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Esenzione IRPEF vittime del dovere: via libera a tutte le pensioni

Una contribuente, familiare superstite di una vittima del dovere, ha richiesto il rimborso dell’IRPEF sulla sua pensione di reversibilità. La Corte di Cassazione ha stabilito che l’esenzione IRPEF vittime del dovere ha natura soggettiva, legata allo status della persona, e si applica a tutti i trattamenti pensionistici percepiti dal beneficiario, non solo a quelli direttamente connessi all’evento lesivo. La Corte ha quindi respinto i ricorsi dell’Agenzia delle Entrate e dell’INPS, confermando il diritto al beneficio fiscale in modo estensivo.

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Pubblicato il 20 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Esenzione IRPEF vittime del dovere: la Cassazione estende il beneficio a tutte le pensioni

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha stabilito un principio di fondamentale importanza riguardo l’esenzione IRPEF vittime del dovere. Il beneficio fiscale riconosciuto ai familiari superstiti non è limitato alle sole pensioni direttamente collegate all’evento che ha causato lo status di vittima, ma si estende a tutti i trattamenti pensionistici da essi percepiti. Questa decisione chiarisce la natura soggettiva dell’agevolazione, legandola allo status della persona e non all’origine del reddito pensionistico.

I Fatti del Caso

Il caso ha origine dalla richiesta di rimborso dell’IRPEF presentata da una contribuente per gli anni dal 2017 al 2020. La signora, madre di un militare di leva deceduto in servizio e per questo riconosciuto come ‘vittima del dovere’, percepiva una pensione di reversibilità del marito. Sostenendo di avere diritto, in qualità di familiare superstite, all’esenzione fiscale prevista dalla legge, ha avviato un contenzioso contro il silenzio-rifiuto dell’amministrazione finanziaria.

Dopo una prima decisione sfavorevole, la Corte di Giustizia Tributaria di secondo grado accoglieva le sue ragioni. Contro questa sentenza, l’Agenzia delle Entrate e l’INPS hanno proposto ricorso in Cassazione.

L’Argomentazione degli Enti Ricorrenti

L’Agenzia delle Entrate e l’INPS sostenevano una tesi restrittiva. A loro avviso, l’esenzione IRPEF doveva applicarsi esclusivamente ai trattamenti pensionistici specifici, come le pensioni privilegiate, sorti come diretta conseguenza dell’evento lesivo che ha determinato il riconoscimento dello status di ‘vittima del dovere’. Estendere il beneficio a qualsiasi pensione, come quella di reversibilità del coniuge, avrebbe significato, secondo i ricorrenti, un’applicazione errata della norma, creando una disparità di trattamento rispetto ad altre categorie protette, come le vittime del terrorismo.

La Decisione della Cassazione sull’esenzione IRPEF vittime del dovere

La Corte di Cassazione ha respinto integralmente i ricorsi presentati dall’Agenzia delle Entrate e dall’INPS. Gli Ermellini hanno confermato la decisione della corte d’appello, stabilendo che il beneficio dell’esenzione fiscale per le vittime del dovere e i loro superstiti ha una portata generale e soggettiva.

Le Motivazioni

La Corte ha fondato la sua decisione su un’attenta analisi letterale e sistematica delle norme di riferimento, in particolare l’art. 1, comma 211, della Legge n. 232/2016, che estende i benefici previsti per le vittime del terrorismo (Legge n. 206/2004) anche alle vittime del dovere.

1. Natura Soggettiva del Beneficio: Il punto cruciale della motivazione risiede nell’aver qualificato l’agevolazione come soggettiva. Ciò significa che il diritto all’esenzione non dipende dalla tipologia di pensione percepita (natura oggettiva), ma dallo status personale di ‘vittima del dovere’ o di ‘familiare superstite’. Una volta acquisito tale status, il beneficio si applica a tutti i trattamenti pensionistici di cui il soggetto è titolare.

2. Interpretazione Letterale: I giudici hanno osservato che la legge estende i benefici ‘ai trattamenti pensionistici spettanti alle vittime del dovere e ai loro familiari superstiti’ senza porre alcuna condizione sulla loro origine o natura. L’assenza di una specifica correlazione tra la pensione e l’evento lesivo nel testo di legge impedisce un’interpretazione restrittiva.

3. Ratio Legis: La ratio legis della normativa è quella di fornire un sostegno concreto, sia morale che economico, a coloro che hanno subito gravi perdite al servizio dello Stato. Limitare l’esenzione solo ad alcune pensioni specifiche sarebbe contrario a questo intento del legislatore, riducendo la portata di una tutela che si vuole effettiva e non meramente simbolica.

Le Conclusioni

L’ordinanza della Cassazione consolida un orientamento giurisprudenziale di grande rilevanza sociale e pratica. Viene definitivamente chiarito che l’esenzione IRPEF per i familiari superstiti delle vittime del dovere è un diritto legato alla persona e non al singolo reddito. Di conseguenza, tutti i trattamenti pensionistici percepiti da questi soggetti, inclusa la pensione di reversibilità non direttamente collegata alla vittima, sono esenti da imposta. Questa decisione garantisce una tutela più ampia e coerente con la volontà del legislatore di sostenere pienamente chi ha pagato un prezzo altissimo al servizio della comunità.

L’esenzione IRPEF per i familiari superstiti delle vittime del dovere si applica a qualsiasi pensione?
Sì. La Corte di Cassazione ha stabilito che il beneficio fiscale si estende a tutti i trattamenti pensionistici percepiti dal familiare superstite, indipendentemente dalla loro origine. Questo include, ad esempio, una pensione di reversibilità derivante dal coniuge defunto.

Per ottenere l’esenzione, la pensione deve essere una conseguenza diretta dell’evento che ha causato lo status di vittima del dovere?
No. La Corte ha chiarito che non è necessaria alcuna correlazione tra la pensione e l’evento lesivo. Il beneficio ha natura soggettiva, cioè è collegato allo status di ‘familiare superstite di vittima del dovere’ e non alla specifica tipologia di pensione.

Qual è la logica dietro a un’interpretazione così ampia del beneficio fiscale?
La motivazione risiede nella volontà del legislatore (ratio legis) di garantire alle vittime e ai loro familiari strumenti adeguati di tutela e sostegno, sia morale che economico. Una visione restrittiva del beneficio sarebbe in contrasto con lo scopo della norma, che è quello di fornire un aiuto concreto e non meramente simbolico.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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