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Esenzione IMU società sportiva: la Cassazione decide

Una società sportiva dilettantistica in forma di S.r.l. si è vista negare il rimborso IMU. La Corte di Cassazione ha annullato la decisione, affermando che per l’esenzione IMU società sportiva ciò che conta è la natura non commerciale dell’attività, non la forma giuridica.

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Pubblicato il 14 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Esenzione IMU società sportiva: la forma giuridica non conta

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha stabilito un principio fondamentale per il mondo dello sport dilettantistico: l’esenzione IMU società sportiva non dipende dalla forma giuridica dell’ente, ma dalla natura non commerciale dell’attività svolta. Questa decisione chiarisce che anche una Società Sportiva Dilettantistica (SSD) costituita come S.r.l. può beneficiare dell’agevolazione fiscale, a patto di rispettare determinati requisiti sostanziali.

I fatti del caso

Una società sportiva dilettantistica, costituita in forma di società a responsabilità limitata (S.r.l.), aveva richiesto a un Comune il rimborso delle somme versate a titolo di IMU e TASI per l’anno d’imposta 2016. La richiesta si basava sulla convinzione di aver diritto all’esenzione prevista per gli enti non commerciali che utilizzano gli immobili per attività sportive.

Tuttavia, la Commissione Tributaria Regionale aveva respinto l’appello della società. Il giudice di secondo grado aveva ritenuto che la forma giuridica di società commerciale fosse di per sé ostativa al riconoscimento del beneficio fiscale, escludendo a priori il possesso del requisito soggettivo necessario per l’esenzione.

La questione giuridica: SSD e ASD sono equiparate?

La controversia è giunta dinanzi alla Corte di Cassazione, che ha dovuto risolvere una precisa quaestio iuris: una SSD costituita come società di capitali può essere equiparata a un’Associazione Sportiva Dilettantistica (ASD) ai fini dell’esenzione IMU? I giudici di merito avevano risposto negativamente, fermandosi all’analisi formale della veste societaria.

Le motivazioni

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso della società, cassando la sentenza impugnata e ribaltando completamente la prospettiva. I giudici supremi hanno sottolineato che la normativa di settore, in particolare l’art. 90 della Legge n. 289/2002, equipara esplicitamente le SSD alle ASD ai fini delle disposizioni tributarie.

La Corte ha chiarito i seguenti punti cruciali:

1. Equiparazione normativa: La legge estende le agevolazioni fiscali previste per le ASD anche alle SSD costituite come società di capitali, a condizione che siano ‘senza fine di lucro’.
2. Requisiti statutari: Lo statuto di una SSD deve prevedere esplicitamente l’assenza di scopo di lucro, il divieto di distribuzione degli utili (anche in forma indiretta) e l’obbligo di devolvere il patrimonio a fini sportivi in caso di scioglimento.
3. Riconoscimento del CONI: Il CONI è l’unico organismo certificatore della natura sportiva dilettantistica di società e associazioni. Il possesso di tale riconoscimento è un elemento fondamentale per accedere alle agevolazioni.

Il vero errore dei giudici di merito, secondo la Cassazione, è stato quello di non andare oltre l’aspetto formale. Hanno escluso l’esenzione IMU società sportiva basandosi unicamente sulla natura commerciale della forma di S.r.l., senza verificare se l’attività concretamente svolta all’interno dell’immobile fosse effettivamente non commerciale. L’esenzione, infatti, è legata all’uso dell’immobile e alla natura dell’attività, non alla veste giuridica dell’ente proprietario.

Le conclusioni

La Corte ha cassato la sentenza e rinviato la causa alla Corte di giustizia tributaria di secondo grado in diversa composizione. Il nuovo giudice dovrà riesaminare il caso attenendosi al principio secondo cui la forma di società di capitali non preclude di per sé l’accesso all’esenzione IMU. Sarà necessario verificare la corrispondenza tra la veste formale di SSD senza scopo di lucro (certificata dal CONI) e la natura effettivamente non commerciale dell’attività sportiva svolta. Spetta all’ente che richiede l’agevolazione dimostrare la sussistenza di tutti i requisiti, sia soggettivi (natura non commerciale) che oggettivi (destinazione dell’immobile).

Una società sportiva dilettantistica costituita come S.r.l. ha diritto all’esenzione IMU?
Sì, può avere diritto all’esenzione. La Corte di Cassazione ha stabilito che la forma giuridica di società di capitali non esclude automaticamente il beneficio, a condizione che l’ente sia senza scopo di lucro, riconosciuto dal CONI e che l’attività svolta nell’immobile sia effettivamente non commerciale.

Cosa deve dimostrare una società sportiva per ottenere l’esenzione IMU?
Deve dimostrare di possedere tutti i requisiti richiesti dalla norma. In particolare, deve provare che l’immobile sia destinato esclusivamente allo svolgimento di attività sportive dilettantistiche con modalità non commerciali e di possedere i requisiti soggettivi, come lo status di ente non commerciale attestato da statuto e dal riconoscimento del CONI.

La forma giuridica commerciale esclude automaticamente il beneficio fiscale per un ente sportivo?
No. Secondo la Corte, i giudici non possono fermarsi alla mera analisi della forma giuridica (es. S.r.l.), ma devono verificare la corrispondenza tra la veste formale di ente non commerciale e la natura dell’attività concretamente esercitata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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