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Esenzione IMU Consorzi Industriali: No se c’è attività economica

La Corte di Cassazione ha confermato che l’esenzione IMU non si applica ai consorzi per lo sviluppo industriale se svolgono attività economica. Anche se enti pubblici, la concessione di beni a terzi dietro corrispettivo è considerata attività commerciale, escludendo il diritto all’esenzione IMU prevista per i soli compiti istituzionali.

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Pubblicato il 25 agosto 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Esenzione IMU per Consorzi Industriali: la Cassazione chiarisce i limiti

La Corte di Cassazione, con una recente sentenza, ha ribadito un principio fondamentale in materia fiscale: l’esenzione IMU per gli enti pubblici non si applica quando questi svolgono attività di natura commerciale. Il caso specifico riguardava un Consorzio per lo Sviluppo Industriale che, pur essendo un ente pubblico, concedeva in uso i propri immobili a terzi dietro pagamento di un canone. Vediamo nel dettaglio come la Corte ha motivato la sua decisione.

I fatti di causa

Un Consorzio per lo Sviluppo Industriale ha ricevuto un avviso di accertamento da parte di un Comune per il mancato pagamento dell’IMU relativa all’anno 2015. Il Consorzio ha impugnato l’atto, sostenendo di avere diritto all’esenzione in quanto ente pubblico i cui immobili erano destinati a fini istituzionali.

Sia la Commissione Tributaria Provinciale che quella Regionale hanno respinto le ragioni del Consorzio. Secondo i giudici di merito, il Consorzio, in qualità di “ente pubblico economico”, non poteva beneficiare dell’esenzione prevista per gli immobili destinati esclusivamente a compiti istituzionali. La concessione di aree e immobili a imprese in cambio di un corrispettivo è stata qualificata come attività commerciale, incompatibile con il beneficio fiscale richiesto.

Il Consorzio ha quindi presentato ricorso in Cassazione, lamentando una violazione di legge e un’errata interpretazione delle norme sull’esenzione.

L’analisi della Corte sull’esenzione IMU

La Corte di Cassazione ha esaminato il primo motivo di ricorso, centrato sulla presunta violazione delle norme che garantiscono l’esenzione IMU. Il Consorzio sosteneva che, essendo costituito da enti territoriali e avendo come scopo lo sviluppo industriale, la sua attività dovesse considerarsi interamente istituzionale.

La Corte ha rigettato questa tesi, richiamando il proprio consolidato orientamento. Ha chiarito la distinzione cruciale tra “finalità istituzionali” e “servizi pubblici”:

* Finalità Istituzionali: Sono i compiti propri dell’ente pubblico (Stato, Regioni, Comuni, etc.), che ne costituiscono la ragion d’essere e non hanno natura economica.
* Servizi Pubblici: Possono essere svolti anche da soggetti diversi (aziende municipalizzate, società, consorzi) e spesso implicano un’attività economica e commerciale, ponendosi in concorrenza sul mercato.

Secondo la Corte, i consorzi per lo sviluppo industriale rientrano in questa seconda categoria. Essi, pur perseguendo un interesse pubblico, operano con strumenti di diritto privato, come la concessione di beni in godimento a fronte di canoni. Questa attività è intrinsecamente economica e, pertanto, non può beneficiare dell’esenzione fiscale riservata ai soli compiti istituzionali.

La questione dell’onere della prova

Un altro punto cruciale affrontato dalla Corte è l’onere della prova. Spetta al contribuente che richiede l’esenzione dimostrare non solo di essere un ente potenzialmente beneficiario, ma anche che i singoli immobili sono effettivamente e direttamente utilizzati per lo svolgimento di compiti istituzionali non commerciali. Nel caso di specie, il Consorzio non ha fornito tale prova, limitandosi ad un’affermazione generica delle proprie finalità.

La decisione della Corte

La Cassazione ha respinto anche il secondo motivo di ricorso, con cui il Consorzio lamentava che i giudici di merito avessero omesso di pronunciarsi su presunti errori di calcolo dell’imposta. La Corte ha osservato che, al contrario, la sentenza impugnata aveva esaminato tali punti, ritenendo le contestazioni del Consorzio troppo generiche e prive di un calcolo alternativo e specifico. Ad esempio, riguardo a un immobile concesso a una società terza, i giudici avevano correttamente qualificato il rapporto come un diritto personale di godimento e non come un usufrutto, confermando la soggettività passiva del Consorzio.

Di conseguenza, il ricorso è stato integralmente rigettato.

Le motivazioni

Le motivazioni della sentenza si fondano su un principio di rigore interpretativo: le norme che prevedono agevolazioni fiscali sono di stretta interpretazione e non possono essere applicate in via analogica. L’esenzione IMU è pensata per gli immobili che lo Stato e gli altri enti territoriali utilizzano per le proprie funzioni sovrane e amministrative, non per le attività con cui gli stessi enti, o enti da essi creati, operano sul mercato. Permettere a un ente pubblico economico di non pagare l’IMU sui beni che offre sul mercato creerebbe una distorsione della concorrenza rispetto agli operatori privati che svolgono la stessa attività. La natura di ente pubblico, quindi, non è di per sé sufficiente a garantire l’esenzione se l’attività svolta è di tipo commerciale.

Le conclusioni

Questa sentenza consolida un orientamento giurisprudenziale chiaro: i consorzi per lo sviluppo industriale e, più in generale, gli enti pubblici economici non hanno diritto all’esenzione IMU per gli immobili utilizzati nell’ambito della loro attività commerciale, come la concessione di aree e capannoni a imprese. Per ottenere l’esenzione, l’ente deve dimostrare che il bene è destinato esclusivamente a compiti istituzionali, privi di qualsiasi connotato di commercialità. La decisione sottolinea inoltre l’importanza per il contribuente di formulare contestazioni precise e dettagliate, supportate da prove concrete, per non vederle respinte come generiche.

Un consorzio per lo sviluppo industriale ha diritto all’esenzione IMU?
No, secondo la sentenza, un consorzio per lo sviluppo industriale, qualificato come ente pubblico economico, non ha diritto all’esenzione IMU per gli immobili che concede in uso a terzi dietro corrispettivo, poiché questa è considerata un’attività commerciale e non un’attività istituzionale esente da imposta.

Qual è la differenza tra ‘finalità istituzionali’ e ‘servizi pubblici’ ai fini dell’esenzione IMU?
Le ‘finalità istituzionali’ sono i compiti propri ed esclusivi di un ente territoriale (come l’amministrazione pubblica) che giustificano l’esenzione. I ‘servizi pubblici’, invece, possono essere svolti anche da altri soggetti in regime di mercato (come la fornitura di aree industriali) e, se hanno natura commerciale, non beneficiano dell’esenzione.

Cosa succede se un contribuente contesta un avviso di accertamento in modo generico?
Se un contribuente contesta un atto fiscale con ‘generiche allegazioni’, senza fornire elementi specifici, prove concrete o un calcolo alternativo dettagliato, la sua eccezione può essere rigettata. La sentenza evidenzia che il giudice ha correttamente respinto le contestazioni del consorzio proprio perché non sufficientemente dettagliate.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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