LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Esenzione IMU: retta ridotta non significa simbolica

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 20978/2024, ha negato l’esenzione IMU a un ente religioso che svolgeva attività didattica. La Corte ha stabilito che una retta annuale di 1.900 euro, sebbene inferiore ai costi medi statali, non può essere considerata un ‘corrispettivo simbolico’. L’attività è stata quindi ritenuta di natura commerciale, escludendo il diritto all’agevolazione fiscale. L’onere di provare la natura non commerciale dell’attività ricade interamente sul contribuente.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 8 dicembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Esenzione IMU per Enti Non Commerciali: Quando la Retta Non è ‘Simbolica’

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha riacceso i riflettori su un tema di grande interesse per il mondo del non profit: i requisiti per ottenere l’esenzione IMU. In particolare, la Suprema Corte ha chiarito che, per le attività didattiche, una retta significativamente inferiore ai costi medi non è di per sé sufficiente a qualificare l’attività come ‘non commerciale’ e a garantire l’agevolazione fiscale. Vediamo nel dettaglio i contorni di questa importante decisione.

I Fatti di Causa

Il caso nasce dal ricorso di un’amministrazione comunale contro la decisione di una Commissione Tributaria Regionale. Quest’ultima aveva concesso a un istituto scolastico gestito da un ente religioso l’esenzione dall’IMU per l’anno 2013, annullando il relativo avviso di accertamento. L’ente impositore ha impugnato la decisione, sostenendo che l’istituto non avesse fornito la prova necessaria a dimostrare la sussistenza dei requisiti per il beneficio, in particolare la natura non commerciale dell’attività didattica svolta.

I Requisiti per l’Esenzione IMU: l’Analisi della Corte

La Corte di Cassazione ha colto l’occasione per riepilogare i principi consolidati in materia di esenzione IMU per gli enti non commerciali. Per beneficiare dell’agevolazione, devono coesistere tre condizioni cumulative:
1. Requisito soggettivo: l’immobile deve essere utilizzato da un ente non commerciale.
2. Requisito oggettivo: l’immobile deve essere destinato esclusivamente allo svolgimento di una delle attività meritevoli previste dalla legge (assistenziali, sanitarie, didattiche, culturali, religiose, etc.).
3. Modalità di svolgimento: tali attività devono essere svolte con modalità non commerciali.

Il punto cruciale della controversia risiedeva proprio in quest’ultimo aspetto. Secondo la giurisprudenza, un’attività si considera svolta con modalità non commerciali quando è resa a titolo gratuito o dietro il versamento di un corrispettivo meramente simbolico, che copra solo una frazione minima del costo effettivo del servizio.

Le Motivazioni della Decisione

Nel caso specifico, la Commissione Tributaria Regionale aveva ritenuto sufficiente, per concedere l’esenzione, il fatto che la retta annuale richiesta dall’istituto (circa 1.900 euro per allievo) fosse ‘significativamente inferiore’ al costo medio per studente pubblicato dal Ministero dell’Istruzione (circa 5.739 euro). La Cassazione ha bocciato questa interpretazione, giudicandola errata.

I giudici di legittimità hanno affermato che un corrispettivo, per quanto ridotto rispetto ai valori di mercato, non può essere definito ‘simbolico’ solo per questo. Un importo simbolico deve essere talmente irrisorio, marginale e residuale da rendere la prestazione quasi gratuita. Una retta di 1.900 euro annui, pur essendo vantaggiosa, non può essere considerata tale, configurandosi piuttosto come un corrispettivo, seppur parziale, per il servizio offerto. Di conseguenza, l’attività svolta dall’istituto non poteva che essere qualificata come commerciale.

Inoltre, la Corte ha ribadito che l’onere di dimostrare in concreto la sussistenza di tutti i requisiti per l’esenzione grava sul contribuente, e la semplice produzione di documenti statutari non è sufficiente a fornire tale prova sostanziale.

Conclusioni

La Suprema Corte ha quindi accolto il ricorso dell’amministrazione comunale, cassando la sentenza impugnata e, decidendo nel merito, ha rigettato la richiesta di esenzione originariamente avanzata dall’istituto. Questa ordinanza rappresenta un monito importante per tutti gli enti non commerciali: per ottenere l’esenzione IMU, non basta svolgere un’attività meritevole o applicare tariffe inferiori a quelle di mercato. È indispensabile poter dimostrare, con prove concrete, che il servizio sia erogato in modo sostanzialmente gratuito o dietro il pagamento di un corrispettivo che sia, a tutti gli effetti, puramente simbolico e non una forma, seppur ridotta, di remunerazione.

Un ente non commerciale che svolge attività didattica ha sempre diritto all’esenzione IMU?
No. L’esenzione non è automatica. L’ente deve dimostrare che l’attività didattica è svolta con modalità non commerciali, cioè gratuitamente o dietro versamento di un corrispettivo puramente simbolico, oltre a possedere gli altri requisiti di legge.

Una retta scolastica inferiore al costo medio statale è sufficiente per ottenere l’esenzione IMU?
No. Secondo la Corte di Cassazione, il fatto che una retta sia ‘significativamente inferiore’ al costo medio non la qualifica automaticamente come ‘simbolica’. Un corrispettivo simbolico deve essere irrisorio e marginale, tale da rendere la prestazione quasi gratuita, cosa che una retta di 1.900 euro annui non è stata ritenuta essere.

Chi deve provare i requisiti per ottenere l’esenzione IMU?
L’onere della prova ricade interamente sul contribuente. È l’ente che chiede l’esenzione a dover dimostrare in concreto l’esistenza di tutte le condizioni richieste dalla legge, inclusa la natura non commerciale delle modalità con cui l’attività viene svolta.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati