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Esenzione IMU enti non commerciali: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso di una congregazione religiosa contro un avviso di accertamento IMU emesso da un Comune. La Corte ha stabilito che l’esenzione IMU per enti non commerciali non spetta a un istituto scolastico le cui rette, seppur inferiori alla media, non sono puramente simboliche, a prescindere da un eventuale perdita di esercizio. È stato inoltre negato il beneficio per un giardino non formalmente dichiarato come pertinenza e per immobili inagibili, poiché il contribuente non ha provato la conoscenza dello stato di degrado da parte del Comune nell’anno di imposta. La sentenza ribadisce il principio dell’autonomia di ogni annualità fiscale.

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Pubblicato il 13 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Esenzione IMU per Enti Non Commerciali: La Cassazione Fa Chiarezza

L’esenzione IMU per enti non commerciali è un tema di costante dibattito, specialmente quando riguarda istituzioni religiose che svolgono attività di rilevanza sociale come l’istruzione. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fornito importanti chiarimenti sui rigidi requisiti necessari per beneficiare di tale agevolazione, sottolineando come la prova della natura non commerciale dell’attività spetti interamente al contribuente e debba basarsi su criteri oggettivi e non su valutazioni soggettive.

Il Caso: Un Ente Religioso Contro il Comune

La vicenda trae origine da un avviso di accertamento IMU per l’anno 2014, notificato da un Comune a una congregazione religiosa per ben 21 immobili di sua proprietà. L’ente religioso, ritenendo di aver diritto all’esenzione per gran parte di questi cespiti, ha impugnato l’atto davanti alla Commissione Tributaria Provinciale.

Il contenzioso riguardava principalmente tre tipologie di immobili:
1. L’edificio adibito a istituto scolastico.
2. Un giardino, considerato dalla congregazione come pertinenza del convento.
3. Alcuni immobili non utilizzati e in stato di degrado.

Dopo una parziale vittoria in primo grado (limitata alle sole aree destinate al culto), la Commissione Tributaria Regionale ha respinto l’appello della congregazione, confermando l’imposta per la scuola e gli altri immobili. L’ente ha quindi deciso di ricorrere in Cassazione.

L’Esenzione IMU per le Scuole: La Questione delle Rette “Simboliche”

Il cuore della controversia era stabilire se l’attività scolastica svolta dalla congregazione potesse essere considerata “non commerciale” e quindi beneficiare dell’esenzione IMU per enti non commerciali. La difesa dell’ente si basava sul fatto che le rette richieste alle famiglie erano inferiori ai costi medi e che l’istituto chiudeva sistematicamente l’esercizio in perdita.

La Corte di Cassazione ha respinto categoricamente questa tesi. Richiamando la propria giurisprudenza consolidata, ha affermato che per “corrispettivo simbolico” si deve intendere un ammontare irrisorio, marginale e del tutto residuale, tale da rendere la prestazione più simile a un’erogazione gratuita che a un servizio a pagamento.

Nel caso specifico, i giudici hanno analizzato i ricavi dell’istituto (decine di migliaia di euro per la scuola materna e centinaia di migliaia per la primaria) e hanno concluso che, sebbene potessero non coprire tutti i costi, non potevano in alcun modo essere definiti “simbolici”. La Corte ha inoltre specificato un punto cruciale: l’eventuale perdita di esercizio è irrilevante ai fini della valutazione. Ciò che conta è la natura del corrispettivo richiesto, non il risultato finale della gestione.

Altri Motivi di Ricorso Respinti

La Corte ha rigettato anche gli altri motivi di ricorso presentati dalla congregazione, con argomentazioni altrettanto nette.

La Pertinenza del Giardino

La congregazione sosteneva che il giardino dovesse essere esente in quanto pertinenza del convento. Tuttavia, la dichiarazione di pertinenzialità ai fini IMU era stata presentata solo nel 2019, mentre l’imposta contestata si riferiva al 2014. La Corte ha ribadito che tali dichiarazioni non hanno effetto retroattivo e che l’onere di provare il vincolo pertinenziale nell’anno d’imposta gravava sul contribuente, prova che non è stata fornita.

