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Esenzione IMU immobile inutilizzato: la Cassazione decide

Un ente previdenziale ha richiesto l’esenzione IMU per un immobile inutilizzato, sostenendo che fosse ancora strumentale ai suoi scopi istituzionali. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che un non utilizzo prolungato e stabile è indice della perdita della strumentalità necessaria per beneficiare dell’agevolazione. Il caso sottolinea come la perdita dell’esenzione IMU per un immobile inutilizzato scatti quando l’ente non riesce a dimostrare una causa giustificativa del mancato uso che non interrompa il nesso funzionale con l’attività protetta.

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Pubblicato il 10 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Esenzione IMU Immobile Inutilizzato: Quando si Perde il Beneficio?

L’esenzione IMU per un immobile inutilizzato è un tema complesso che tocca gli enti non commerciali. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fornito chiarimenti cruciali, stabilendo che il non utilizzo prolungato di un bene può far perdere il diritto all’agevolazione fiscale se non viene provato il mantenimento del nesso di strumentalità con le attività istituzionali. Analizziamo insieme questa importante decisione.

I Fatti del Caso

La vicenda ha origine dal ricorso di un importante ente previdenziale nazionale contro un Comune. L’ente chiedeva il rimborso dell’IMU versata per gli anni 2013-2017 e l’esenzione per le annualità 2016-2017, relative a un suo immobile, un’ex colonia, rimasto inutilizzato da lungo tempo. L’ente sosteneva che, nonostante il mancato utilizzo, l’immobile dovesse considerarsi ancora strumentale alle sue finalità assistenziali e previdenziali, e quindi meritevole dell’esenzione fiscale prevista dalla legge.

La Commissione Tributaria Regionale aveva dato ragione al Comune, negando l’esenzione. Secondo i giudici di merito, il prolungato stato di abbandono dell’edificio aveva di fatto interrotto quel legame funzionale tra il bene e l’attività dell’ente, requisito indispensabile per godere del beneficio. L’ente previdenziale ha quindi presentato ricorso in Cassazione.

L’Importanza della Strumentalità Effettiva

Il cuore della questione giuridica ruota attorno al concetto di ‘strumentalità’. L’esenzione IMU per gli enti non commerciali non è un privilegio soggettivo, ma è legata all’uso effettivo degli immobili per scopi meritevoli di tutela (assistenziali, previdenziali, sanitari, culturali, ecc.). Non basta che un immobile sia di proprietà di un ente non profit per non pagare le tasse.

La Corte Suprema ha ribadito questo principio: il beneficio fiscale ha lo scopo di incentivare lo svolgimento effettivo di tali attività, non di favorire la mera proprietà immobiliare di determinati soggetti.

La Prova dell’esenzione IMU su un immobile inutilizzato

Secondo la Cassazione, sebbene il mancato utilizzo non comporti automaticamente la perdita dell’esenzione, la situazione cambia quando questo stato si protrae nel tempo e diventa stabile. Un non uso prolungato diventa un forte indizio della cessazione della strumentalità del bene.

In questi casi, l’onere della prova si sposta sul contribuente. È l’ente a dover dimostrare che il mancato utilizzo è dovuto a cause che non hanno interrotto definitivamente il legame funzionale con le attività istituzionali. Ad esempio, potrebbe provare che sono in corso lavori di ristrutturazione per adibire l’immobile a una nuova finalità assistenziale.

Le Motivazioni

Nel caso specifico, la Corte ha concluso che l’ente previdenziale non ha fornito alcuna prova sufficiente a giustificare il pluriennale inutilizzo dell’ex colonia. Non sono stati presentati documenti tecnici, contabili o amministrativi che spiegassero le ragioni del mancato uso o i progetti futuri per il recupero funzionale del bene. La difesa dell’ente si è rivelata generica e non ha offerto elementi concreti per dimostrare la persistenza del nesso di strumentalità.

I Giudici hanno inoltre specificato che la semplice destinazione potenziale di un bene, come quella risultante dalla categoria catastale (in questo caso ‘convitto’), non è sufficiente. L’esenzione richiede una destinazione ‘effettiva e concreta’ all’attività tutelata, che nel caso in esame era venuta a mancare da anni.

Le Conclusioni

L’ordinanza della Cassazione stabilisce un principio chiaro: l’esenzione IMU per un immobile inutilizzato non è un diritto acquisito. Un ente non commerciale che lascia un proprio immobile in stato di inutilizzo per un lungo periodo rischia di perdere l’agevolazione fiscale. Per mantenerla, deve essere in grado di dimostrare, con prove concrete, che il bene non ha perso la sua funzione strumentale rispetto alle finalità istituzionali. Questa decisione rafforza l’idea che i benefici fiscali sono strettamente collegati all’effettivo svolgimento di attività di interesse pubblico e non alla mera titolarità di un patrimonio immobiliare.

Un immobile non utilizzato da un ente non commerciale ha diritto all’esenzione IMU?
No, non automaticamente. Se il non utilizzo è prolungato e stabile, si presume che l’immobile abbia perso la sua ‘strumentalità’ rispetto alle attività istituzionali, facendo venir meno il diritto all’esenzione. Il beneficio è legato all’uso effettivo e concreto del bene.

Su chi ricade l’onere di provare che l’immobile è ancora strumentale all’attività dell’ente nonostante il non uso?
L’onere della prova ricade sul contribuente, ovvero sull’ente proprietario dell’immobile. È l’ente che deve dimostrare, con elementi concreti, che le ragioni del mancato utilizzo non hanno causato la cessazione definitiva della strumentalità del bene rispetto alle sue finalità.

La sola destinazione catastale di un immobile (es. ‘convitto’) è sufficiente a garantirne l’esenzione fiscale?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che una ‘statica idea funzionale’ derivante dalla categoria catastale non è sufficiente. L’esenzione richiede che la destinazione all’attività tutelata sia effettiva e concreta, cosa che un prolungato inutilizzo esclude.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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