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Esenzione IMU beni merce: solo per nuove costruzioni

Una società costruttrice chiedeva l’esenzione IMU beni merce per immobili invenduti da anni. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che il beneficio fiscale spetta solo ai fabbricati di nuova costruzione destinati alla vendita dall’impresa costruttrice, escludendo quelli acquistati e semplicemente ristrutturati.

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Pubblicato il 8 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Esenzione IMU beni merce: la Cassazione traccia il confine tra ‘costruito’ e ‘ristrutturato’

L’esenzione IMU beni merce rappresenta un’agevolazione fiscale cruciale per le imprese edili, ma i suoi confini applicativi sono spesso oggetto di contenzioso. Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha fornito un chiarimento fondamentale, stabilendo una netta distinzione tra immobili di nuova costruzione e immobili acquistati e ristrutturati. La decisione sottolinea che solo i primi possono beneficiare dell’esenzione, confermando un’interpretazione restrittiva della norma.

I Fatti del Caso

Una società operante nel settore edile si è vista recapitare un avviso di accertamento dal Comune di Roma per il mancato pagamento dell’IMU relativa all’anno 2014, per un importo di quasi 500.000 euro. L’accertamento riguardava una serie di immobili invenduti, qualificati dall’impresa come “beni merce”.
La società sosteneva di avere diritto all’esenzione prevista dall’art. 13, comma 9-bis, del D.L. 201/2011. Tale norma, nella sua versione aggiornata e applicabile all’annualità in questione, esenta dall’IMU i “fabbricati costruiti e destinati dall’impresa costruttrice alla vendita”, a condizione che non siano locati.
Il contenzioso nasceva dal fatto che gli immobili in questione non erano di recentissima costruzione, essendo stati accatastati negli anni ’90. La Corte di Giustizia Tributaria di secondo grado aveva negato l’esenzione, motivando però la decisione sulla base di una versione superata della legge, che prevedeva un limite temporale di tre anni dalla fine dei lavori. La società ha quindi presentato ricorso in Cassazione, lamentando l’errata applicazione di una norma abrogata.

L’interpretazione restrittiva dell’esenzione IMU beni merce

La Corte di Cassazione, pur riconoscendo l’errore del giudice d’appello nell’aver citato una norma non più in vigore, ha comunque respinto il ricorso della società. Gli Ermellini hanno colto l’occasione per enunciare un principio di diritto di fondamentale importanza, correggendo la motivazione della sentenza precedente ma confermandone l’esito.
Il cuore della decisione risiede nell’interpretazione letterale e rigorosa dell’espressione “fabbricati costruiti”. Secondo la Corte, il legislatore ha voluto circoscrivere il beneficio fiscale esclusivamente agli immobili che sono il risultato diretto dell’attività edificatoria dell’impresa che chiede l’esenzione. Non è possibile, quindi, assimilare i “fabbricati costruiti” ai “fabbricati ristrutturati”.

La Differenza tra Costruzione e Ristrutturazione

L’ordinanza chiarisce che l’esenzione IMU beni merce non può essere estesa per analogia agli immobili che un’impresa acquista da terzi e successivamente sottopone a interventi di recupero, restauro o ristrutturazione. Anche se tali interventi sono incisivi, non equivalgono a una “costruzione” ai fini della norma agevolativa. Questa distinzione è cruciale:

* Costruzione: Si riferisce alla creazione di un nuovo edificio.
* Ristrutturazione: Implica un intervento su un edificio preesistente.

La normativa fiscale, in particolare l’art. 5, comma 6, del D.Lgs. 504/1992, tratta diversamente queste due fattispecie. Per gli immobili in corso di ristrutturazione, la base imponibile IMU è costituita dal valore dell’area edificabile, non dal fabbricato. Questo dimostra, secondo la Corte, una precisa volontà del legislatore di non equiparare le due situazioni.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La decisione si fonda sul principio generale secondo cui le norme che prevedono esenzioni o agevolazioni fiscali sono di stretta interpretazione (art. 14 delle preleggi al codice civile). Esse costituiscono un’eccezione alla regola della contribuzione generale e, pertanto, non possono essere applicate oltre i casi espressamente previsti.
La Corte ha stabilito che estendere l’esenzione agli immobili ristrutturati significherebbe andare oltre il perimetro delineato dal legislatore. La finalità della norma è quella di non gravare fiscalmente le imprese costruttrici sul prodotto della loro attività principale (la costruzione di nuovi edifici), finché questo non viene venduto. La stessa finalità non è ravvisabile per l’attività di compravendita e successiva riqualificazione di immobili preesistenti.
La Corte ha quindi formulato il seguente principio di diritto: l’esenzione IMU prevista dall’art. 13, comma 9-bis, del D.L. 201/2011 deve essere riconosciuta solamente ai «fabbricati costruiti e destinati dall’impresa costruttrice alla vendita» e non può essere estesa ai fabbricati acquistati e ristrutturati per essere destinati dall’impresa acquirente alla vendita.

Le Conclusioni

L’ordinanza della Corte di Cassazione rappresenta un punto fermo per le imprese del settore edile e per gli enti impositori. Le imprese devono essere consapevoli che il beneficio dell’esenzione IMU beni merce è strettamente legato all’attività di costruzione ex novo. L’acquisto di immobili da ristrutturare e rivendere, pur essendo un’attività imprenditoriale legittima, non rientra nel campo di applicazione dell’agevolazione. Questa interpretazione rigorosa mira a garantire la certezza del diritto e a prevenire applicazioni estensive di norme fiscali di favore, ribadendo che solo il legislatore, e non l’interprete, può ampliare la platea dei beneficiari.

L’esenzione IMU per i ‘beni merce’ si applica anche a immobili acquistati e ristrutturati da un’impresa?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che l’esenzione è riservata esclusivamente ai fabbricati ‘costruiti’ e destinati alla vendita dall’impresa costruttrice. Non può essere estesa per analogia agli immobili acquistati e successivamente ristrutturati.

L’eliminazione del limite temporale di tre anni dalla fine dei lavori ha reso l’esenzione IMU per i beni merce illimitata nel tempo?
Sebbene il limite temporale sia stato rimosso dalla normativa applicabile dal 2014, l’esenzione resta soggetta alla condizione fondamentale che l’immobile sia stato ‘costruito’ dall’impresa che ne chiede il beneficio. La durata dell’invenduto non è più un criterio dirimente, ma la natura dell’intervento (costruzione vs. ristrutturazione) lo è.

Perché le norme sulle agevolazioni fiscali vengono interpretate in modo così restrittivo?
Perché rappresentano un’eccezione al principio generale secondo cui tutti devono contribuire alla spesa pubblica. La legge (art. 14 delle preleggi al codice civile) impone un’interpretazione stretta, che non permette di estendere il beneficio a casi non espressamente previsti dal legislatore, per garantire certezza del diritto e parità di trattamento tra i contribuenti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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