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Esenzione IMU fabbricati merce: No se non costruiti

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 3094/2024, ha chiarito i limiti dell’esenzione IMU per i fabbricati merce. Una società di sviluppo immobiliare aveva acquistato un complesso industriale per ristrutturarlo e rivenderlo, ma i lavori non erano mai iniziati a causa di dinieghi amministrativi. La Corte ha negato l’esenzione, stabilendo che il beneficio si applica solo ai fabbricati *costruiti* dall’impresa venditrice e non a quelli semplicemente acquistati per una futura rivendita, anche se preceduta da ristrutturazione. La decisione ribadisce la natura eccezionale delle norme di agevolazione fiscale, che richiedono un’interpretazione rigorosa e non estensibile per analogia.

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Pubblicato il 29 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Esenzione IMU Fabbricati Merce: Solo per Immobili Costruiti, non Acquistati

L’esenzione IMU fabbricati merce rappresenta un’importante agevolazione per le imprese di costruzione, ma i suoi confini applicativi sono rigidi. Con la recente ordinanza n. 3094 del 2 febbraio 2024, la Corte di Cassazione ha fornito un chiarimento fondamentale: il beneficio non si estende agli immobili che un’impresa acquista per ristrutturare e rivendere, se l’attività edilizia non è mai concretamente iniziata. Analizziamo questa decisione per capire la logica del legislatore e le implicazioni per gli operatori del settore.

I Fatti di Causa

Una società di sviluppo industriale impugnava un avviso di accertamento IMU per l’anno 2015, relativo a un complesso immobiliare di sua proprietà. La società sosteneva di avere diritto all’esenzione prevista per i cosiddetti “fabbricati merce”, ovvero quelli destinati alla vendita. Il complesso era stato acquistato con l’intento di ristrutturarlo, frazionarlo e rivenderlo. Tuttavia, i lavori di riqualificazione non erano mai partiti a causa di ostacoli burocratici, in particolare il diniego da parte dell’amministrazione locale alla stipula della convenzione edilizia necessaria.
Sia la Commissione Tributaria Provinciale che quella Regionale avevano respinto le ragioni della società, ritenendo che i presupposti per l’agevolazione non fossero soddisfatti.

La questione dell’esenzione IMU fabbricati merce

La controversia è giunta dinanzi alla Corte di Cassazione, con la società ricorrente che ha basato la sua difesa su due motivi principali:
1. Violazione della norma sull’esenzione: La società riteneva che il complesso immobiliare, acquistato al solo scopo della successiva rivendita previa ristrutturazione, dovesse rientrare nel campo di applicazione dell’esenzione, anche se i lavori non erano stati ultimati a causa di un impedimento (il diniego amministrativo) assimilabile a forza maggiore.
2. Errata determinazione della base imponibile: In subordine, la società chiedeva che la base imponibile fosse calcolata sul valore dell’area edificabile, come previsto per i fabbricati in corso di ristrutturazione, e non sulla base della rendita catastale delle unità esistenti.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato entrambi i motivi di ricorso, confermando la legittimità dell’avviso di accertamento IMU.

Le Motivazioni della Corte

La Corte ha fondato la sua decisione su un’interpretazione rigorosa delle norme fiscali di favore. Ecco i punti salienti del ragionamento seguito dai giudici:

1. Interpretazione restrittiva della norma agevolativa: I giudici hanno ribadito un principio consolidato: le disposizioni che introducono agevolazioni fiscali costituiscono una deroga al sistema generale e, come tali, devono essere interpretate in modo rigido e letterale. La norma sull’esenzione IMU fabbricati merce (art. 13, comma 9-bis, del D.L. n. 201/2011) si riferisce espressamente ai “fabbricati costruiti e destinati dall’impresa costruttrice alla vendita”.
La Corte ha sottolineato che il verbo “costruiti” è dirimente. L’agevolazione è pensata per l’impresa che realizza materialmente il bene (l’impresa costruttrice), non per quella che si limita ad acquistarlo per poi rivenderlo, anche se con l’intento di ristrutturarlo. Il semplice acquisto non può essere assimilato alla costruzione. L’intento di destinazione alla vendita non è sufficiente se manca il presupposto oggettivo della costruzione da parte del soggetto che invoca il beneficio.

2. L’irrilevanza della mancata ristrutturazione: La Corte ha chiarito che il criterio per determinare la base imponibile cambia (passando dalla rendita catastale al valore dell’area) solo quando gli interventi di demolizione o ristrutturazione sono effettivamente iniziati. Nel caso di specie, non essendo mai partito alcun cantiere, l’immobile doveva continuare a essere tassato come un fabbricato esistente, sulla base della sua rendita catastale. L’impedimento burocratico non altera questo dato oggettivo.

3. L’insussistenza della forza maggiore: La società aveva invocato la “forza maggiore” per giustificare il mancato avvio dei lavori, attribuendolo ai dinieghi dell’amministrazione. La Corte ha respinto anche questa argomentazione, specificando che la forza maggiore richiede un evento imprevedibile e inevitabile. La società non ha fornito prove sufficienti a dimostrare tali caratteristiche nei dinieghi amministrativi, che rientrano nel normale rischio d’impresa quando si avvia un’operazione immobiliare complessa.

Conclusioni

L’ordinanza della Cassazione traccia una linea netta: l’esenzione IMU fabbricati merce è riservata alle imprese che costruiscono attivamente gli immobili destinati alla vendita. Non è possibile estenderla per analogia a situazioni diverse, come l’acquisto di immobili da ristrutturare. Questa decisione sottolinea l’importanza, per le imprese del settore, di verificare attentamente la sussistenza di tutti i requisiti letterali previsti dalla legge prima di richiedere un’agevolazione fiscale. L’intento commerciale, da solo, non basta a giustificare l’applicazione di un regime di favore se mancano i presupposti oggettivi richiesti dalla norma.

L’esenzione IMU per i “fabbricati merce” si applica anche agli immobili acquistati per essere ristrutturati e poi venduti?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che l’esenzione si applica solo ai “fabbricati costruiti e destinati dall’impresa costruttrice alla vendita”. La norma richiede che l’impresa abbia materialmente realizzato il fabbricato, non che lo abbia semplicemente acquistato con l’intenzione di ristrutturarlo e rivenderlo.

È possibile calcolare l’IMU sul valore dell’area anziché sulla rendita catastale se i lavori di ristrutturazione non sono mai iniziati?
No. La normativa fiscale prevede che la base imponibile sia determinata in base al valore dell’area solo quando gli interventi di demolizione, recupero o ristrutturazione sono effettivamente in corso. Se i lavori non sono mai materialmente iniziati, l’immobile continua ad essere tassato come fabbricato esistente, sulla base della sua rendita catastale.

Il diniego di permessi da parte del Comune può essere considerato “forza maggiore” per giustificare il mancato inizio dei lavori e ottenere benefici fiscali?
No, non automaticamente. Secondo la Corte, per invocare la forza maggiore è necessario dimostrare che l’impedimento (in questo caso, il diniego amministrativo) era un evento imprevedibile e inevitabile. Nel caso esaminato, la società non ha fornito prove sufficienti a riguardo, e la Corte ha ritenuto che tali ostacoli rientrino nel normale rischio d’impresa.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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