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Esenzione IMU enti ecclesiastici: il caso scuola

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 31597/2024, ha rigettato il ricorso di una congregazione religiosa contro un Comune in materia di esenzione IMU. L’ente ecclesiastico chiedeva l’esenzione per una scuola e la riduzione d’imposta per immobili inagibili. La Corte ha negato l’esenzione IMU enti ecclesiastici per l’attività scolastica, poiché la retta, seppur contenuta, non era ‘simbolica’, configurando così un’attività di natura commerciale. Ha inoltre negato la riduzione per gli immobili inagibili, poiché il contribuente non aveva provato di aver comunicato formalmente tale stato al Comune.

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Pubblicato il 13 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Esenzione IMU Enti Ecclesiastici: Quando la Retta Scolastica non è Simbolica

L’esenzione IMU per gli enti ecclesiastici è un tema complesso, specialmente quando gli immobili sono destinati ad attività di natura mista. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione, la n. 31597 del 2024, offre chiarimenti fondamentali su due aspetti cruciali: l’esenzione per le attività didattiche e la riduzione d’imposta per gli immobili inagibili. Analizziamo la decisione per comprendere i principi applicati e le loro implicazioni pratiche.

I Fatti di Causa

Una congregazione religiosa, proprietaria di un vasto complesso immobiliare, ha impugnato un avviso di accertamento IMU emesso da un Comune per l’annualità 2016. Il complesso aveva diverse destinazioni d’uso: una parte era adibita a culto, una a scuola, una a oratorio, altre a locali commerciali affittati e una porzione significativa era inutilizzata e fatiscente.

Il contenzioso è passato per due gradi di giudizio. Inizialmente, la Commissione Tributaria Provinciale aveva concesso l’esenzione solo per le aree destinate all’attività didattica. Successivamente, la Commissione Tributaria Regionale, accogliendo l’appello del Comune, ha negato anche questa esenzione, ritenendo che le rette scolastiche richieste non avessero carattere simbolico. La congregazione ha quindi proposto ricorso in Cassazione.

Requisiti per l’Esenzione IMU degli Enti Ecclesiastici

Il cuore della controversia riguardava la qualificazione dell’attività didattica svolta dall’ente. Per beneficiare dell’esenzione IMU, la legge richiede che le attività svolte negli immobili degli enti non commerciali, come quelli ecclesiastici, non abbiano a loro volta natura commerciale.

Il Criterio del Corrispettivo Simbolico

La Corte di Cassazione ha ribadito il suo orientamento consolidato: per escludere la natura commerciale di un’attività, il corrispettivo richiesto agli utenti deve essere ‘simbolico’. Nel caso di specie, le rette mensili, pari a € 118,00 per la scuola dell’infanzia e a € 126,00 per la scuola primaria, non sono state considerate tali.

Secondo la Corte, un corrispettivo è simbolico solo quando è talmente irrisorio e marginale da non avere una reale correlazione con il costo del servizio, rendendo la prestazione più simile a un’erogazione gratuita. Le rette in questione, seppur potenzialmente inferiori ai costi di gestione, sono state ritenute un corrispettivo a tutti gli effetti, conferendo all’attività una natura commerciale e facendo venir meno il diritto all’esenzione.

È stato inoltre precisato che l’eventuale perdita di esercizio dell’attività scolastica è irrilevante ai fini della valutazione. Ciò che conta è la natura della prestazione, non il risultato economico finale.

La Riduzione d’Imposta per gli Immobili Inagibili

Un altro motivo di ricorso riguardava il mancato riconoscimento della riduzione del 50% dell’IMU per la parte del complesso immobiliare in stato di degrado, inagibile e di fatto non utilizzata.

L’Onere della Prova a Carico del Contribuente

Anche su questo punto, la Cassazione ha respinto la doglianza della congregazione. La legge prevede una riduzione dell’imposta per gli immobili inagibili o inabitabili, ma spetta al contribuente dimostrare tale stato. In particolare, è necessario provare che il Comune fosse a conoscenza della situazione di inagibilità.

La Corte ha specificato che questa conoscenza non può essere presunta. Il contribuente deve aver presentato una formale dichiarazione o deve dimostrare che l’ente impositore ne fosse a conoscenza per altre vie certe. Nel caso in esame, la produzione in giudizio di una perizia di parte non è stata ritenuta sufficiente a provare una conoscenza pregressa da parte del Comune. Mancando questa prova fondamentale, la richiesta di riduzione è stata legittimamente negata.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte ha rigettato tutti i motivi di ricorso, basandosi su principi giuridici consolidati. Per quanto riguarda la scuola, ha stabilito che la natura non commerciale dell’attività, presupposto per l’esenzione IMU, viene meno se viene richiesto un corrispettivo non meramente simbolico, a prescindere dal risultato di bilancio. Per gli immobili inagibili, ha riaffermato che l’onere di provare la conoscenza dello stato di inagibilità da parte del Comune grava interamente sul contribuente e tale prova deve essere rigorosa, non potendosi basare su elementi prodotti solo in fase processuale.

Conclusioni

La decisione in commento offre due importanti indicazioni operative per gli enti non commerciali e, in particolare, per gli enti ecclesiastici. Primo, per beneficiare dell’esenzione IMU enti ecclesiastici per attività come quelle didattiche, è fondamentale che i corrispettivi richiesti siano genuinamente simbolici. In caso contrario, l’attività sarà considerata commerciale e quindi soggetta a imposta. Secondo, per ottenere la riduzione d’imposta per immobili inagibili, non è sufficiente che la condizione esista, ma è indispensabile comunicarla formalmente agli uffici comunali o essere in grado di provare in modo inequivocabile che il Comune ne fosse già a conoscenza.

Quando una scuola gestita da un ente ecclesiastico perde il diritto all’esenzione IMU?
Perde il diritto all’esenzione IMU quando l’attività didattica viene svolta con modalità commerciali. Questo avviene se la retta richiesta agli studenti non è puramente simbolica, ma costituisce un corrispettivo effettivo per il servizio, anche se non copre tutti i costi.

Il fatto che una scuola operi in perdita è sufficiente per ottenere l’esenzione IMU?
No, l’eventuale perdita di esercizio è irrilevante. Secondo la Corte, il fattore determinante per qualificare l’attività come commerciale o meno non è il risultato economico, ma la natura del corrispettivo richiesto per il servizio.

Come si ottiene la riduzione del 50% dell’IMU per un immobile inagibile?
Per ottenere la riduzione, il contribuente deve dimostrare che il Comune era a conoscenza dello stato di inagibilità e inutilizzabilità dell’immobile nell’anno d’imposta di riferimento. Questa prova deve essere fornita tramite una dichiarazione formale o altri elementi che attestino in modo certo la conoscenza pregressa da parte dell’ente, non essendo sufficiente una perizia prodotta solo durante il processo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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