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Esenzione IMU: quando la retta scolastica è simbolica?

Una congregazione religiosa ha richiesto l’esenzione IMU per i propri immobili, inclusa una scuola paritaria. La Corte di Cassazione ha negato l’esenzione IMU per la scuola, stabilendo che la retta annuale, compresa tra 1.200 e 1.300 euro per studente, non può essere considerata ‘simbolica’, rendendo di fatto l’attività di natura commerciale. La Corte ha inoltre confermato l’imposta sugli immobili dichiarati inutilizzati, poiché l’ente non aveva presentato la prescritta dichiarazione al Comune né provato la sua conoscenza dello stato dei beni.

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Pubblicato il 13 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Esenzione IMU per gli Enti Non Commerciali: La Cassazione e il Criterio della Retta “Simbolica”

L’esenzione IMU per gli enti non commerciali è un tema di costante dibattito, specialmente quando questi svolgono attività che, pur avendo finalità sociali, prevedono il pagamento di un corrispettivo. Un’ordinanza della Corte di Cassazione ha recentemente ribadito i paletti per il riconoscimento del beneficio, focalizzandosi sul concetto di “retta simbolica” per le attività didattiche. Il caso analizzato riguarda una congregazione religiosa a cui era stato notificato un avviso di accertamento per il mancato pagamento dell’IMU su diversi immobili, tra cui una scuola paritaria.

I Fatti del Caso: Una Richiesta di Esenzione IMU Contesa

Una congregazione religiosa si è vista recapitare un avviso di accertamento da parte di un Comune per il mancato pagamento dell’IMU relativa all’anno 2015 per 21 immobili di sua proprietà. L’ente ha impugnato l’atto, sostenendo di aver diritto all’esenzione in quanto gli immobili erano destinati in parte ad attività di culto, in parte ad attività didattica esente e in parte erano inutilizzati.

La Commissione Tributaria Regionale, pur accogliendo parzialmente l’appello per un giardino pertinenziale al convento, ha confermato l’imposta per gli immobili adibiti a scuola paritaria e per quelli inutilizzati. La motivazione dei giudici di merito si basava su due punti principali:

1. Attività didattica: le rette richieste agli studenti non erano di carattere simbolico, configurando quindi un’attività di natura commerciale.
2. Immobili inutilizzati: non era stata presentata la prescritta dichiarazione al Comune per attestare tale condizione.

L’ente ha quindi proposto ricorso per cassazione, contestando la decisione.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato integralmente il ricorso della congregazione religiosa, confermando la decisione della Commissione Tributaria Regionale. I giudici di legittimità hanno esaminato e respinto tutti i motivi di ricorso, fornendo importanti chiarimenti sui requisiti necessari per beneficiare dell’esenzione dall’imposta municipale.

Le Motivazioni: Analisi dei Punti Chiave

La Corte ha basato la sua decisione su principi ormai consolidati nella giurisprudenza tributaria, analizzando nel dettaglio le questioni sollevate.

La Questione della Retta Scolastica e l’Esenzione IMU

Il punto centrale della controversia riguardava la natura dell’attività didattica. La Cassazione ha ribadito che, per ottenere l’esenzione IMU, l’attività svolta dall’ente non commerciale deve essere priva di carattere commerciale. Nel caso di una scuola, questo si traduce nella necessità che il servizio sia erogato gratuitamente o a fronte di un corrispettivo meramente simbolico.

Secondo la Corte, un corrispettivo è “simbolico” quando è talmente irrisorio e marginale da non potersi considerare una controprestazione per il servizio reso, avvicinando la prestazione a un’erogazione gratuita. Nel caso di specie, le rette, ammontanti a circa 1.200/1.300 euro per studente, non potevano essere considerate tali. Di conseguenza, l’attività didattica è stata qualificata come commerciale e, come tale, soggetta a IMU.

L’Onere della Prova per gli Immobili Inutilizzati

Un altro motivo di ricorso respinto riguardava gli immobili non utilizzati. L’ente sosteneva di aver diritto a una riduzione o esenzione, portando a prova una perizia di parte prodotta in corso di causa. La Cassazione ha ritenuto il motivo infondato, sottolineando che l’onere della prova grava sul contribuente.

Per beneficiare delle agevolazioni per immobili inagibili o inutilizzati, è necessario che tale stato sia noto al Comune. La via ordinaria è la presentazione di una specifica dichiarazione. In assenza di essa, il contribuente deve provare che l’ente impositore era comunque a conoscenza della situazione. La produzione di una perizia durante il giudizio non è sufficiente a dimostrare una conoscenza pregressa da parte del Comune e non può avere efficacia retroattiva.

Altri Motivi di Ricorso Rigettati

La Corte ha inoltre dichiarato inammissibili gli altri motivi di ricorso, tra cui la presunta erronea determinazione del tributo dovuto dopo il parziale accoglimento in appello e la violazione del giudicato. Su quest’ultimo punto, i giudici hanno rilevato un difetto di interesse, poiché la questione del giardino pertinenziale era già stata decisa a favore della congregazione in secondo grado.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

L’ordinanza in esame consolida due principi fondamentali in materia di IMU per gli enti non commerciali:

1. Natura dell’attività: Ai fini dell’esenzione, la valutazione del carattere non commerciale di un’attività, come quella didattica, si basa su elementi concreti ed economici. La presenza di una retta che non sia puramente simbolica esclude il beneficio fiscale, indipendentemente dal risultato di gestione (anche se in perdita).
2. Onere della prova: È il contribuente che deve dimostrare di possedere i requisiti per beneficiare di esenzioni o riduzioni. Per gli immobili inutilizzati, in assenza di una formale dichiarazione, è necessario fornire la prova inequivocabile della conoscenza pregressa della situazione da parte dell’ente impositore.

Quando una retta scolastica è considerata ‘simbolica’ ai fini dell’esenzione IMU?
Secondo la Corte, una retta è simbolica quando il suo ammontare è irrisorio, marginale e del tutto residuale rispetto al costo del servizio, tale da rendere la prestazione più vicina a un’erogazione gratuita che a una remunerata. Una retta di 1.200/1.300 euro annui non rientra in questa categoria.

Cosa deve fare un contribuente per ottenere la riduzione IMU per un immobile inagibile o inutilizzato?
Il contribuente deve dimostrare che il Comune è a conoscenza dello stato dell’immobile. Normalmente, questo avviene presentando un’apposita dichiarazione. In mancanza, il contribuente deve provare con altri mezzi che l’ente impositore era già a conoscenza di tale stato prima dell’accertamento; una perizia prodotta solo in giudizio non è sufficiente.

Se un avviso di accertamento viene parzialmente annullato, il giudice è obbligato a ricalcolare l’imposta dovuta?
No. Secondo la Corte, se la pronuncia è chiara e l’importo da scorporare è facilmente quantificabile, non è necessario un ricalcolo da parte del giudice. È sufficiente che il contribuente richieda al Comune di sottrarre dal dovuto l’ammontare dell’imposta relativa all’immobile per cui è stata riconosciuta l’esenzione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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