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Esenzione IMU fabbricati D/7: la classificazione vince

Una società proprietaria di un immobile accatastato in categoria D/7 ha richiesto l’esenzione da ICI e IMU sostenendo il suo utilizzo per fini agricoli. La Corte di Cassazione, accogliendo il ricorso del Comune, ha stabilito che per l’esenzione IMU fabbricati D/7 e simili, il fattore determinante è l’oggettiva classificazione catastale e non l’uso di fatto dell’immobile. Se l’immobile non è accatastato come rurale (es. A/6 o D/10), l’imposta è dovuta, a meno che il contribuente non impugni e ottenga la modifica della categoria catastale.

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Pubblicato il 19 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Esenzione IMU fabbricati D/7: Perché la Classificazione Catastale Batte l’Uso Effettivo

La questione dell’esenzione IMU per fabbricati D/7 o altre categorie non prettamente rurali è un tema ricorrente nel contenzioso tributario. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione (n. 14709/2024) ha ribadito un principio fondamentale: ai fini dell’esenzione dall’imposta, ciò che conta è la classificazione catastale formale dell’immobile, non il suo utilizzo concreto. Analizziamo insieme questa importante decisione.

I Fatti del Caso: Una Disputa tra Classificazione e Uso

Una società si è vista notificare avvisi di accertamento per ICI e IMU relativi a un immobile censito in categoria catastale D/7. La società ha impugnato gli avvisi, sostenendo che l’immobile, nonostante la classificazione, fosse di fatto utilizzato per scopi agricoli e dovesse quindi beneficiare dell’esenzione prevista per i fabbricati rurali.

In secondo grado, la Commissione Tributaria Regionale aveva dato ragione alla società, ritenendo provata la “ruralità” dell’immobile sulla base del suo effettivo utilizzo da parte di un imprenditore agricolo, a prescindere dal dato catastale. Il Comune, non accettando la decisione, ha presentato ricorso in Cassazione, sostenendo che l’unico elemento rilevante dovesse essere la classificazione catastale oggettiva.

Il Principio Affermato sull’esenzione IMU fabbricati D/7

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso del Comune, ribadendo un orientamento ormai consolidato. Il principio cardine è che la classificazione catastale è l’elemento decisivo per determinare la ruralità di un fabbricato e, di conseguenza, la sua assoggettabilità o meno a ICI/IMU.

Se un immobile è iscritto in una categoria non rurale (come la D/7), sarà sempre soggetto a imposta. L’eventuale uso agricolo non è sufficiente a garantirne l’esenzione. Per ottenere il beneficio fiscale, è onere del contribuente attivarsi per ottenere la variazione della categoria catastale nelle forme previste dalla legge.

Le Norme sulla Ruralità e la Loro Evoluzione

La Corte ha ripercorso l’evoluzione normativa che ha disciplinato le modalità per ottenere il riconoscimento della ruralità. La legislazione ha introdotto procedure specifiche, anche con efficacia retroattiva, per consentire ai contribuenti di aggiornare la classificazione catastale dei propri immobili sulla base della sussistenza dei requisiti di ruralità. Queste procedure, tuttavia, rappresentano l’unica via per beneficiare dell’esenzione e non possono essere bypassate da una semplice dimostrazione dell’uso agricolo in sede di contenzioso.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha cassato la sentenza della Commissione Tributaria Regionale per aver violato questo principio fondamentale. I giudici di merito avevano erroneamente dato prevalenza alla situazione di fatto (l’uso agricolo) rispetto al dato formale (la classificazione in D/7).

La Cassazione ha chiarito che il requisito della classificazione nelle categorie A/6 (abitazioni rurali) o D/10 (fabbricati strumentali all’agricoltura) è una condizione imprescindibile. Pertanto, tutte le argomentazioni della società contribuente sulla natura agricola del mappale o sull’affidamento dell’area a un imprenditore agricolo sono state ritenute irrilevanti.

La Corte ha inoltre specificato che il contribuente che pretende l’esenzione ha l’onere di impugnare l’atto di classamento catastale. Finché tale classificazione non viene modificata, il fabbricato rimane assoggettato a imposta. La richiesta di riconoscimento della ruralità presentata dalla società nel 2015 e respinta dall’ufficio non ha mutato la situazione per gli anni d’imposta in questione, poiché il presupposto fiscale si basa sulla classificazione in vigore in quel periodo.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche per i Contribuenti

Questa ordinanza conferma che nel diritto tributario, specialmente in materia di imposte immobiliari, la forma prevale sulla sostanza. Per i proprietari di immobili, la lezione è chiara: è cruciale verificare che la classificazione catastale dei propri beni corrisponda alla loro effettiva natura e destinazione.

Qualora un immobile possieda i requisiti di ruralità ma sia accatastato in una categoria differente (come la D/7), non è sufficiente opporre l’uso effettivo in caso di accertamento. È necessario intraprendere il percorso amministrativo per la variazione catastale. Solo ottenendo l’iscrizione in una categoria appropriata (A/6 o D/10) si potrà legittimamente beneficiare dell’esenzione da IMU.

Un fabbricato classificato in categoria D/7 può beneficiare dell’esenzione ICI/IMU se è utilizzato per attività agricole?
No. Secondo la Corte di Cassazione, la classificazione catastale è decisiva. Un immobile in categoria D/7 non è considerato rurale ai fini fiscali, quindi l’imposta è dovuta a prescindere dal suo uso effettivo. L’esenzione è condizionata all’iscrizione in categorie specifiche come A/6 o D/10.

Cosa deve fare un contribuente che ritiene il proprio immobile rurale ma accatastato in una categoria diversa (come la D/7)?
Il contribuente deve avviare le procedure amministrative previste dalla legge per richiedere la variazione della categoria catastale. Non può limitarsi a dimostrare l’uso agricolo in un eventuale contenzioso tributario. L’onere di ottenere la corretta classificazione ricade interamente su di lui.

La Corte ha considerato rilevante il fatto che il terreno fosse stato dato in uso a un’imprenditrice agricola?
No. La Corte ha ritenuto del tutto irrilevanti le circostanze relative all’uso effettivo dell’immobile e del terreno circostante, inclusa la presenza di un imprenditore agricolo. L’unico dato considerato determinante ai fini della decisione è stata la classificazione catastale formale del fabbricato (D/7) per gli anni d’imposta oggetto di accertamento.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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