LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Esenzione IMU enti pubblici: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione si pronuncia sul tema dell’esenzione IMU per gli enti pubblici, specificamente per un’azienda sanitaria locale. La sentenza stabilisce che il parziale e temporaneo inutilizzo di un immobile, come un vecchio ospedale in fase di dismissione, non comporta automaticamente la perdita dell’esenzione fiscale. Il beneficio viene meno solo se il cambio di destinazione d’uso diventa irreversibile, interrompendo la sua vocazione istituzionale. La Corte ha accolto parzialmente il ricorso dell’ente, rinviando la causa per una nuova valutazione.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 25 agosto 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Esenzione IMU Enti Pubblici: il Non Uso Temporaneo Non Toglie il Beneficio

Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 18941 del 2025, ha chiarito un punto fondamentale in materia di esenzione IMU enti pubblici: il parziale o temporaneo inutilizzo di un immobile non comporta automaticamente la perdita del beneficio fiscale. Questo principio è cruciale per tutti gli enti che, come le aziende sanitarie, gestiscono patrimoni immobiliari complessi e soggetti a riorganizzazioni, come la dismissione di un vecchio ospedale.

I Fatti del Caso: La Controversia tra ASL e Comune

La vicenda ha origine da un avviso di accertamento IMU emesso da un Comune nei confronti di un’Azienda Sanitaria Locale per l’anno 2014. L’oggetto del contendere era una serie di immobili, tra cui il complesso di un ex ospedale, parzialmente svuotato a seguito del trasferimento delle principali funzioni sanitarie in una nuova e moderna struttura.

Il Comune sosteneva che le aree non più utilizzate per le funzioni ospedaliere primarie avessero perso il diritto all’esenzione, in quanto il beneficio fiscale è legato a un utilizzo “effettivo e concreto” per scopi istituzionali. L’azienda sanitaria, di contro, affermava che, nonostante il trasferimento, gli immobili non avevano perso la loro destinazione istituzionale, essendo ancora utilizzati per funzioni di supporto (archivi, magazzini) e inseriti in un piano di graduale riconversione a fini sempre sanitari.

La Decisione della Corte: un Principio di Continuità Funzionale per l’esenzione IMU enti pubblici

La Corte di Cassazione ha accolto le ragioni dell’azienda sanitaria, stabilendo un principio di fondamentale importanza. I giudici hanno affermato che il temporaneo inutilizzo non equivale a una definitiva cessazione della destinazione pubblicistica del bene. Per perdere l’esenzione IMU enti pubblici, è necessaria una situazione di fatto o una scelta dell’ente che renda l’immobile irreversibilmente inutilizzabile per le finalità istituzionali.

Una semplice interruzione materiale, anche di durata non prevedibile, non è sufficiente se permane la “vocazione funzionale” del bene. Nel caso specifico, il processo di dismissione del vecchio ospedale era complesso e graduale, e gli immobili conservavano un collegamento, seppur residuale, con le funzioni sanitarie, in attesa di una futura riqualificazione.

Il Caso degli Immobili Inagibili

La sentenza ha affrontato anche il caso specifico di un complesso immobiliare di proprietà dell’ASL, risultato inagibile e a rischio di stabilità. Per questo immobile, la Corte ha escluso l’esenzione per destinazione istituzionale, poiché lo stato di inagibilità comportava una cessazione duratura della funzione. Tuttavia, ha riconosciuto il diritto dell’ente alla riduzione dell’imposta prevista per gli immobili inagibili, specificando che tale riduzione spetta anche in assenza di una formale richiesta preventiva, qualora il Comune sia già a conoscenza, per altre vie, dello stato dell’edificio.

Le Motivazioni: la “Vocazione Funzionale” dell’Immobile

La motivazione centrale della Corte si fonda sul concetto di “vocazione funzionale” dell’immobile. Il diritto all’esenzione non si basa solo sull’utilizzo effettivo e momentaneo, ma sulla destinazione programmata e non ancora definitivamente abbandonata. Il trasferimento delle funzioni principali non cancella ipso iure il collegamento tra la struttura e la sua destinazione originaria, specialmente quando persistono attività strumentali e amministrative.

Secondo la Corte, il giudice di merito aveva errato nel concentrarsi esclusivamente sulla mancanza di un utilizzo concreto nel 2014, senza verificare se si fosse verificato un mutamento irreversibile della destinazione. Gli stessi accordi di programma per la riqualificazione dell’area, pur nella loro “mutevolezza”, dimostravano che l’immobile non era stato ancora destinato a funzioni diverse da quelle sanitarie. Pertanto, la sua vocazione istituzionale, seppur quiescente, era ancora presente.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche per gli Enti Pubblici

Questa sentenza offre importanti indicazioni pratiche per gli enti pubblici proprietari di immobili:

1. Continuità della Destinazione: Per mantenere l’esenzione IMU su immobili parzialmente o temporaneamente inutilizzati, è fondamentale poter dimostrare che non è intervenuta una cessazione irreversibile della loro destinazione istituzionale. La presenza di piani di riqualificazione, accordi di programma o l’utilizzo per funzioni accessorie (logistica, archivio) sono elementi cruciali a sostegno della tesi.
2. Riduzione per Inagibilità: Gli enti hanno diritto alla riduzione dell’imposta per gli immobili inagibili anche senza una richiesta formale, a condizione che lo stato di inagibilità sia noto all’amministrazione comunale. Questo rafforza il principio di collaborazione tra enti e la prevalenza della sostanza sulla forma.

In sintesi, la Corte di Cassazione ha privilegiato un approccio sostanziale, legato alla continuità della “vocazione funzionale” di un bene, piuttosto che un criterio puramente formale basato sull’utilizzo effettivo in un dato momento.

Un ente pubblico perde l’esenzione IMU se un suo immobile è temporaneamente non utilizzato?
No, secondo la sentenza, il temporaneo e parziale inutilizzo di un immobile non causa automaticamente la perdita dell’esenzione. Il beneficio viene meno solo quando si verifica una situazione di fatto o una scelta dell’ente che determini l’irreversibile inutilizzabilità del bene per le sue finalità istituzionali.

L’uso di un immobile per funzioni accessorie come archivio o magazzino è sufficiente per mantenere l’esenzione IMU?
Sì, la Corte ha ritenuto che un residuale esercizio delle funzioni istituzionali, anche di carattere strumentale e amministrativo (come archivio, magazzino e logistica), è sufficiente a dimostrare che non è cessato il collegamento tra la struttura e la sua destinazione istituzionale, conservando così il diritto all’esenzione.

È possibile ottenere la riduzione dell’IMU per un immobile inagibile anche senza aver presentato una domanda formale?
Sì. La sentenza ha stabilito che la riduzione d’imposta per inagibilità e inutilizzabilità deve essere riconosciuta anche in assenza di una richiesta formale e preventiva da parte del contribuente, quando il Comune ha già una conoscenza qualificata e documentabile dello stato dell’immobile, anche se acquisita per finalità extra-tributarie.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati