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Esenzione IMU coniugi e residenza diversa: la Cassazione

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza 10217/2025, ha accolto il ricorso di un contribuente riguardo all’esenzione IMU per la prima casa. Il caso riguardava due coniugi con residenze anagrafiche in comuni diversi. Richiamando la sentenza della Corte Costituzionale n. 209/2022, la Cassazione ha stabilito che la diversa residenza dei coniugi non preclude il diritto all’esenzione, a condizione che ciascuno dimori abitualmente nell’immobile dichiarato come abitazione principale. La sentenza impugnata è stata cassata con rinvio.

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Pubblicato il 8 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Esenzione IMU Coniugi: Sì Anche con Residenze Diverse

L’ordinanza della Corte di Cassazione n. 10217 del 2025 ribadisce un principio fondamentale in materia di esenzione IMU coniugi: la residenza in comuni diversi non è più un ostacolo al beneficio fiscale per l’abitazione principale. Questa decisione, in linea con un fondamentale intervento della Corte Costituzionale, chiarisce definitivamente i diritti dei contribuenti, superando interpretazioni restrittive del passato.

Il Caso: Due Coniugi, Due Residenze, Una Sola Esenzione IMU?

La vicenda riguarda un contribuente, comproprietario con la moglie di un immobile situato nel Comune di Pietrasanta. Il contribuente aveva fissato la propria residenza e dimora abituale in tale immobile, chiedendo l’esenzione IMU come abitazione principale. Il Comune, tuttavia, emetteva avvisi di accertamento per gli anni 2012 e 2013, negando il beneficio. La motivazione? La moglie del contribuente aveva la propria residenza in un altro Comune (in provincia di Mantova), dove svolgeva la professione di avvocato. Secondo l’amministrazione comunale, questa circostanza violava il presupposto normativo che legava l’abitazione principale alla residenza dell’intero nucleo familiare.

Il Percorso Giudiziario e la Decisione della Commissione Tributaria Regionale

Il contribuente aveva inizialmente ottenuto ragione davanti alla Commissione Tributaria Provinciale. Tuttavia, la Commissione Tributaria Regionale della Toscana, accogliendo l’appello del Comune, ribaltava la decisione. I giudici d’appello sostenevano che, in caso di residenze diverse, spetta a chi invoca l’agevolazione dimostrare la sussistenza di un valido motivo (come esigenze lavorative) che giustifichi la scelta. In mancanza di tale prova, l’esenzione non poteva essere riconosciuta.

L’Intervento Decisivo della Cassazione sull’esenzione IMU coniugi

Investita del caso, la Corte di Cassazione ha accolto il ricorso del contribuente, cassando la sentenza d’appello. Il ragionamento della Suprema Corte si fonda interamente sulla storica sentenza della Corte Costituzionale n. 209 del 2022. Tale pronuncia ha dichiarato l’illegittimità costituzionale della norma che legava il concetto di abitazione principale alla dimora e residenza non solo del possessore, ma anche del suo nucleo familiare.

Le Motivazioni della Corte

La Corte ha spiegato che, a seguito dell’intervento della Consulta, la nozione di abitazione principale è stata ridefinita. Ora il beneficio fiscale spetta al possessore dell’immobile che vi dimora abitualmente e vi risiede anagraficamente, a prescindere da dove risieda il coniuge. L’obbligo di coabitazione previsto dal codice civile (art. 143 c.c.) non può essere interpretato in senso fiscale per negare un diritto. I coniugi, per esigenze personali o lavorative, possono legittimamente scegliere di stabilire la propria residenza e dimora in luoghi diversi.

Di conseguenza, è stato ripristinato il diritto all’esenzione per ciascuna abitazione principale dei coniugi, purché siano rispettati i requisiti soggettivi (residenza anagrafica) e oggettivi (dimora abituale) per ogni singolo immobile. Non si tratta, specifica la Corte, di una “seconda casa”, ma di due distinte abitazioni principali, ciascuna meritevole di agevolazione. La residenza del coniuge in un altro Comune, quindi, non preclude più il riconoscimento dell’esenzione pro quota per l’immobile utilizzato come propria abitazione principale.

Conclusioni

L’ordinanza in commento consolida un orientamento giurisprudenziale ormai chiaro e favorevole al contribuente. La scelta di vita dei coniugi di avere residenze separate, dettata da necessità lavorative o personali, non può essere penalizzata fiscalmente. L’unico requisito per ottenere l’esenzione IMU è che l’immobile in questione sia effettivamente il centro degli interessi e della vita abituale del possessore che ne fa richiesta. La Corte ha quindi rinviato la causa alla Corte di Giustizia Tributaria di secondo grado della Toscana, che dovrà riesaminare il caso attenendosi a questo principio.

Due coniugi con residenze in Comuni diversi hanno diritto all’esenzione IMU per l’abitazione principale?
Sì. Secondo la Corte di Cassazione, a seguito della sentenza della Corte Costituzionale n. 209/2022, ogni coniuge ha diritto all’esenzione per l’immobile in cui ha stabilito la propria residenza anagrafica e dimora abituale, anche se l’altro coniuge risiede in un Comune diverso.

L’obbligo di coabitazione tra coniugi impedisce di avere due abitazioni principali?
No. La Corte ha chiarito che le norme sulla “residenza familiare” (art. 144 cod. civ.) non si oppongono alla possibilità che i coniugi, per valide ragioni personali o lavorative, stabiliscano residenze disgiunte. L’obbligo di coabitazione non può essere utilizzato come argomento per negare l’esenzione IMU.

Cosa ha cambiato la sentenza della Corte Costituzionale n. 209/2022 in materia di IMU per i coniugi?
Ha eliminato il requisito della residenza anagrafica e della dimora abituale dell’intero nucleo familiare nello stesso immobile per poter beneficiare dell’esenzione. Ha stabilito che il diritto all’esenzione è legato alla situazione del singolo possessore, ripristinando così la possibilità per ciascun coniuge di avere la propria abitazione principale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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