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Esenzione IMU imprese costruttrici: il caso SGR

Un Comune ha contestato l’applicazione dell’esenzione IMU per i beni-merce a una società di gestione del risparmio (SGR) operante nel settore immobiliare. Le commissioni tributarie di primo e secondo grado avevano dato ragione alla SGR, equiparandola a un’impresa costruttrice. Tuttavia, prima della decisione finale della Corte di Cassazione, le parti hanno raggiunto un accordo, portando all’estinzione del giudizio. Di conseguenza, la questione giuridica fondamentale rimane irrisolta.

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Pubblicato il 12 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Esenzione IMU Imprese Costruttrici: Un’Analisi del Caso SGR e l’Estinzione del Giudizio

L’esenzione IMU imprese costruttrici per gli immobili invenduti, i cosiddetti “beni-merce”, è un tema di grande interesse per gli operatori del settore immobiliare. Ma questa agevolazione si applica anche a soggetti diversi dalle tradizionali imprese edili, come le Società di Gestione del Risparmio (SGR) che gestiscono fondi immobiliari? Una recente pronuncia della Corte di Cassazione avrebbe potuto chiarire questo dubbio, ma la controversia si è conclusa con un’estinzione del giudizio, lasciando la questione aperta.

I Fatti del Caso: La Controversia sull’IMU

La vicenda ha origine dall’impugnazione, da parte di una SGR, di due avvisi di accertamento IMU per gli anni 2013 e 2014, emessi da un Comune. La società sosteneva di aver diritto all’esenzione prevista per i beni-merce invenduti, equiparando la propria attività a quella di un’impresa costruttrice ai fini fiscali.

Il Comune, di contro, riteneva che tale qualifica non potesse essere estesa a una SGR, la cui attività principale è la gestione del risparmio e non l’attività edile. La tesi del Comune si basava su un’interpretazione restrittiva della norma, che limita il beneficio alle sole imprese che materialmente costruiscono gli immobili.

Il Percorso Giudiziario e la questione sull’esenzione IMU imprese costruttrici

Sia la Commissione Tributaria Provinciale (CTP) che la successiva Commissione Tributaria Regionale (CTR) hanno dato ragione alla SGR. I giudici di merito hanno ritenuto che la qualifica normativa di “impresa costruttrice” potesse essere estesa anche alle SGR che gestiscono fondi di investimento immobiliare, riconoscendo quindi il diritto all’esenzione.

Insoddisfatto della decisione, il Comune ha proposto ricorso per cassazione. La questione era di notevole importanza, data la mancanza di precedenti specifici e la sua potenziale valenza nomofilattica, ovvero la capacità di stabilire un principio di diritto vincolante per casi futuri.

Le Motivazioni: L’Estinzione del Giudizio per Accordo tra le Parti

La Corte di Cassazione, tuttavia, non è entrata nel merito della questione. Prima dell’udienza di discussione, le parti hanno comunicato di aver raggiunto un accordo transattivo, definendo tutti i giudizi pendenti e compensando integralmente le spese legali.

A fronte della rinuncia al ricorso da parte del Comune e della relativa accettazione da parte della SGR, la Corte non ha potuto fare altro che prendere atto della volontà delle parti e dichiarare l’estinzione del giudizio. La decisione della Corte è, quindi, puramente procedurale e non fornisce alcuna indicazione su chi avesse ragione nel merito.

Un aspetto tecnico rilevante, sottolineato dalla Corte, riguarda il contributo unificato. La legge prevede che, in caso di rigetto o inammissibilità del ricorso, la parte soccombente sia tenuta a versare un ulteriore importo pari a quello già pagato (il cosiddetto “doppio contributo”). La Corte ha chiarito che questa norma sanzionatoria non si applica nei casi di estinzione del giudizio, poiché la causa termina senza una decisione sfavorevole nel merito per il ricorrente.

Le Conclusioni: Implicazioni di una Causa Interrotta

La conclusione di questa vicenda lascia un vuoto interpretativo. La questione fondamentale, ovvero se una SGR immobiliare possa beneficiare dell’esenzione IMU imprese costruttrici, rimane senza una risposta definitiva da parte della Suprema Corte. Operatori del settore e amministrazioni comunali dovranno quindi attendere una futura pronuncia per avere certezza del diritto.

Questo caso dimostra come la transazione tra le parti sia uno strumento efficace per porre fine a lunghe e costose controversie, ma al contempo può privare il sistema giuridico di chiarimenti importanti su questioni complesse. Per i consulenti e le aziende, la vicenda evidenzia l’importanza di valutare attentamente i rischi e i benefici di un accordo, anche quando si è giunti all’ultimo grado di giudizio.

Una Società di Gestione del Risparmio (SGR) immobiliare ha diritto all’esenzione IMU per i “beni-merce” come un’impresa costruttrice?
La sentenza non risponde a questa domanda. Il processo si è concluso a causa di un accordo tra le parti prima che la Corte di Cassazione potesse emettere una decisione sul merito della questione.

Cosa significa “estinzione del giudizio” in questo contesto?
Significa che il processo si è interrotto senza una sentenza che stabilisse chi avesse ragione. Ciò è accaduto perché le parti hanno raggiunto un accordo privato, a seguito del quale il ricorrente ha rinunciato al ricorso e la controparte ha accettato tale rinuncia.

Quando un caso si estingue in Cassazione, si deve pagare il cosiddetto “doppio contributo unificato”?
No. La sentenza chiarisce che il raddoppio del contributo unificato, previsto solo in caso di rigetto, inammissibilità o improcedibilità del ricorso, non si applica quando il giudizio si estingue, come avvenuto in questo caso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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