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Esenzione IMU università: quando le rette la escludono

Una università privata si è vista negare il diritto all’esenzione IMU per l’anno 2016. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che per beneficiare dell’agevolazione fiscale, l’ente deve fornire prova rigorosa che l’attività didattica sia svolta con modalità non commerciali, ovvero gratuitamente o con rette puramente simboliche. La sola qualifica di ente non profit non è sufficiente, e la mancata presentazione di bilanci o altra documentazione idonea a dimostrare la natura non commerciale dell’attività determina il rigetto della richiesta di esenzione IMU.

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Pubblicato il 26 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Esenzione IMU per le Università: la Cassazione fissa i paletti sulle rette

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito i rigidi criteri per l’applicazione dell’esenzione IMU agli enti non commerciali, con particolare riferimento al settore universitario. La decisione sottolinea come non sia sufficiente la natura non profit dell’ente, ma sia necessario dimostrare concretamente che l’attività didattica sia svolta senza finalità di lucro, attraverso la gratuità del servizio o l’applicazione di rette puramente simboliche. Vediamo nel dettaglio il caso e i principi affermati dai giudici.

I Fatti di Causa: la controversia sull’IMU di un’università

Una nota università privata si era vista recapitare un avviso di accertamento dal Comune per il mancato pagamento dell’IMU relativo all’anno 2016 per alcuni immobili destinati ad attività didattiche, scientifiche e amministrative. L’ateneo sosteneva di aver diritto all’esenzione in quanto ente non commerciale. Il Comune, al contrario, riteneva che l’attività didattica svolta, in particolare per un corso di laurea, fosse di natura privata e che altri locali fossero adibiti a uffici amministrativi o laboratori teatrali, escludendo così il diritto all’agevolazione.
La controversia è passata per i due gradi di giudizio tributario, con un accoglimento solo parziale in primo grado, e un successivo rigetto dell’appello dell’università in secondo grado. La questione è così approdata in Corte di Cassazione.

L’Eccezione di Giudicato Esterno e la sua Reiezione

L’università ha tentato di far valere il principio del “giudicato esterno”, sostenendo che una precedente sentenza favorevole, sebbene relativa a un altro tributo (la TASI) e a un’annualità diversa (2015), dovesse vincolare anche la decisione attuale. La Cassazione ha respinto con fermezza questa argomentazione. I giudici hanno chiarito che, in materia tributaria, il giudicato formatosi su un determinato periodo d’imposta può vincolare i giudizi futuri solo per quegli elementi di fatto che hanno carattere permanente e stabile nel tempo. Non si estende, invece, all’interpretazione delle norme giuridiche né a circostanze fattuali che, come la modalità di svolgimento di un’attività, sono soggette a variazioni annuali.

Esenzione IMU e Attività Non Commerciale: L’Onere della Prova

Il punto cruciale della controversia riguarda i requisiti per ottenere l’esenzione IMU prevista per gli enti non commerciali. La Corte ha ribadito il suo orientamento consolidato: l’esenzione richiede la compresenza di un requisito soggettivo (essere un ente non commerciale) e di uno oggettivo (svolgere l’attività con modalità non commerciali).
L’onere di provare la sussistenza di entrambi i requisiti grava interamente sul contribuente. L’università, secondo i giudici, non ha fornito alcuna prova concreta, come bilanci o altra documentazione contabile, che attestasse la natura non commerciale della sua attività. In particolare, non ha dimostrato che le rette versate dagli studenti fossero meramente “simboliche”, cioè tali da non coprire neppure in minima parte i costi del servizio offerto.

La Decisione della Corte: Niente Esenzione IMU Senza Prova

Sulla base delle considerazioni esposte, la Corte di Cassazione ha rigettato integralmente il ricorso dell’università, confermando la decisione della Corte di Giustizia Tributaria di secondo grado.

Le Motivazioni

La Corte ha motivato la sua decisione su due pilastri principali. In primo luogo, l’infondatezza dell’eccezione di giudicato esterno, poiché la valutazione sulla natura commerciale o meno di un’attività deve essere effettuata anno per anno, sulla base di elementi fattuali specifici. In secondo luogo, e in modo decisivo, la mancata assoluzione dell’onere della prova da parte del contribuente. La giurisprudenza è chiara nel definire “simbolica” una retta che non copre neppure marginalmente i costi del servizio, escludendo l’esenzione se la retta supera la metà del prezzo medio di mercato. L’università non ha fornito alcun elemento documentale per supportare la sua tesi, rendendo la sua richiesta di esenzione infondata. La Corte ha inoltre dichiarato inammissibile parte del ricorso per il principio della “doppia conforme”, non avendo l’ateneo evidenziato specifiche differenze nelle ricostruzioni dei fatti tra la sentenza di primo e secondo grado.

Le Conclusioni

La pronuncia rappresenta un importante monito per tutti gli enti non commerciali, in particolare quelli operanti nel settore dell’istruzione. Per poter beneficiare dell’esenzione IMU, non è sufficiente rivendicare la propria natura non profit, ma è indispensabile essere in grado di dimostrare, con prove concrete e documentali, che le attività svolte negli immobili sono gestite con modalità effettivamente non commerciali. La prova del carattere “simbolico” dei corrispettivi richiesti agli utenti diventa un elemento fondamentale e imprescindibile, la cui assenza preclude l’accesso al beneficio fiscale.

Un’università privata ha sempre diritto all’esenzione IMU per gli immobili usati per la didattica?
No. L’esenzione IMU non è automatica. L’università deve dimostrare non solo di essere un ente non commerciale (requisito soggettivo), ma anche che l’attività didattica è svolta con modalità non commerciali (requisito oggettivo), ovvero gratuitamente o dietro pagamento di rette puramente simboliche.

Cosa si intende per retta “simbolica” ai fini dell’esenzione IMU?
Secondo la Corte, una retta è “simbolica” solo se non copre neppure in minima parte i costi del servizio. Se la retta supera la metà del prezzo medio di mercato per servizi analoghi, l’attività viene qualificata come commerciale, escludendo così l’esenzione.

Una precedente sentenza favorevole su un tributo simile garantisce la vittoria per gli anni successivi?
No. In materia di tributi periodici come l’IMU, una sentenza favorevole su un anno d’imposta non vincola automaticamente i giudizi sugli anni successivi. Il giudicato copre solo gli elementi di fatto stabili e permanenti, ma non le valutazioni, come la natura commerciale dell’attività, che possono variare di anno in anno e richiedono una nuova prova.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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