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Esenzione IMU immobili merce: no con dichiarazione tardiva

Una società immobiliare ha richiesto l’esenzione IMU per immobili merce per l’anno 2014, presentando la relativa dichiarazione solo nel 2019. La Corte di Cassazione ha annullato la decisione dei giudici di merito, stabilendo che il termine per la presentazione della dichiarazione è perentorio e previsto a pena di decadenza. Di conseguenza, la presentazione tardiva non consente di beneficiare dell’agevolazione, e l’istituto della “remissione in bonis” non è applicabile per sanare tale inadempienza.

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Pubblicato il 8 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Esenzione IMU Immobili Merce: Dichiarazione Tardiva e Decadenza dal Beneficio

L’esenzione IMU immobili merce è un’agevolazione fondamentale per le imprese costruttrici, ma il suo ottenimento è subordinato a precisi adempimenti formali. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito il rigore con cui la legge interpreta tali obblighi, negando il beneficio fiscale in caso di presentazione tardiva della dichiarazione necessaria, anche a fronte di un tentativo di sanatoria tramite “remissione in bonis”.

I Fatti del Caso: Una Dichiarazione Tardiva per l’Esenzione IMU

Una società immobiliare si è vista notificare un avviso di accertamento da parte di un Comune per il parziale versamento dell’IMU relativa all’anno 2014. L’oggetto del contendere erano alcuni immobili invenduti, i cosiddetti “immobili merce”, per i quali l’azienda riteneva di aver diritto a un’esenzione. Il problema sorgeva dal fatto che la dichiarazione necessaria per usufruire di tale beneficio era stata presentata solo nel novembre 2019, ben oltre i termini previsti dalla legge.

Sia la Commissione Tributaria Provinciale che quella Regionale avevano dato ragione alla società, ritenendo che la tardiva presentazione potesse essere sanata attraverso l’istituto della “remissione in bonis”. Il Comune, non condividendo tale interpretazione, ha proposto ricorso in Cassazione.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso del Comune, cassando la sentenza impugnata e affermando un principio di diritto chiaro e rigoroso: la presentazione della dichiarazione IMU è una condizione indispensabile e non sanabile a posteriori per ottenere l’esenzione per gli immobili merce.

L’Importanza della Dichiarazione e il Termine di Decadenza per l’esenzione IMU immobili merce

La normativa vigente all’epoca dei fatti (art. 2, comma 5-bis, del d.l. 31 agosto 2013, n. 102) stabiliva esplicitamente che il soggetto passivo dovesse presentare, a pena di decadenza, un’apposita dichiarazione per attestare il possesso dei requisiti per l’esenzione. La Corte ha sottolineato che le norme che prevedono esenzioni o agevolazioni fiscali sono di stretta interpretazione e non ammettono estensioni analogiche.

La previsione della decadenza significa che il mancato rispetto del termine ordinario per la presentazione della dichiarazione (in quel caso, il 30 giugno dell’anno successivo a quello di riferimento) comporta la perdita definitiva e insanabile del diritto al beneficio per quell’annualità.

Inapplicabilità della “Remissione in Bonis”

I giudici di legittimità hanno escluso la possibilità di ricorrere alla “remissione in bonis” (art. 2 del d.l. 2 marzo 2012, n. 16) per sanare l’omissione. Tale istituto consente di rimediare a inadempimenti formali, ma a condizione che ciò avvenga entro il termine di presentazione della “prima dichiarazione utile”.

Nel caso specifico, per l’IMU 2014, la prima dichiarazione utile sarebbe stata quella da presentare entro il 30 giugno 2015. La presentazione avvenuta nel 2019 era, quindi, palesemente oltremodo tardiva e inidonea a sanare la precedente inadempienza.

Le Motivazioni della Sentenza

Le motivazioni della Corte si fondano su un consolidato orientamento giurisprudenziale. In primo luogo, la presentazione della dichiarazione è un obbligo inderogabile per l’ottenimento del beneficio fiscale, non sostituibile dalla mera conoscenza dei fatti da parte del Comune. In secondo luogo, le modifiche normative successive, che hanno eliminato l’espressa comminatoria della decadenza a partire dal 2020, non hanno effetto retroattivo per l’anno 2014, poiché il principio del favor rei si applica solo alle sanzioni e non alla disciplina sostanziale del tributo. La Corte ha ribadito che una dichiarazione presentata dopo la scadenza del termine decadenziale è inefficace a rimuovere la preclusione al godimento del beneficio fiscale per l’anno di riferimento, pur potendo avere valenza per gli anni successivi, se ancora pertinente.

Le Conclusioni

Questa ordinanza conferma la necessità per i contribuenti, in particolare per le imprese del settore immobiliare, di prestare la massima attenzione agli adempimenti formali e alle scadenze previste per l’accesso alle agevolazioni fiscali. La tardiva presentazione di una dichiarazione richiesta a pena di decadenza comporta la perdita irreversibile del beneficio, senza possibilità di sanatoria successiva. La decisione rafforza il principio di stretta interpretazione delle norme agevolative e chiarisce i limiti applicativi dell’istituto della remissione in bonis in materia di tributi locali.

È possibile ottenere l’esenzione IMU per gli “immobili merce” se la dichiarazione viene presentata in ritardo?
No. Secondo la Corte di Cassazione, la normativa applicabile per l’anno 2014 prevedeva la presentazione della dichiarazione entro un termine specifico “a pena di decadenza”. La presentazione tardiva comporta la perdita definitiva del diritto al beneficio per quell’annualità.

L’istituto della “remissione in bonis” può sanare la tardiva presentazione della dichiarazione IMU per ottenere un’esenzione?
No. La Corte ha stabilito che la remissione in bonis non è applicabile in questo caso. Tale istituto richiede che l’adempimento sia eseguito entro il termine di presentazione della prima dichiarazione utile successiva alla scadenza originaria. Una dichiarazione presentata anni dopo, come nel caso di specie, è considerata inefficace per sanare l’inadempimento.

Le nuove norme più favorevoli sull’IMU, che non prevedono la decadenza per omessa dichiarazione, sono retroattive?
No. La disciplina più favorevole introdotta dall’art. 1, comma 769, della legge n. 160 del 2019, con decorrenza dal 2020, non può essere applicata retroattivamente all’anno 2014. Il principio del favor rei vale solo per le sanzioni tributarie e non per le norme che regolano l’obbligazione tributaria stessa.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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