LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Esenzione IMU coniugi: Cassazione chiarisce il caso

Una contribuente si è vista negare l’esenzione IMU per la prima casa poiché il coniuge risiedeva in un altro comune. La Corte di Cassazione, accogliendo il suo ricorso, ha ribadito il principio stabilito dalla Corte Costituzionale: l’esenzione IMU coniugi spetta al possessore dell’immobile che vi dimora e risiede, indipendentemente dalla residenza dell’altro coniuge. La nozione di abitazione principale è legata al singolo possessore e non più all’intero nucleo familiare.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 28 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Esenzione IMU Coniugi: La Cassazione Conferma il Diritto Anche con Residenze Diverse

L’esenzione IMU coniugi per l’abitazione principale è un tema che ha generato notevoli dubbi e contenziosi, specialmente quando i coniugi hanno residenze in comuni differenti. Con una recente ordinanza (n. 16786/2024), la Corte di Cassazione è tornata sulla questione, consolidando un principio di diritto fondamentale introdotto dalla Corte Costituzionale e offrendo un chiarimento decisivo per molti contribuenti.

Il Fatto: la Negazione dell’Esenzione IMU

Il caso ha origine da un avviso di accertamento con cui un Comune richiedeva il pagamento dell’IMU per l’anno 2011 a una contribuente. La richiesta si basava sul presupposto che l’immobile, sebbene dichiarato come abitazione principale dalla proprietaria, non potesse beneficiare dell’esenzione. Il motivo? Il coniuge della donna, non legalmente separato, aveva la propria residenza e dimora abituale in un altro comune.

Sia la Commissione Tributaria Provinciale (CTP) che quella Regionale (CTR) avevano dato ragione al Comune, sostenendo che il requisito per l’esenzione fosse la stabile dimora dell’intero nucleo familiare nell’immobile. Di conseguenza, la residenza del coniuge in un’altra località escludeva automaticamente il beneficio fiscale.

La Svolta della Corte Costituzionale e l’Esenzione IMU Coniugi

La contribuente ha presentato ricorso in Cassazione, lamentando la violazione e la falsa applicazione delle norme sull’IMU, alla luce della storica sentenza n. 209 del 2022 della Corte Costituzionale.

La Corte Costituzionale, infatti, ha dichiarato l’illegittimità costituzionale della norma che legava il concetto di abitazione principale alla residenza congiunta del possessore e del suo nucleo familiare. La norma previgente recitava: «[p]er abitazione principale si intende l’immobile […] nel quale il possessore e il suo nucleo familiare dimorano abitualmente e risiedono anagraficamente».

Il Giudice delle leggi ha invece stabilito che la dicitura corretta dovesse essere: «[p]er abitazione principale si intende l’immobile […] nel quale il possessore dimora abitualmente e risiede anagraficamente».

Le Motivazioni della Decisione

La Corte di Cassazione, nel decidere il caso, ha integralmente recepito il principio espresso dalla Consulta. L’ordinanza sottolinea che la nozione di abitazione principale, ai fini dell’esenzione IMU coniugi, non presuppone più la dimora abituale e la residenza anagrafica dell’intero nucleo familiare del possessore.

Questo significa che il beneficio fiscale spetta al possessore dell’immobile che vi dimora abitualmente e vi risiede anagraficamente, anche se il coniuge ha la propria residenza e dimora in un comune diverso. Viene così superato il precedente orientamento giurisprudenziale che postulava l’unicità dell’abitazione principale per il nucleo familiare, impedendo di fatto la coesistenza di due abitazioni principali per due coniugi con residenze distinte.

La Corte ha quindi cassato la sentenza impugnata e, decidendo direttamente nel merito, ha accolto il ricorso originario della contribuente, annullando l’avviso di accertamento. Le spese dell’intero giudizio sono state compensate, data la rilevanza dell’intervento della Corte Costituzionale nel corso della causa.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza consolida un principio di fondamentale importanza per i contribuenti. L’esenzione IMU coniugi non dipende più da una rigida concezione di nucleo familiare coabitante. Il diritto all’esenzione è ora legato a una condizione soggettiva e oggettiva verificabile per il singolo possessore: la sua effettiva residenza anagrafica e dimora abituale nell’immobile.

Di conseguenza, se due coniugi, per motivi di lavoro o altre esigenze, vivono in case diverse situate in comuni diversi, entrambi potranno potenzialmente beneficiare dell’esenzione IMU per la rispettiva abitazione principale, a condizione che ciascuno possa dimostrare che quella è la propria effettiva residenza e dimora abituale.

Due coniugi con residenza in comuni diversi possono beneficiare entrambi dell’esenzione IMU per l’abitazione principale?
Sì. A seguito della sentenza della Corte Costituzionale n. 209/2022, recepita dalla Cassazione, il beneficio fiscale è legato alla residenza anagrafica e alla dimora abituale del singolo possessore, non più a quella dell’intero nucleo familiare. Pertanto, se entrambi i coniugi soddisfano questi requisiti per i rispettivi immobili, possono entrambi godere dell’esenzione.

Cosa ha cambiato la Corte Costituzionale riguardo la definizione di abitazione principale?
La Corte Costituzionale ha eliminato il requisito della residenza e dimora del “nucleo familiare” dalla definizione di abitazione principale ai fini IMU. La definizione ora si concentra esclusivamente sul “possessore”, stabilendo che l’abitazione principale è quella dove quest’ultimo risiede anagraficamente e dimora abitualmente.

La decisione della Cassazione ha effetto retroattivo?
L’ordinanza in esame applica un principio sancito da una sentenza di incostituzionalità. Le sentenze della Corte Costituzionale che dichiarano l’illegittimità di una norma hanno efficacia retroattiva, travolgendo i rapporti giuridici non ancora esauriti (cioè non coperti da sentenza passata in giudicato o da prescrizione). Ciò significa che la nuova regola si applica anche a situazioni pregresse, come nel caso analizzato che riguardava l’IMU 2011.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati