LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Esenzione IMU: la dichiarazione catastale è decisiva

Una società immobiliare si opponeva al pagamento dell’IMU per immobili destinati a reti di comunicazione. La Cassazione ha stabilito che l’esenzione IMU non è automatica ma richiede una specifica dichiarazione catastale (categoria F/7) da parte del contribuente. L’omissione di tale adempimento comporta la perdita del beneficio fiscale.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 18 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Esenzione IMU per Reti di Comunicazione: La Dichiarazione Catastale è Obbligatoria

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha chiarito un punto fondamentale in materia di esenzione IMU per gli immobili destinati a reti di comunicazione elettronica. Il principio affermato è netto: il beneficio fiscale non è automatico, ma è subordinato a un preciso adempimento da parte del contribuente, ovvero la presentazione della richiesta di modifica della categoria catastale. Vediamo nel dettaglio la vicenda e le motivazioni della Suprema Corte.

I Fatti di Causa

Una società immobiliare, proprietaria di due unità immobiliari destinate a centrale per le telecomunicazioni, ha ricevuto diversi avvisi di rettifica per il pagamento dell’IMU relativo agli anni dal 2015 al 2018. La società riteneva di avere diritto all’esenzione prevista dalla normativa per gli immobili utilizzati per reti di comunicazione elettronica ad alta velocità.

In primo grado, la Commissione tributaria provinciale aveva respinto il ricorso della società. Successivamente, la Commissione tributaria regionale aveva ribaltato la decisione, accogliendo l’appello della società e riconoscendo il diritto all’esenzione. Secondo i giudici d’appello, l’Amministrazione comunale era a conoscenza della destinazione d’uso dell’immobile e avrebbe dovuto concedere l’esenzione, a prescindere dal riaccatastamento, avvenuto solo nel 2020.

Contro questa sentenza, il Comune ha proposto ricorso per cassazione, sostenendo che l’omessa comunicazione della variazione catastale impedisse il riconoscimento del beneficio fiscale.

La Questione Giuridica: Esenzione IMU e Obblighi Dichiarativi

Il cuore della controversia risiede nell’interpretazione dell’art. 12, comma 2, del D.Lgs. 33/2016. Questa norma stabilisce che gli elementi di reti di comunicazione elettronica ad alta velocità non costituiscono unità immobiliari ai fini della determinazione della rendita catastale e, di conseguenza, sono esenti da IMU.

La domanda centrale è: questa esenzione IMU opera automaticamente in presenza dei requisiti oggettivi, oppure è necessario un atto formale da parte del contribuente? Il Comune sosteneva che il proprietario di un immobile già accatastato e produttivo di rendita avesse l’onere di richiedere la modifica catastale, con attribuzione della specifica categoria F/7 (infrastrutture di reti pubbliche di comunicazione), per poter beneficiare dell’esenzione. La società, al contrario, riteneva che la natura dell’immobile fosse sufficiente.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso del Comune, ritenendolo fondato. Gli Ermellini hanno riaffermato un principio consolidato nella loro giurisprudenza: in tema di esenzione IMU, il riconoscimento di un beneficio fiscale richiede sempre la corrispondente classificazione catastale oggettiva.

Secondo la Corte, l’obbligo dichiarativo non è una mera formalità, ma una condizione necessaria per l’ottenimento del beneficio. Se il contribuente non provvede a richiedere la modifica catastale, non può godere dell’esenzione. Ai fini dell’applicazione del tributo, infatti, fa fede la risultanza catastale. L’omessa presentazione della dichiarazione di variazione comporta, di conseguenza, la non spettanza del beneficio.

Nel caso specifico, la società contribuente avrebbe dovuto attivarsi per richiedere l’attribuzione della categoria F/7. Non avendolo fatto per gli anni d’imposta in questione, la pretesa del Comune di riscuotere l’IMU è stata giudicata legittima. La Corte ha cassato la sentenza impugnata e, decidendo nel merito, ha rigettato l’originario ricorso della società.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa pronuncia offre un’importante lezione pratica per tutti i proprietari di immobili che potrebbero rientrare in casistiche di esenzione fiscale. La decisione sottolinea che i benefici fiscali non sono mai scontati e richiedono un comportamento attivo e diligente da parte del contribuente. Non è sufficiente che l’immobile possieda le caratteristiche oggettive per l’esenzione; è indispensabile che la sua situazione catastale sia formalmente allineata alla normativa di favore. Pertanto, è cruciale verificare sempre la corretta classificazione catastale dei propri immobili e, se necessario, avviare tempestivamente le procedure di variazione per non perdere importanti agevolazioni fiscali.

L’esenzione IMU per gli immobili destinati a reti di comunicazione elettronica ad alta velocità è automatica?
No, secondo la Corte di Cassazione non è automatica. Il riconoscimento del beneficio fiscale richiede un’azione specifica da parte del contribuente, cioè la richiesta di modifica della classificazione catastale.

Cosa deve fare il proprietario di un immobile per ottenere l’esenzione IMU in questo caso?
Il proprietario deve presentare una richiesta di modifica catastale per ottenere l’attribuzione della categoria F/7, che identifica le infrastrutture di reti pubbliche di comunicazione e le classifica come esenti dal pagamento dell’IMU.

L’omessa presentazione della dichiarazione di variazione catastale comporta la perdita del beneficio?
Sì, l’obbligo dichiarativo è una condizione essenziale per ottenere il beneficio fiscale. La sua omissione comporta la non spettanza dell’esenzione, anche se l’immobile ha le caratteristiche oggettive per rientrarvi.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati