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Esenzione IMU immobili misti: obbligo dichiarazione

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 20290/2024, ha confermato che per beneficiare dell’esenzione IMU su immobili a uso misto, gli enti non commerciali devono presentare un’apposita dichiarazione. In assenza di tale adempimento, l’esenzione IMU per immobili misti non può essere riconosciuta, anche se la parte commerciale è minoritaria. La sentenza ha rigettato il ricorso di un ente ecclesiastico contro un avviso di accertamento del Comune, ribadendo che la dichiarazione specifica è un onere informativo imprescindibile per il contribuente.

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Pubblicato il 6 dicembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Esenzione IMU Immobili Misti: la Cassazione Ribadisce l’Obbligo di Dichiarazione

L’esenzione IMU per gli immobili misti di proprietà di enti non commerciali è un tema di grande rilevanza, che richiede un’attenta osservanza degli adempimenti formali. Con la recente ordinanza n. 20290 del 23 luglio 2024, la Corte di Cassazione ha fornito un’importante chiarificazione: per beneficiare dell’esenzione parziale, non basta l’effettivo svolgimento di attività non commerciali, ma è indispensabile una specifica dichiarazione. Analizziamo insieme i dettagli di questa decisione cruciale.

I Fatti di Causa

Un ente ecclesiastico, proprietario di un vasto complesso immobiliare, ha impugnato un avviso di accertamento IMU emesso da un Comune per l’anno 2013. L’immobile in questione, pur essendo unitariamente accatastato, aveva un utilizzo promiscuo: in prevalenza era destinato a finalità di culto e istituzionali dell’ente, ma una quota minoritaria (pari all’11% della superficie) era stata concessa in locazione a terzi, configurando un’attività commerciale.

L’ente aveva presentato una dichiarazione IMU indicando l’intero complesso come esente, ritenendo che l’uso prevalente non commerciale fosse sufficiente a giustificare l’esenzione totale. Il Comune, al contrario, ha contestato tale impostazione, ritenendo dovuta l’imposta sulla quota di immobile utilizzata a fini commerciali.
Sia la Commissione Tributaria Provinciale che quella Regionale avevano dato ragione al Comune, sottolineando che il contribuente non aveva adempiuto agli obblighi previsti dalla legge per la gestione degli immobili a uso misto. Di qui il ricorso dell’ente in Cassazione.

La Disciplina dell’Esenzione IMU Immobili Misti

La normativa di riferimento, in particolare l’art. 91-bis del D.L. n. 1/2012, ha introdotto regole precise per l’esenzione IMU degli immobili misti. La legge stabilisce che, qualora un’unità immobiliare abbia un’utilizzazione mista, l’esenzione si applica solo alla frazione in cui si svolge l’attività non commerciale. Per poter beneficiare di questa esenzione parziale, il contribuente ha due strade:

1. Individuazione Catastale Autonoma: Procedere all’accatastamento separato della porzione adibita ad attività commerciale, dotandola di una propria rendita.
2. Apposita Dichiarazione: In assenza di una divisione catastale, presentare una specifica dichiarazione IMU che indichi in modo proporzionale l’utilizzo non commerciale dell’immobile.

Questi adempimenti sono stati introdotti per rendere la disciplina nazionale compatibile con la normativa europea sugli aiuti di Stato, garantendo che l’esenzione fiscale non si trasformi in un vantaggio indebito per attività economiche che operano sul mercato.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il primo motivo di ricorso dell’ente (relativo a presunti vizi di motivazione dell’atto impositivo) e ha rigettato nel merito il secondo, confermando la legittimità dell’operato del Comune e delle sentenze dei giudici di merito.

Le Motivazioni della Corte sull’Esenzione IMU Immobili Misti

I giudici hanno chiarito che l’obbligo di presentare un’apposita dichiarazione per gli immobili a uso misto non è una mera formalità, ma costituisce un imprescindibile onere informativo a carico del contribuente. Questo adempimento è l’alternativa all’accatastamento separato e serve a fornire all’amministrazione finanziaria gli elementi necessari per calcolare correttamente l’imposta dovuta sulla parte commerciale e riconoscere l’esenzione sulla parte non commerciale.

La Corte ha specificato che presentare una dichiarazione in cui l’intero immobile viene definito esente, pur in presenza di una locazione a terzi, equivale a una dichiarazione infedele. Il contribuente, omettendo di specificare l’uso misto, ha di fatto impedito all’ente impositore di applicare correttamente la normativa. La mancata presentazione della dichiarazione prevista dalla legge per gli specifici fini dell’esenzione parziale comporta, di conseguenza, la decadenza dal beneficio.

Le Conclusioni

La pronuncia della Cassazione consolida un principio fondamentale in materia di agevolazioni fiscali: il diritto a un beneficio è strettamente subordinato al rispetto degli oneri formali previsti dalla legge. Per gli enti non commerciali che possiedono immobili a uso promiscuo, questa sentenza rappresenta un monito importante. Non è sufficiente che l’attività non commerciale sia prevalente; per ottenere la parziale esenzione IMU per immobili misti, è obbligatorio procedere con la separazione catastale o, in alternativa, presentare una dichiarazione IMU dettagliata che quantifichi la proporzione tra uso commerciale e non commerciale. In caso contrario, il rischio è di perdere completamente il diritto all’esenzione e di vedersi notificare un avviso di accertamento per l’imposta non versata.

Un ente non commerciale che utilizza un immobile in parte per attività di culto e in parte per attività commerciale ha diritto all’esenzione IMU totale?
No. Secondo l’ordinanza, l’esenzione si applica solo ed esclusivamente alla porzione di immobile dove si svolge l’attività di natura non commerciale. La parte utilizzata per scopi commerciali è soggetta a imposta.

Cosa deve fare un contribuente per ottenere l’esenzione IMU parziale su un immobile ad uso misto che non è catastalmente diviso?
Deve presentare un’apposita dichiarazione IMU. Questa dichiarazione deve specificare la proporzione dell’immobile destinata all’utilizzo non commerciale. La Corte ha chiarito che questo è un onere informativo imprescindibile per godere dell’agevolazione.

È sufficiente dichiarare l’intero immobile come esente se l’uso commerciale è solo una piccola parte?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che una tale dichiarazione è da considerarsi ‘infedele’. L’omissione della specifica indicazione dell’uso misto e della relativa proporzione comporta la decadenza dal beneficio dell’esenzione parziale, rendendo dovuta l’imposta sulla quota commerciale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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