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Esenzione IMU enti non commerciali: la Cassazione decide

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione affronta il tema dell’esenzione IMU per gli enti non commerciali, in una controversia tra un’importante Università e un Comune. La Corte ha rigettato il ricorso principale dell’Ateneo, ma ha parzialmente accolto quello del Comune, stabilendo principi chiave: la soggettività passiva IMU per le cabine elettriche spetta al proprietario e non al gestore, e l’utilizzo commerciale di un immobile, anche se di proprietà di un ente non profit, ne esclude l’esenzione. Viene invece confermata la possibilità di esenzione IMU per enti non commerciali in caso di uso indiretto da parte di un altro ente funzionalmente collegato.

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Pubblicato il 12 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Esenzione IMU enti non commerciali: l’Uso Indiretto Sotto la Lente della Cassazione

L’esenzione IMU enti non commerciali è un tema di costante dibattito, che pone complesse questioni interpretative quando gli immobili sono utilizzati in modi particolari. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fornito chiarimenti cruciali, esaminando il caso di una disputa tra una nota Università e l’amministrazione comunale di una grande città in merito al pagamento dell’IMU per l’annualità 2016. La decisione offre spunti fondamentali sull’uso indiretto, sulla soggettività passiva e sui limiti dell’agevolazione fiscale.

I Fatti di Causa: Una Disputa sull’IMU Universitaria

La vicenda ha origine da un avviso di rettifica notificato da un Comune a un Ateneo per l’omesso pagamento dell’IMU su 243 unità immobiliari, per un importo di quasi 1,9 milioni di euro, oltre sanzioni e interessi. L’Università si è opposta, ottenendo un annullamento parziale della pretesa in primo grado.
La Corte di Giustizia Tributaria di secondo grado ha confermato in larga parte la decisione, ma il caso è approdato in Cassazione con un ricorso principale da parte dell’Università e un ricorso incidentale da parte del Comune, ciascuno con diverse censure sulla sentenza d’appello.

L’Analisi della Corte di Cassazione e l’esenzione IMU enti non commerciali

La Suprema Corte ha esaminato attentamente i motivi di entrambi i ricorsi, giungendo a una decisione articolata che ha rigettato le richieste dell’Università e accolto parzialmente quelle dell’Ente locale.

Il Ricorso Principale dell’Ateneo: Motivazioni Respinte

L’Università lamentava principalmente vizi procedurali e di motivazione, sia nell’atto impositivo originario sia nella sentenza di secondo grado. Sosteneva, tra le altre cose, la nullità dell’atto per carenza di motivazione e la violazione del diritto al contraddittorio preventivo.
La Cassazione ha rigettato queste doglianze, ritenendole in parte inammissibili e in parte infondate. In particolare, ha ribadito che per i tributi “non armonizzati” come l’IMU, l’obbligo del contraddittorio preventivo non è generalizzato, ma sorge solo in casi specifici previsti dalla legge (come accessi e ispezioni), non applicabili alla fattispecie. Gli altri motivi sono stati considerati un tentativo di rimettere in discussione l’accertamento dei fatti, operazione preclusa in sede di legittimità.

Il Ricorso Incidentale del Comune: Accoglimento Parziale

Più complesso l’esito del ricorso del Comune, che è stato accolto su due punti strategici.

Uso Indiretto e Rapporto di “Compenetrazione”

Il Comune contestava l’esenzione concessa per immobili utilizzati da un’altra Università. La Corte ha rigettato questo motivo, confermando un principio importante: l’esenzione IMU enti non commerciali è ammissibile anche in caso di uso indiretto, a condizione che tra l’ente proprietario e l’ente utilizzatore sussista uno stretto rapporto di strumentalità e “compenetrazione”. Nel caso di specie, la creazione della seconda Università per scorporo dalla prima imponeva per legge un’integrazione funzionale, giustificando l’estensione del beneficio.

Cabine Elettriche e Soggettività Passiva

La Corte ha accolto il motivo relativo alle cabine elettriche. La sentenza di secondo grado aveva erroneamente attribuito la soggettività passiva IMU alla società elettrica, in quanto titolare di un diritto di servitù. La Cassazione ha chiarito che la servitù non sposta la titolarità del tributo, che rimane in capo al proprietario del bene. Pertanto, l’IMU su tali immobili era dovuta dall’Ateneo.

Uso Commerciale e Decadenza dall’Esenzione

È stato accolto anche il motivo riguardante alcuni immobili concessi in locazione a un istituto bancario. La Corte ha stabilito che i giudici di merito non avevano adeguatamente verificato il titolo del possesso e la natura dell’utilizzo. Lo sfruttamento commerciale di un’unità immobiliare, infatti, fa venire meno il presupposto per l’esenzione, in quanto tale attività non è compatibile con le finalità istituzionali non commerciali dell’ente.

Le Motivazioni della Decisione

Le motivazioni della Corte si fondano su una rigorosa applicazione dei principi del diritto tributario. Viene data prevalenza alla sostanza sulla forma, rigettando eccezioni procedurali generiche e concentrandosi sulla reale destinazione d’uso degli immobili. La decisione distingue nettamente tra l’uso indiretto per finalità istituzionali integrate (che consente l’esenzione) e lo sfruttamento puramente commerciale (che la esclude). Inoltre, viene riaffermato un principio fondamentale in materia di diritti reali: la soggettività passiva IMU è legata alla proprietà o ad altri diritti reali di godimento, non a diritti minori come la servitù.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche per gli Enti Non Commerciali

L’ordinanza della Cassazione offre indicazioni preziose per tutti gli enti non commerciali proprietari di immobili. Le conclusioni principali sono:

1. Uso Indiretto: L’esenzione è possibile se l’immobile è concesso a un altro ente non commerciale strettamente e funzionalmente collegato.
2. Attività Commerciali: La locazione o l’uso di un immobile per attività commerciali fa perdere il diritto all’esenzione per quell’unità, anche se i proventi vengono reinvestiti in attività istituzionali.
3. Servitù: La presenza di servitù (come quelle per le cabine elettriche) non trasferisce l’obbligo di pagare l’IMU, che resta a carico del proprietario.

Questa pronuncia invita gli enti a una gestione attenta e documentata del proprio patrimonio immobiliare, per non incorrere in rettifiche fiscali e per poter validamente difendere il proprio diritto all’esenzione IMU enti non commerciali.

Un ente non commerciale ha diritto all’esenzione IMU se l’immobile è utilizzato da un altro ente non commerciale?
Sì, ma a condizioni precise. La Cassazione ha stabilito che l’esenzione è possibile se l’immobile è concesso in uso gratuito a un altro ente non commerciale che sia strumentalmente collegato e appartenga alla stessa “struttura” del concedente, realizzando un rapporto di “compenetrazione” e svolgendo attività meritevoli previste dalla norma agevolativa.

Chi paga l’IMU per una cabina elettrica situata su un terreno di proprietà di un ente?
L’IMU deve essere pagata dal proprietario dell’immobile (l’ente), non dalla società che gestisce la cabina elettrica. La Corte ha chiarito che il diritto di servitù della società elettrica non trasferisce la soggettività passiva del tributo, che rimane in capo al titolare del diritto di proprietà.

La locazione di una parte di un immobile a un’attività commerciale (es. una banca) fa perdere l’esenzione IMU per quell’unità?
Sì. La Corte ha confermato che se un’unità immobiliare viene sfruttata commercialmente, come nel caso di una locazione a un’attività bancaria, viene meno il requisito per l’esenzione, in quanto tale utilizzo non è in linea con le finalità istituzionali non commerciali dell’ente proprietario.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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