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Esenzione IMU coniugi: la Cassazione rinvia il caso

Una contribuente ha impugnato cinque avvisi di accertamento IMU per gli anni dal 2014 al 2018, relativi al mancato riconoscimento dell’esenzione per abitazione principale. La questione verteva sull’esenzione IMU per coniugi con residenze in comuni diversi. Le commissioni tributarie di primo e secondo grado avevano respinto il ricorso, ritenendo necessaria la coincidenza di residenza per l’intero nucleo familiare. La Corte di Cassazione, tuttavia, non ha deciso nel merito. Ha ordinato il rinvio della causa a nuovo ruolo poiché un documento depositato dalla ricorrente, che attestava un presunto annullamento in autotutela degli atti da parte del Comune, è risultato illeggibile.

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Pubblicato il 28 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Esenzione IMU Coniugi e Residenza Diversa: Un Caso di Rinvio in Cassazione

La questione dell’esenzione IMU coniugi con residenze anagrafiche in comuni diversi è da anni al centro di un acceso dibattito giuridico e di numerosi contenziosi tra cittadini ed enti locali. Un’ordinanza interlocutoria della Corte di Cassazione offre lo spunto per analizzare non solo la sostanza del problema, ma anche l’importanza degli aspetti procedurali che possono determinare l’esito di un giudizio. Il caso in esame, infatti, non giunge a una conclusione nel merito, ma viene rinviato per un motivo tanto semplice quanto cruciale: un documento illeggibile.

I Fatti del Caso: Una Lunga Controversia sull’IMU

Una contribuente si è vista recapitare cinque avvisi di accertamento da parte del Comune per il pagamento dell’IMU relativa agli anni dal 2014 al 2018. L’ente impositore contestava il mancato versamento dell’imposta, non riconoscendo all’immobile della donna la qualifica di “abitazione principale”. Il motivo del diniego era legato al fatto che il coniuge della contribuente risiedeva e dimorava abitualmente in un altro comune.

Sia la Commissione Tributaria Provinciale (CTP) che la Commissione Tributaria Regionale (CTR) hanno dato ragione al Comune. Secondo i giudici di merito, la condizione per beneficiare dell’agevolazione fiscale non è solo la residenza anagrafica e la dimora abituale del contribuente, ma è necessario che tali requisiti sussistano per l’intero nucleo familiare. In sostanza, finché esiste un vincolo matrimoniale, la dimora e la residenza della famiglia, rilevanti ai fini IMU, devono essere uniche.

La Questione Giuridica e l’Appello in Cassazione

La contribuente ha presentato ricorso in Cassazione, basandolo su due motivi principali. In primo luogo, ha lamentato la violazione delle norme sulla motivazione degli atti amministrativi, sostenendo che gli avvisi di accertamento fossero generici. In secondo luogo, e questo è il cuore della controversia, ha contestato l’errata interpretazione dell’art. 13 del D.L. n. 201/2011, la norma che regola l’esenzione IMU coniugi per l’abitazione principale. Secondo la sua difesa, la legge non richiederebbe, per l’applicazione del beneficio, che i coniugi risiedano nello stesso comune, ma solo che ciascuno dimori abitualmente e risieda anagraficamente nell’immobile per cui chiede l’esenzione.

La Decisione della Cassazione: Un Rinvio per Motivi Procedurali

Quando il caso è giunto al vaglio della Suprema Corte, è emerso un elemento nuovo e potenzialmente risolutivo. La ricorrente aveva depositato telematicamente una nota, allegando un provvedimento con cui, a suo dire, il Comune stesso avrebbe annullato in autotutela gli avvisi di accertamento oggetto del giudizio. Un atto del genere avrebbe fatto cessare la materia del contendere, rendendo superfluo l’esame nel merito del ricorso. Tuttavia, il Collegio si è trovato di fronte a un ostacolo insormontabile: il documento allegato era illeggibile.

Le Motivazioni

La Corte ha motivato la sua decisione evidenziando l’impossibilità di valutare il contenuto e la portata del provvedimento di autotutela. Di fronte a un documento non leggibile, i giudici non hanno potuto verificare se effettivamente il Comune avesse annullato gli atti impugnati, né le ragioni di tale eventuale annullamento. Riconoscendo l’importanza potenziale di tale documento, il Collegio ha ritenuto opportuno non decidere la causa, ma disporre il rinvio a nuovo ruolo. Questa decisione tecnica implica che la causa viene tolta dal calendario delle udienze e sarà nuovamente fissata solo dopo che la ricorrente avrà depositato una copia leggibile e chiara del provvedimento.

Le Conclusioni

L’ordinanza, pur non entrando nel merito della complessa questione dell’esenzione IMU coniugi, offre una lezione fondamentale sull’importanza della correttezza procedurale. La presentazione di un documento illeggibile ha di fatto bloccato l’iter giudiziario, posticipando la risoluzione di una controversia che si trascina da anni. La palla torna ora alla parte ricorrente, che ha l’onere di rinnovare il deposito in modo corretto per consentire alla Corte di decidere, finalmente, se la sua richiesta di esenzione sia fondata o se, come sostenuto dal Comune, la residenza familiare debba essere unica.

Perché la Cassazione non ha deciso sulla questione dell’esenzione IMU per i coniugi con residenze diverse?
Perché la contribuente ha depositato un documento, potenzialmente decisivo, che attestava l’annullamento degli atti da parte del Comune, ma tale documento era illeggibile. La Corte ha quindi rinviato la causa per consentire il deposito di una copia leggibile.

Qual era la posizione dei giudici di merito riguardo all’esenzione IMU in questo caso?
Le commissioni tributarie di primo e secondo grado hanno negato l’esenzione, sostenendo che per qualificare un immobile come ‘abitazione principale’ è necessario che l’intero nucleo familiare, incluso il coniuge, vi abbia residenza anagrafica e dimora abituale.

Cosa significa la decisione della Corte di ‘rinviare a nuovo ruolo’ il giudizio?
Significa che la Corte ha deciso di sospendere la trattazione della causa e di posticiparla a una data futura. Questa decisione è stata presa per dare alla parte ricorrente la possibilità di presentare nuovamente la documentazione richiesta in un formato leggibile, indispensabile per poter decidere il caso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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