La Riduzione per Immobili Inagibili

Per alcuni immobili non utilizzati, l’ente chiedeva la riduzione del 50% dell’imposta per inagibilità. Anche in questo caso, la Cassazione ha sottolineato la carenza di prove. Non è sufficiente dimostrare, a posteriori, lo stato di degrado di un immobile. Il contribuente deve provare che il Comune fosse a conoscenza di tale stato di inagibilità e inutilizzabilità durante l’anno fiscale di riferimento, ad esempio tramite una specifica dichiarazione o altra documentazione. La semplice produzione di una perizia in corso di causa non è idonea a fornire una prova retroattiva.

L’Efficacia del Giudicato

Infine, la congregazione ha tentato di far valere una precedente sentenza favorevole relativa all’IMU 2013. La Corte ha respinto l’argomento sulla base del principio dell’autonomia delle annualità d’imposta. Ogni anno fiscale costituisce un rapporto giuridico a sé stante. Una decisione su un determinato anno non crea un giudicato vincolante per gli anni successivi, a meno che non riguardi fatti di natura pluriennale e immutabile, condizione non riscontrata nel caso di specie.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

Le motivazioni della Suprema Corte si fondano su principi cardine del diritto tributario. In primo luogo, l’onere della prova in materia di esenzioni e agevolazioni fiscali grava sempre sul contribuente che intende beneficiarne. Non è l’amministrazione a dover dimostrare l’assenza dei requisiti, ma il soggetto passivo a dover provare la loro sussistenza. In secondo luogo, la valutazione della natura non commerciale di un’attività deve basarsi su dati oggettivi e concreti, come l’entità dei corrispettivi, e non su elementi soggettivi come l’assenza di scopo di lucro o il risultato di bilancio. Infine, viene riaffermata la fondamentale autonomia di ciascun periodo d’imposta, che impedisce l’estensione automatica di giudicati relativi ad anni precedenti.

Conclusioni: Cosa Imparare da Questa Sentenza

L’ordinanza in esame rappresenta un importante monito per tutti gli enti non commerciali. Per ottenere l’esenzione IMU, non è sufficiente operare in settori di rilevanza sociale o non avere finalità di lucro. È indispensabile poter dimostrare, con documentazione chiara e tempestiva, che le attività svolte sono effettivamente erogate a titolo gratuito o dietro corrispettivi puramente simbolici. La gestione amministrativa e fiscale deve essere impeccabile, con dichiarazioni presentate nei tempi corretti (come nel caso delle pertinenze) e comunicazioni ufficiali per situazioni particolari come l’inagibilità degli immobili. Affidarsi a sentenze passate o a una generica presunzione di non commercialità è una strategia destinata a fallire.

Avere un bilancio in perdita è sufficiente per dimostrare la natura non commerciale di una scuola e ottenere l’esenzione IMU?
No. Secondo la Corte di Cassazione, il risultato della gestione (attivo o passivo) è irrilevante. Il criterio determinante è se i corrispettivi richiesti per il servizio (le rette scolastiche) siano meramente simbolici, ovvero di ammontare irrisorio e marginale, cosa che non è stata riscontrata nel caso di specie.

Una sentenza favorevole sull’IMU di un anno vale automaticamente per gli anni successivi?
No. La Corte ha ribadito il principio dell’autonomia di ogni annualità d’imposta. Ogni anno fiscale costituisce un rapporto giuridico distinto. Pertanto, una decisione favorevole per un anno non è vincolante per gli anni successivi e non impedisce al Comune di emettere un nuovo avviso di accertamento.

Per ottenere la riduzione IMU per un immobile inagibile, basta dimostrare il suo stato di degrado in corso di causa?
No. Non è sufficiente. Il contribuente ha l’onere di provare non solo lo stato di inagibilità e inutilizzabilità dell’immobile, ma anche che il Comune ne fosse a conoscenza durante l’anno fiscale di riferimento. La produzione di una perizia solo durante il processo non costituisce una comunicazione retroattiva e non è una prova sufficiente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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