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Esenzione IMU cooperativa: quando è valida?

Una società cooperativa edilizia ha impugnato un avviso di accertamento IMU, sostenendo di aver diritto a un’esenzione. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso principale, stabilendo che l’esenzione IMU cooperativa spetta anche in presenza di un vincolo legale di indivisibilità temporanea che impone una locazione formale, a condizione che i soci utilizzino l’immobile come abitazione principale. La Corte ha chiarito che la sostanza del rapporto prevale sulla forma contrattuale. La causa è stata rinviata al giudice di secondo grado per una nuova valutazione basata su questo principio.

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Pubblicato il 19 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Esenzione IMU Cooperativa: La Cassazione Chiarisce i Requisiti

L’esenzione IMU cooperativa è un tema di grande interesse per il settore dell’edilizia sociale, ma spesso fonte di contenziosi con le amministrazioni comunali. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa luce su un aspetto cruciale: la validità dell’esenzione anche quando gli immobili, a causa di vincoli legali, non possono essere immediatamente assegnati in proprietà ma vengono concessi in godimento ai soci. La decisione sottolinea un principio fondamentale: la sostanza del rapporto prevale sulla forma contrattuale.

Il Contesto: Un Avviso di Accertamento IMU

Una società cooperativa edilizia si è vista recapitare un avviso di accertamento per il pagamento dell’IMU relativa all’anno 2015, per una somma di circa 25.000 euro. La cooperativa aveva realizzato un complesso immobiliare grazie a un contributo regionale, il quale imponeva un vincolo di indivisibilità della proprietà per una durata di otto anni. Durante questo periodo, gli immobili erano stati concessi in locazione ai soci, che li utilizzavano come abitazione principale, in attesa di poterli acquisire in via definitiva allo scadere del vincolo.

Il Comune, tuttavia, ha ritenuto che la forma contrattuale della locazione escludesse la possibilità di applicare le agevolazioni fiscali previste per le cooperative a proprietà indivisa i cui immobili sono adibiti ad abitazione principale dei soci assegnatari. Sia la Commissione Tributaria di primo che di secondo grado avevano dato ragione all’ente locale, costringendo la cooperativa a ricorrere in Cassazione.

Le Tre Tesi per l’Esenzione IMU Cooperativa

La società ricorrente ha basato la sua difesa su tre distinti motivi, ciascuno volto a dimostrare il proprio diritto all’esenzione IMU:

1. Abitazione principale dei soci assegnatari: La tesi principale era che, nonostante il contratto di locazione, gli immobili fossero di fatto l’abitazione principale dei soci assegnatari. Il vincolo di indivisibilità, imposto per legge, rendeva la locazione l’unica forma possibile per concedere il godimento dell’immobile in attesa della scadenza del termine.
2. Qualifica di alloggi sociali: In subordine, la cooperativa sosteneva che gli immobili rientrassero nella categoria degli “alloggi sociali”, per i quali è prevista un’altra forma di esenzione.
3. Natura di beni-merce: Infine, veniva invocata l’esenzione prevista per i cosiddetti “beni-merce”, ovvero gli immobili costruiti e destinati alla vendita da parte delle imprese edili.

La Decisione della Corte: La Sostanza Prevale sulla Forma

La Corte di Cassazione ha accolto il primo motivo di ricorso, ritenendolo fondato, e ha rigettato gli altri due. La decisione si è concentrata sulla natura del rapporto tra la cooperativa e i soci, andando oltre il mero dato formale del contratto di locazione.

I giudici hanno stabilito che il tribunale di secondo grado aveva commesso un errore nel non considerare la causa reale del rapporto: il vincolo di indivisibilità pro-tempore di otto anni. Questo vincolo, derivante direttamente dalla legge regionale e dal bando pubblico, impediva alla cooperativa di trasferire qualsiasi diritto reale ai soci. Di conseguenza, il rapporto instaurato, sebbene formalmente una locazione, era nella sostanza un’assegnazione in godimento in attesa del trasferimento definitivo.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte ha chiarito che l’esenzione prevista dall’art. 13, comma 2, lett. a) del D.L. 201/2011 si applica alle “unità immobiliari appartenenti alle cooperative edilizie a proprietà indivisa, adibite ad abitazione principale e relative pertinenze dei soci assegnatari”. Il termine “assegnatari”, secondo la Corte, non deve essere interpretato in senso restrittivo come colui che ha già ricevuto la proprietà, ma come il socio destinatario dell’alloggio che lo utilizza come dimora abituale.

Il giudice di merito avrebbe dovuto, pertanto, verificare la situazione di fatto: se i soci risiedevano effettivamente e abitualmente negli immobili in questione. Limitarsi a considerare il nome del contratto (“locazione”) senza analizzare le circostanze specifiche e i vincoli legali imperativi è stato ritenuto un errore di diritto. In questo contesto, l’esenzione spetta alla cooperativa, che rimane soggetto passivo d’imposta, proprio perché la proprietà è indivisa.

Per quanto riguarda gli altri due motivi, la Corte ha specificato che:
– La qualifica di “alloggio sociale” richiede la prova di requisiti specifici (come un canone simbolico o non commerciale), che non erano stati dimostrati nel caso di specie.
– La nozione di “bene-merce” si applica solo ai fabbricati costruiti da imprese per la vendita sul mercato e non a quelli di una cooperativa destinati ai propri soci.

Le Conclusioni

L’ordinanza rappresenta un importante precedente per tutte le cooperative edilizie che operano con contributi pubblici e sono soggette a vincoli temporanei di indivisibilità. La Corte di Cassazione ha affermato con forza che, ai fini fiscali, è necessario guardare alla realtà sostanziale dei rapporti giuridici. Un vincolo imposto dalla legge non può trasformarsi in un ostacolo insormontabile per l’accesso a un’agevolazione fiscale pensata proprio per favorire il diritto all’abitazione. La sentenza impugnata è stata cassata e il caso è stato rinviato alla Corte di Giustizia Tributaria per un nuovo esame che dovrà attenersi a questo principio, valutando l’effettiva destinazione degli immobili ad abitazione principale dei soci.

Una cooperativa edilizia a proprietà indivisa ha diritto all’esenzione IMU se gli immobili sono temporaneamente locati ai soci a causa di un vincolo legale?
Sì. Secondo la Corte di Cassazione, se un vincolo legale (come quello di indivisibilità per otto anni) impedisce il trasferimento della proprietà, il rapporto di locazione con i soci è solo una modalità formale per concedere il godimento dell’immobile. Ai fini dell’esenzione, ciò che conta è che i soci utilizzino effettivamente l’alloggio come loro abitazione principale.

Gli immobili di una cooperativa edilizia sono automaticamente considerati “alloggi sociali” per ottenere l’esenzione IMU?
No. La qualifica di “alloggio sociale” non è automatica e deve essere provata dimostrando la sussistenza di requisiti specifici, come quelli relativi alla natura non commerciale del canone di locazione, stabiliti da un apposito decreto ministeriale. Essere una cooperativa non è di per sé sufficiente.

L’esenzione IMU per i “beni-merce” si applica agli immobili di una cooperativa destinati ai soci?
No. La Corte ha chiarito che questa esenzione è riservata ai fabbricati costruiti da imprese edili e destinati alla vendita sul libero mercato. Non si applica agli alloggi di una cooperativa a proprietà indivisa, che sono destinati all’assegnazione in godimento ai propri soci e non alla commercializzazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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