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Esenzione IRAP sindaco: sì al rimborso, ecco perché

Un studio professionale ha richiesto il rimborso dell’IRAP versata sui compensi percepiti da un associato per il suo ruolo di sindaco di società. L’Agenzia delle Entrate si è opposta, sostenendo che l’appartenenza allo studio implicasse l’esistenza di un’autonoma organizzazione. La Corte di Cassazione ha confermato il diritto all’esenzione IRAP sindaco, ribadendo che tale attività, per sua natura personale e fiduciaria, non costituisce di per sé presupposto per l’imposta, anche se svolta da un professionista associato, a condizione che i compensi siano separati da quelli dello studio. La Corte ha inoltre respinto l’eccezione di tardività della richiesta di rimborso.

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Pubblicato il 19 agosto 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Esenzione IRAP Sindaco: La Cassazione Conferma il Diritto al Rimborso

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione è tornata a pronunciarsi su un tema di grande interesse per i professionisti: l’esenzione IRAP sindaco. La Suprema Corte ha confermato un principio ormai consolidato, stabilendo che i compensi derivanti dall’attività di sindaco di società non sono soggetti a IRAP, neanche quando il professionista fa parte di uno studio associato. Questa decisione chiarisce ulteriormente i confini del presupposto impositivo dell’autonoma organizzazione.

I Fatti del Caso: La Richiesta di Rimborso IRAP

Uno studio associato di dottori commercialisti aveva presentato un’istanza di rimborso per l’IRAP versata relativamente ai compensi percepiti da un proprio associato per incarichi di componente di collegi sindacali. Secondo lo studio, tali compensi, derivanti da un’attività di natura strettamente personale e fiduciaria, non dovevano essere assoggettati all’imposta in quanto privi del requisito dell’autonoma organizzazione.

Di fronte al silenzio-rifiuto dell’Amministrazione finanziaria, lo studio ha avviato un contenzioso. Sia la Commissione Tributaria Provinciale che la Corte di Giustizia Tributaria di secondo grado hanno dato ragione al contribuente, riconoscendo il diritto al rimborso.

I Motivi del Ricorso dell’Agenzia delle Entrate

L’Agenzia delle Entrate ha impugnato la decisione di secondo grado dinanzi alla Corte di Cassazione, basando il proprio ricorso su due motivi principali:

1. Tardività dell’istanza: L’Amministrazione sosteneva che la richiesta di rimborso, presentata nel 2018 per l’IRAP relativa all’anno d’imposta 2013, fosse stata presentata oltre il termine di decadenza di 48 mesi.
2. Presupposto impositivo: Secondo l’Agenzia, l’appartenenza del professionista a uno studio associato integra ex se (cioè di per sé) il requisito dell’autonoma organizzazione, rendendo ogni provento percepito, inclusi quelli per l’attività di sindaco, automaticamente soggetto a IRAP.

La Decisione della Corte: Analisi sull’Esenzione IRAP Sindaco

La Corte di Cassazione ha rigettato integralmente il ricorso dell’Agenzia delle Entrate, confermando la correttezza delle sentenze dei giudici di merito.

La Tempestività della Domanda di Rimborso

Sul primo punto, la Corte ha chiarito che il termine di 48 mesi per la richiesta di rimborso non decorre dall’anno d’imposta, ma dalla data in cui sono stati effettuati i singoli versamenti. Poiché i pagamenti erano avvenuti nel corso del 2014, l’istanza presentata nel giugno 2018 risultava pienamente tempestiva.

L’Attività di Sindaco e l’Assenza di Autonoma Organizzazione

Sul secondo e più rilevante motivo, la Corte ha ribadito il suo orientamento consolidato in materia di esenzione IRAP sindaco. L’incarico di sindaco di società è un’attività strettamente personale e fiduciaria, che si espleta principalmente attraverso il lavoro intellettuale del professionista. Di conseguenza, non necessita di un’autonoma organizzazione per essere svolta.

La Suprema Corte ha precisato che la mera partecipazione a uno studio associato non è sufficiente a rendere imponibile tale reddito. Il pagamento dell’IRAP non è dovuto se i redditi percepiti sono riconducibili a un’attività esclusivamente personale e sono scorporabili da quelli dello studio associato, come il contribuente era stato in grado di dimostrare nel caso di specie.

Le Motivazioni della Sentenza

Le motivazioni della Corte si fondano sulla distinzione tra l’attività ordinaria di commercialista, svolta potenzialmente con il supporto della struttura associata, e l’incarico di sindaco, che per legge ha carattere individuale. Richiamando numerose pronunce precedenti, i giudici hanno affermato che “in tema di IRAP, qualora il professionista, oltre a svolgere attività ordinaria di commercialista, sia titolare della carica di sindaco di società, l’imposta non è dovuta anche per i compensi correlati a quest’ultima attività, che vanno pertanto scorporati”. L’appartenenza allo studio associato non inverte l’onere della prova: non è il professionista a dover dimostrare di non essersi avvalso della struttura, ma è l’Amministrazione finanziaria a dover provare il contrario. In assenza di tale prova, l’attività di sindaco resta esclusa dal campo di applicazione dell’imposta.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Pronuncia

Questa ordinanza consolida un importante principio a favore dei professionisti che ricoprono cariche in organi di controllo societari. Le conclusioni pratiche sono chiare: un professionista, anche se membro di uno studio associato, può legittimamente chiedere il rimborso dell’IRAP versata sui compensi da sindaco, a condizione di poter dimostrare che tali proventi sono stati gestiti separatamente da quelli dell’attività ordinaria dello studio. La decisione sottolinea come il presupposto dell’autonoma organizzazione debba essere verificato in concreto per la specifica attività svolta, e non presunto in astratto sulla base della forma giuridica in cui il professionista opera.

L’attività di sindaco di società svolta da un professionista associato è sempre soggetta a IRAP?
No. L’imposta non è dovuta se l’attività di sindaco è svolta in modo individuale e separato, senza avvalersi dell’organizzazione dello studio associato. È necessario che i relativi compensi siano chiaramente scorporabili da quelli generati dall’attività ordinaria dello studio.

La semplice appartenenza a uno studio associato implica l’automatica applicazione dell’IRAP a tutti i redditi del professionista?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che la mera partecipazione a uno studio associato non integra di per sé il presupposto dell’autonoma organizzazione per ogni attività svolta dal socio. L’imponibilità dipende dall’effettivo utilizzo della struttura organizzativa dello studio per lo svolgimento dello specifico incarico.

Da quando decorre il termine per richiedere il rimborso di un’imposta non dovuta come l’IRAP?
Il termine di decadenza di 48 mesi per presentare l’istanza di rimborso decorre dalla data di ogni singolo versamento dell’imposta e non dall’anno fiscale a cui essa si riferisce.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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