LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Esenzione IRES: ente pubblico non sempre escluso

Un ente, successore di un istituto previdenziale pubblico, ha contestato una cartella di pagamento per IRES, sostenendo di avere diritto a un’esenzione totale in quanto storicamente equiparato a un’Amministrazione dello Stato. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, specificando che l’elenco degli enti con esenzione IRES totale è tassativo e non include l’istituto in questione. Sebbene le attività previdenziali istituzionali siano considerate non commerciali e quindi non tassate, l’ente rimane soggetto passivo IRES per tutti gli altri redditi, come quelli di natura fondiaria o di capitale.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 17 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Esenzione IRES per Enti Pubblici: la Cassazione fa Chiarezza

La questione della tassazione degli enti pubblici, in particolare quelli con finalità previdenziali e assistenziali, è spesso al centro di complessi dibattiti giuridici. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha fornito un’importante delucidazione sul tema dell’esenzione IRES, stabilendo un principio netto: un ente previdenziale pubblico non gode di un’esenzione totale e automatica, ma resta soggetto a imposta per i redditi che non derivano dalla sua attività istituzionale. Analizziamo insieme i dettagli di questa decisione.

I Fatti di Causa: Un Contenzioso sull’Applicabilità dell’IRES

Il caso trae origine da una cartella di pagamento emessa dall’Agenzia delle Entrate nei confronti di un importante ente previdenziale nazionale, in qualità di successore di un istituto di previdenza del settore delle telecomunicazioni. La contestazione riguardava il tardivo versamento dell’IRES dichiarata per l’anno 2007, imposta che, secondo l’ente, non era affatto dovuta.

L’ente sosteneva di dover essere considerato, ai fini fiscali, come un'”Amministrazione dello Stato”, basandosi su una vecchia normativa (d.P.R. n. 542 del 1953) che ne prevedeva l’esenzione da tutte le imposte e tasse. Di conseguenza, riteneva di essere totalmente escluso dalla soggettività passiva IRES.

Mentre la Commissione Tributaria Provinciale aveva inizialmente dato ragione all’ente, la Commissione Tributaria Regionale aveva ribaltato la decisione, affermando che l’elenco degli enti totalmente esenti da IRES, previsto dall’art. 74 del Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR), è tassativo e non include l’istituto in questione. La controversia è così giunta dinanzi alla Corte di Cassazione.

La Questione Giuridica: Esenzione IRES Assoluta o Parziale?

Il cuore del dibattito legale verteva sulla corretta interpretazione delle norme fiscali relative agli enti pubblici. La domanda centrale era: un ente pubblico previdenziale, pur svolgendo un’attività di rilevanza sociale e non commerciale, deve essere considerato un soggetto passivo IRES per tutti i suoi redditi, oppure beneficia di un’esenzione totale in virtù della sua natura e delle normative storiche?

L’ente ricorrente ha basato la sua difesa su due argomenti principali:
1. L’equiparazione a un’Amministrazione dello Stato, che comporterebbe un’esclusione totale dall’imposta.
2. La natura esclusivamente previdenziale e assistenziale della sua attività, che per legge non costituisce esercizio di attività commerciale.

Le Motivazioni della Suprema Corte: La Distinzione Chiave

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, fornendo una motivazione chiara e strutturata che distingue nettamente due diversi livelli di agevolazione fiscale previsti dal TUIR.

La Tassatività dell’Elenco degli Enti Esclusi

In primo luogo, i giudici hanno ribadito che l’art. 74, comma 1, del TUIR elenca in modo tassativo gli enti che sono completamente esclusi dalla soggettività passiva IRES. Questi sono gli organi e le amministrazioni dello Stato, i comuni, le province e altri enti territoriali. L’istituto previdenziale in questione, essendo un ente pubblico non economico con personalità giuridica autonoma, non rientra in questa lista chiusa. Pertanto, non può beneficiare dell’esclusione totale.

La Decommercializzazione dell’Attività Previdenziale

La Corte ha poi analizzato il secondo comma dell’art. 74, che introduce un concetto diverso: la “decommercializzazione”. Questa norma stabilisce che l’esercizio di attività previdenziali, assistenziali e sanitarie da parte di enti pubblici istituiti a tale scopo non costituisce attività commerciale. L’effetto di questa disposizione non è escludere l’ente dall’imposta in sé, ma escludere dalla base imponibile i redditi derivanti da tale attività istituzionale. L’ente, quindi, rimane un soggetto passivo IRES, ma solo per gli eventuali altri redditi che produce, come quelli fondiari (da immobili) o di capitale (da investimenti finanziari).

Il Superamento delle Vecchie Norme di Favore

Infine, la Cassazione ha smontato l’argomento basato sulla normativa del 1953. I giudici hanno evidenziato come la grande riforma tributaria degli anni ’70 (in particolare l’art. 42 del d.P.R. n. 601 del 1973) abbia abrogato la maggior parte delle esenzioni e agevolazioni preesistenti, comprese quelle che equiparavano certi enti allo Stato per fini fiscali. Le attuali norme su IRPEG e IRES hanno regolato ex novo l’intera materia, assoggettando all’imposta gli enti di previdenza e prevedendo per loro un regime specifico, quello della decommercializzazione, che prevale su qualsiasi disposizione precedente.

Conclusioni

La sentenza stabilisce un principio fondamentale per tutti gli enti pubblici non economici con finalità previdenziali: essere un ente pubblico non significa essere esenti da ogni imposta. L’esenzione IRES per questi soggetti è parziale e mirata: riguarda esclusivamente i proventi derivanti dalla loro missione istituzionale. Per tutti gli altri redditi (immobiliari, finanziari, ecc.), l’ente è un contribuente come gli altri e deve adempiere ai relativi obblighi dichiarativi e di versamento. Questa decisione rafforza una visione del sistema fiscale in cui le esenzioni sono l’eccezione, strettamente interpretate, e la regola è la partecipazione di tutti i soggetti produttori di reddito al gettito fiscale, seppur con le dovute distinzioni basate sulla natura dell’attività svolta.

Un ente pubblico di previdenza è sempre esente dal pagamento dell’IRES?
No. La sentenza chiarisce che l’esenzione non è assoluta. L’ente è escluso dalla tassazione solo per i redditi derivanti dalla sua attività istituzionale (previdenziale, assistenziale, sanitaria), ma rimane un soggetto passivo IRES per tutti gli altri redditi che produce.

Quali redditi di un ente previdenziale sono soggetti a IRES?
Sono tassabili tutti i redditi che non derivano strettamente dall’attività previdenziale e assistenziale. La sentenza, richiamando le difese dell’Agenzia delle Entrate, fa riferimento a redditi fondiari (derivanti da immobili) e redditi di capitale (derivanti da investimenti), che devono essere regolarmente dichiarati e tassati.

Un ente pubblico può essere equiparato a un’Amministrazione dello Stato per ottenere un’esenzione fiscale generale?
No, non più per le imposte dirette moderne. La Corte ha stabilito che le normative storiche che prevedevano tale equiparazione sono state abrogate e superate dalla riforma tributaria degli anni ’70. La disciplina attuale dell’IRES prevede un elenco tassativo di enti statali e territoriali esclusi dall’imposta, nel quale non rientrano gli enti pubblici di previdenza.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati