commerciali sono escluse

La motivazione della Corte è netta e si basa su un presupposto fondamentale: il beneficio dell’esenzione è riservato esclusivamente a enti che operano senza scopo di lucro. La norma, infatti, elenca una serie di soggetti (biblioteche, musei, ecc.) che, per loro natura, perseguono finalità eminentemente educative e culturali, non commerciali.

Secondo la Cassazione, l’esenzione si applica a due condizioni cumulative:

1. Natura del soggetto: L’ente che eroga il servizio deve essere privo di finalità di lucro e deve avere come scopo la diffusione del patrimonio artistico, storico e ambientale.
2. Natura della prestazione: Anche la singola prestazione deve essere priva di scopo di lucro.

Una società commerciale, come la cooperativa nel caso di specie, è per definizione un soggetto con finalità lucrative. Di conseguenza, non può rientrare nell’ambito di applicazione della norma, a prescindere dal fatto che l’attività si svolga all’interno di un’area di alto valore culturale e naturalistico. La Corte, pur correggendo la motivazione del giudice d’appello, giunge alla medesima conclusione: l’esenzione non spetta.

Le conclusioni: un principio chiaro per gli operatori del settore

In conclusione, la Corte di Cassazione stabilisce un principio fondamentale: l’esenzione IVA per attività turistiche e culturali prevista dall’art. 10, n. 22, d.P.R. 633/72 non è legata solo al tipo di attività svolta, ma anche e soprattutto alla natura giuridica del soggetto che la eroga. Le imprese commerciali che operano nel settore turistico, anche se in contesti di rilevante interesse culturale o ambientale, non possono beneficiare di questa specifica agevolazione, in quanto riservata al mondo del non profit. Questa pronuncia offre un criterio interpretativo chiaro, fondamentale per la corretta pianificazione fiscale degli operatori del settore.

Un servizio di trasporto turistico su un fiume può essere considerato ‘trasporto urbano’ ai fini dell’esenzione IVA?
No. Secondo la Corte di Cassazione, la nozione di trasporto urbano ai fini fiscali richiede che il servizio sia inserito in un sistema di mobilità cittadina. Un’attività con finalità prettamente turistico-ricreativa, stagionale e con orari specifici, non rientra in questa categoria.

Quali sono le condizioni per ottenere l’esenzione IVA per le visite a parchi e beni culturali prevista dall’art. 10, n. 22, d.P.R. 633/72?
Le condizioni sono due e devono sussistere entrambe: l’ente che fornisce il servizio deve essere senza scopo di lucro e perseguire la diffusione del patrimonio artistico, storico e ambientale; inoltre, anche la singola prestazione deve essere priva di finalità di lucro.

Una società commerciale che organizza tour in un parco naturale può beneficiare dell’esenzione IVA per le visite a parchi?
No. La Corte ha stabilito che questa esenzione è riservata agli enti non profit. Una società commerciale, avendo per sua natura uno scopo di lucro, è esclusa dal beneficio, anche se la sua attività promuove la conoscenza di un patrimonio culturale o naturale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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