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Esenzione IMU Enti: l’uso diretto è essenziale

Un fondo previdenziale si è visto negare l’esenzione IMU per immobili locati a terzi, nonostante i proventi fossero destinati a fini istituzionali. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, affermando che per l’esenzione IMU enti è indispensabile l’uso diretto dell’immobile per le attività non commerciali previste dalla legge. La locazione a terzi configura un uso indiretto e commerciale che esclude il beneficio fiscale, ribadendo la necessità di un’interpretazione restrittiva delle norme agevolative.

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Pubblicato il 12 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Esenzione IMU Enti Non Commerciali: La Cassazione Ribadisce il Requisito dell’Uso Diretto

L’esenzione IMU per gli enti non commerciali rappresenta un pilastro del sistema fiscale a sostegno delle attività con finalità sociali, assistenziali e previdenziali. Tuttavia, i confini di questa agevolazione sono spesso oggetto di contenzioso. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fornito chiarimenti cruciali, ribadendo un principio fondamentale: per beneficiare dell’esenzione IMU enti, l’immobile deve essere utilizzato direttamente per le attività istituzionali. La mera destinazione dei proventi a tali scopi, se l’immobile è locato a terzi, non è sufficiente.

I Fatti di Causa

Il caso ha visto contrapposti un importante fondo previdenziale e un Comune. Il fondo, proprietario di diversi immobili, li aveva concessi in locazione a soggetti terzi. Questi immobili, secondo il fondo, costituivano una “riserva tecnica” indispensabile per garantire le future prestazioni previdenziali, e i canoni di locazione erano interamente reinvestiti per perseguire le finalità istituzionali.

Il Comune, tuttavia, non ha condiviso questa interpretazione e ha notificato al fondo un avviso di accertamento per il mancato pagamento dell’IMU, ritenendo che la locazione degli immobili configurasse un’attività di natura commerciale e che, pertanto, venisse meno il diritto all’esenzione. La questione è giunta fino alla Corte di Cassazione dopo che i giudici tributari di primo e secondo grado avevano dato ragione all’ente locale.

La Decisione della Corte di Cassazione e l’esenzione IMU enti

La Suprema Corte ha respinto il ricorso del fondo previdenziale, confermando la legittimità dell’avviso di accertamento del Comune. I giudici hanno stabilito che, ai fini dell’esenzione IMU enti, non è sufficiente che il soggetto proprietario sia un ente non commerciale o che i redditi derivanti dall’immobile siano destinati a scopi istituzionali. È necessario un requisito oggettivo e invalicabile: l’uso diretto dell’immobile per lo svolgimento di una delle attività meritevoli previste dalla legge, con modalità non commerciali.

I Requisiti per l’Esenzione: Soggettivo e Oggettivo

La Corte ha chiarito che la normativa sull’esenzione IMU enti (originariamente prevista per l’ICI e poi estesa all’IMU) si basa su una duplice condizione:

1. Requisito Soggettivo: Il possessore dell’immobile deve essere un ente non commerciale.
2. Requisito Oggettivo: L’immobile deve essere destinato esclusivamente allo svolgimento con modalità non commerciali di attività assistenziali, previdenziali, sanitarie, didattiche, ricettive, culturali, ricreative e sportive.

Nel caso specifico, la locazione a terzi, anche se finalizzata a raccogliere fondi per scopi previdenziali, fa venir meno il requisito oggettivo. L’immobile non è più utilizzato direttamente per l’attività previdenziale, ma viene sfruttato economicamente attraverso un contratto di locazione, un’attività che per sua natura si svolge in un contesto commerciale.

L’irrilevanza della “Riserva Tecnica”

L’argomentazione del fondo, secondo cui gli immobili costituivano una “riserva tecnica” a garanzia delle future pensioni, non ha convinto i giudici. La Corte ha precisato che la funzione di riserva patrimoniale non può derogare al requisito normativo dell’uso diretto. Le norme che prevedono agevolazioni fiscali sono di stretta interpretazione e non consentono estensioni analogiche. Pertanto, la destinazione funzionale del bene (come garanzia finanziaria) cede il passo alla sua concreta modalità di utilizzo (la locazione).

Le Motivazioni della Sentenza

Le motivazioni della Corte si fondano su un consolidato orientamento giurisprudenziale che interpreta in modo rigoroso le norme sulle esenzioni fiscali. I giudici hanno sottolineato che l’esenzione opera solo a fronte di una duplice condizione: l’utilizzazione diretta degli immobili da parte dell’ente possessore e l’esclusiva destinazione degli stessi ad attività peculiari non produttive di reddito. L’utilizzo indiretto, come la concessione in locazione, preclude l’agevolazione alla radice, poiché interrompe il legame diretto tra l’immobile e l’attività istituzionale non commerciale.

La natura dell’attività previdenziale, che si concretizza nella gestione di flussi finanziari e riserve, non esclude che gli immobili debbano comunque essere utilizzati direttamente dall’ente per beneficiare dell’esenzione. La legge non fa distinzioni tra le diverse tipologie di attività esenti: il requisito dell’uso diretto è valido per tutte.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza consolida un principio fondamentale per tutti gli enti non commerciali che possiedono un patrimonio immobiliare. Per non perdere il diritto all’esenzione IMU enti, è essenziale che ogni immobile sia utilizzato direttamente e concretamente per le finalità istituzionali. La scelta di mettere a reddito un immobile tramite locazione, sebbene possa essere una strategia di gestione patrimoniale prudente e finalizzata a sostenere le attività dell’ente, lo esclude dal perimetro dell’agevolazione fiscale. Gli enti devono quindi valutare attentamente la destinazione d’uso di ogni singola proprietà, poiché una gestione puramente reddituale comporta inevitabilmente l’obbligo di versare l’imposta comunale.

Un ente non commerciale che affitta un immobile a terzi ha diritto all’esenzione IMU?
No, la Corte di Cassazione ha stabilito che l’esenzione richiede l’uso diretto dell’immobile per le finalità istituzionali. La locazione a terzi configura un uso indiretto che preclude il beneficio, anche se i proventi sono destinati a scopi sociali.

L’utilizzo dei proventi dell’affitto per finanziare le attività istituzionali dell’ente è sufficiente per ottenere l’esenzione IMU?
No, non è sufficiente. Secondo la sentenza, il requisito fondamentale è la modalità di utilizzo dell’immobile stesso, che deve essere diretta e non commerciale, a prescindere dalla destinazione dei redditi da esso derivanti.

Cosa si intende per “uso diretto” ai fini dell’esenzione IMU per gli enti?
Per “uso diretto” si intende l’impiego immediato dell’immobile da parte dell’ente possessore per lo svolgimento delle proprie attività istituzionali esenti (es. assistenziali, previdenziali, sanitarie), con modalità non commerciali.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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