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Esenzione IMU comodato tra enti no profit: la Cassazione

Un ente ecclesiastico si è visto negare l’esenzione IMU per un immobile concesso in comodato gratuito a un altro ente no profit collegato per attività didattiche. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, applicando una nuova legge di interpretazione autentica con efficacia retroattiva. La Corte ha stabilito che l’esenzione IMU in caso di comodato è legittima se esiste un collegamento strutturale o funzionale tra i due enti no profit, cassando la sentenza precedente e rinviando la causa per una nuova valutazione.

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Pubblicato il 13 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Esenzione IMU comodato tra Enti No Profit: la Svolta della Cassazione

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha segnato un punto di svolta fondamentale in materia di esenzione IMU comodato per gli immobili di proprietà di enti non commerciali. La decisione chiarisce, grazie a una nuova norma di interpretazione autentica, che il beneficio fiscale spetta anche quando un immobile è concesso in uso gratuito a un altro ente no profit, a condizione che esista tra i due un collegamento strutturale o funzionale. Questa pronuncia ribalta un orientamento restrittivo e offre nuove certezze agli operatori del terzo settore.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine da un avviso di accertamento notificato da un Comune a un ente ecclesiastico, proprietario di alcuni immobili. L’ente aveva concesso tali beni in comodato gratuito a un’altra istituzione religiosa, strettamente collegata, che li utilizzava per svolgere attività didattica in una scuola paritaria. Il Comune contestava il mancato versamento dell’IMU per l’anno 2018, sostenendo che l’esenzione non potesse applicarsi poiché l’ente utilizzatore dell’immobile era diverso dal proprietario.

Sia la Commissione Tributaria Provinciale che la Corte di Giustizia Tributaria di secondo grado avevano dato ragione al Comune. Secondo i giudici di merito, la normativa sull’esenzione IMU richiedeva una perfetta coincidenza soggettiva tra il possessore dell’immobile e l’ente che svolgeva l’attività meritevole (in questo caso, didattica). Di conseguenza, l’utilizzo da parte di un soggetto terzo, seppur a titolo gratuito e per finalità non commerciali, faceva venir meno il diritto al beneficio fiscale. L’ente ecclesiastico ha quindi presentato ricorso in Cassazione.

La Decisione della Corte di Cassazione sull’esenzione IMU comodato

La Suprema Corte ha accolto il ricorso dell’ente, cassando la sentenza di secondo grado e rinviando la causa a un nuovo giudizio. Il cuore della decisione risiede nell’applicazione di una norma sopravvenuta (ius superveniens) di interpretazione autentica (art. 1, comma 71, della legge 30 dicembre 2023, n. 213), dotata di efficacia retroattiva.

Questa nuova disposizione ha chiarito in via definitiva che, ai fini dell’esenzione, un immobile si considera “posseduto” dall’ente no profit anche quando è concesso in comodato a un altro soggetto no profit che sia “funzionalmente o strutturalmente collegato al concedente”. La Corte ha quindi rigettato la tesi restrittiva dei giudici di merito, affermando che la mancanza di identità tra proprietario e utilizzatore non è di per sé ostativa al riconoscimento dell’esenzione.

Il Principio di Diritto: quando si applica l’esenzione IMU in comodato

La Cassazione ha enunciato un principio di diritto dettagliato a cui il giudice del rinvio dovrà attenersi. L’esenzione IMU, anche in caso di comodato, è riconosciuta a condizione che:
1. Sia l’ente comodante (proprietario) che l’ente comodatario (utilizzatore) siano soggetti non commerciali.
2. Esista un collegamento strutturale o funzionale tra i due enti.
3. Il comodatario utilizzi l’immobile esclusivamente per lo svolgimento di attività meritevoli (assistenziali, sanitarie, didattiche, culturali, ecc.) con modalità non commerciali.

La Corte ha inoltre specificato la differenza tra i due tipi di collegamento:
* Collegamento funzionale: Presuppone una relazione sinergica di collaborazione, in cui le attività del comodatario supportano o integrano quelle del comodante.
* Collegamento strutturale: Implica l’inserimento degli enti in una più ampia organizzazione, dove il comodatario agisce come un “braccio operativo” del comodante.

Le Motivazioni

Le motivazioni della Corte si fondano sull’evoluzione normativa e giurisprudenziale in materia. I giudici hanno sottolineato come la legge di interpretazione autentica del 2023 abbia risolto un lungo dibattito, allineando la disciplina IMU a una visione più sostanziale e meno formalistica. L’intento del legislatore è quello di favorire le attività di rilevanza sociale svolte dagli enti del terzo settore, senza penalizzarle con interpretazioni eccessivamente rigide.

La sentenza impugnata è stata cassata perché si basava su un presupposto giuridico ormai superato: l’assoluta necessità di coincidenza tra la figura del possessore/soggetto passivo d’imposta e quella dell’utilizzatore dell’immobile. La nuova norma, con la sua efficacia retroattiva, impone di riesaminare il caso alla luce dei nuovi criteri del collegamento funzionale e strutturale, che i giudici di merito non avevano considerato. Sarà quindi compito del giudice del rinvio accertare in concreto la sussistenza di tale collegamento tra i due enti ecclesiastici coinvolti.

Le Conclusioni

Questa ordinanza rappresenta un’importante vittoria per il mondo no profit. Stabilisce con chiarezza che la collaborazione tra enti, formalizzata attraverso un contratto di comodato gratuito, non compromette il diritto all’esenzione IMU, purché sia dimostrabile un legame organico tra le loro attività e finalità. La decisione offre uno strumento giuridico solido per difendersi da accertamenti fiscali basati su interpretazioni formalistiche e superate, promuovendo la cooperazione e l’efficienza all’interno del terzo settore.

Un ente no profit perde l’esenzione IMU se concede un immobile in comodato gratuito a un altro ente no profit?
No, secondo la Corte di Cassazione, l’esenzione non si perde, a condizione che siano soddisfatti tre requisiti: 1) entrambi gli enti devono essere non commerciali; 2) l’ente utilizzatore deve svolgere esclusivamente attività meritevoli con modalità non commerciali; 3) deve esistere un ‘collegamento funzionale o strutturale’ tra l’ente proprietario e quello utilizzatore.

Cosa si intende per ‘collegamento funzionale’ e ‘collegamento strutturale’ tra enti?
Il ‘collegamento funzionale’ si verifica quando esiste una relazione di collaborazione e sinergia tra enti autonomi, dove le attività di uno supportano le finalità istituzionali dell’altro. Il ‘collegamento strutturale’ implica invece che gli enti facciano parte di una stessa organizzazione più ampia (es. un gruppo di associazioni), in cui un ente agisce in posizione subordinata o come braccio operativo dell’altro.

La nuova interpretazione sull’esenzione IMU in caso di comodato è retroattiva?
Sì. La sentenza si basa sull’art. 1, comma 71, della legge 30 dicembre 2023, n. 213, che è una norma di interpretazione autentica. Come tale, ha efficacia retroattiva, il che significa che si applica anche alle situazioni e alle controversie sorte prima della sua entrata in vigore, come nel caso di specie relativo all’annualità d’imposta 2018.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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