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Esenzione IMU università: quando è valida?

La Corte di Cassazione si è pronunciata sul tema dell’esenzione IMU per un’università privata. Con l’ordinanza in esame, ha stabilito che per beneficiare dell’esenzione, l’attività didattica non deve solo essere senza scopo di lucro, ma deve essere svolta gratuitamente o dietro pagamento di un corrispettivo meramente ‘simbolico’. Rette che, pur essendo inferiori ai costi del servizio pubblico, coprono una parte significativa dei costi di gestione, escludono il carattere non commerciale dell’attività e, di conseguenza, il diritto all’esenzione. L’onere di provare la natura simbolica delle rette spetta all’ente.

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Pubblicato il 26 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Esenzione IMU università: La Cassazione chiarisce i requisiti

Il tema dell’esenzione IMU per le università e gli enti non profit è da sempre al centro di un vivace dibattito giuridico. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fornito un’interpretazione rigorosa dei requisiti necessari per beneficiare di tale agevolazione, soffermandosi in particolare sulla nozione di “attività non commerciale”. La decisione sottolinea che non è sufficiente operare senza scopo di lucro: per ottenere l’esenzione, il servizio deve essere erogato gratuitamente o a fronte di rette puramente simboliche.

I Fatti del Caso: La Controversia sull’IMU

La vicenda trae origine da un avviso di accertamento emesso da un Comune nei confronti di un’università privata. L’amministrazione locale richiedeva il pagamento dell’IMU per l’anno d’imposta 2015 su un immobile destinato a sede della facoltà di giurisprudenza. L’ateneo, pur avendo versato l’imposta per altri immobili, riteneva che quello specifico edificio fosse esente, in quanto utilizzato per attività didattica istituzionale svolta senza fini di lucro.

Nei primi due gradi di giudizio, le Commissioni Tributarie avevano dato ragione all’università, ritenendo che l’attività non avesse carattere commerciale e che le rette, essendo notevolmente inferiori al costo del servizio offerto dallo Stato, non ne alterassero la natura. Il Comune, tuttavia, ha impugnato la decisione dinanzi alla Corte di Cassazione.

I requisiti per l’esenzione IMU per le università

Il ricorso del Comune si fondava su due motivi principali. In primo luogo, si contestava che il giudice di secondo grado avesse riconosciuto il carattere non commerciale dell’attività basandosi su documenti generici, come bilanci e rendicontazioni, senza una prova concreta fornita dall’ateneo.

In secondo luogo, e questo è il punto cruciale, il Comune sosteneva che le rette richieste agli studenti (con importi medi superiori a 3.400 euro) non potessero in alcun modo essere considerate “simboliche”. Secondo la tesi del ricorrente, l’esenzione fiscale è legittima solo se l’attività è svolta a titolo completamente gratuito o dietro il pagamento di un importo irrisorio, che non costituisca una reale controprestazione economica.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso del Comune, cassando la sentenza impugnata e rigettando l’originaria pretesa dell’università. La motivazione dei giudici di legittimità è chiara e si allinea a un consolidato orientamento giurisprudenziale.

Il fulcro della decisione risiede nella definizione di corrispettivo simbolico. La Corte ha ribadito che per tale si deve intendere un ammontare “irrisorio, marginale, del tutto residuale”, tale da non potersi porre in relazione con il servizio reso. Una retta che, seppur inferiore ai costi standard del sistema pubblico, consente una parziale copertura dei costi di gestione, non può essere definita simbolica. Di conseguenza, l’attività che la prevede assume una connotazione commerciale ai fini fiscali, facendo venir meno il diritto all’esenzione IMU.

La Corte ha inoltre sottolineato che l’onere della prova grava interamente sul contribuente che invoca l’agevolazione. L’università avrebbe dovuto dimostrare con dati concreti che le sue modalità operative fossero effettivamente non commerciali, e la mera circostanza di operare in pareggio o in perdita non è di per sé sufficiente. L’esenzione è una deroga alla regola generale della contribuzione e, come tale, richiede una prova rigorosa dei suoi presupposti.

Le Conclusioni

La pronuncia ha importanti implicazioni pratiche per tutte le università private, le scuole paritarie e gli enti del Terzo Settore che svolgono attività didattiche o assimilabili. Per poter legittimamente beneficiare dell’esenzione IMU, non basta dimostrare l’assenza di un profitto. È indispensabile provare che il servizio sia offerto in modo quasi gratuito, con corrispettivi che siano veramente simbolici e non rappresentino una forma, seppur parziale, di remunerazione dell’attività. In assenza di tale prova, l’immobile sarà considerato soggetto all’imposta municipale, anche se destinato a finalità di alto valore sociale come l’istruzione.

Un’università privata ha sempre diritto all’esenzione IMU per gli immobili destinati all’istruzione?
No. L’esenzione è subordinata alla dimostrazione che l’attività didattica sia svolta con modalità non commerciali. Secondo la Corte di Cassazione, ciò significa che il servizio deve essere reso gratuitamente o a fronte di un corrispettivo puramente simbolico.

Cosa si intende per “corrispettivo simbolico” ai fini dell’esenzione IMU?
Un corrispettivo simbolico è una somma irrisoria, marginale e del tutto residuale, tale da non potersi considerare una vera e propria controprestazione per il servizio. Non è sufficiente che le rette siano inferiori ai costi del servizio o a quelle del sistema pubblico; devono essere così basse da rendere la prestazione quasi gratuita.

Su chi ricade l’onere di provare i requisiti per l’esenzione IMU?
L’onere della prova ricade sul contribuente che chiede di beneficiare dell’esenzione. L’ente deve fornire prove concrete e specifiche che dimostrino lo svolgimento dell’attività con modalità non commerciali, non potendo basarsi solo su elementi generali come statuti o bilanci.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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