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Esenzione IMU beni merce: no se locati, anche per poco

Una società di costruzioni aveva affittato per brevi periodi alcuni immobili destinati alla vendita. La Corte di Cassazione ha stabilito che qualsiasi forma di locazione, anche temporanea, fa perdere il diritto all’esenzione IMU beni merce per l’intero anno fiscale, poiché viene meno il requisito della destinazione esclusiva alla vendita.

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Pubblicato il 8 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Esenzione IMU Beni Merce: Attenzione alla Locazione! La Cassazione Chiarisce

L’esenzione IMU beni merce rappresenta un’agevolazione fiscale cruciale per le imprese edili, pensata per non gravare fiscalmente sugli immobili invenduti e destinati al mercato. Ma cosa succede se, per coprire i costi, un’impresa decide di affittare temporaneamente uno di questi immobili? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fornito una risposta netta e rigorosa: la locazione, anche se di breve durata, fa perdere il diritto all’esenzione per l’intero anno.

I Fatti di Causa: L’Immobile Invenduto e l’Affitto Temporaneo

Il caso ha visto contrapposti un Comune e una società di costruzioni. Quest’ultima era proprietaria di alcuni immobili “merce”, ovvero costruiti per essere venduti, per i quali aveva beneficiato dell’esenzione IMU. Il Comune, tuttavia, aveva emesso avvisi di accertamento per diverse annualità, contestando il diritto all’esenzione poiché la società aveva concesso in locazione tali immobili per periodi inferiori all’anno.
I giudici tributari di primo e secondo grado avevano dato ragione all’impresa, ritenendo che l’esenzione potesse essere applicata per i periodi dell’anno in cui gli immobili non erano locati. Il Comune ha quindi presentato ricorso in Cassazione, sostenendo che qualsiasi locazione precludesse l’agevolazione per l’intera annualità.

Il Quadro Normativo sull’Esenzione IMU Beni Merce

La questione ruota attorno all’interpretazione dell’articolo 13, comma 9-bis, del D.L. 201/2011, che esenta dall’IMU i “fabbricati costruiti e destinati dall’impresa costruttrice alla vendita, fintanto che permanga tale destinazione e non siano in ogni caso locati”. La frase chiave è proprio “non siano in ogni caso locati”.
Mentre l’impresa sosteneva una lettura flessibile, che escludesse l’esenzione solo per la durata effettiva della locazione, il Comune ne propugnava una assolutistica: la locazione, anche di un solo giorno, “inquina” la destinazione esclusiva alla vendita, facendo decadere il beneficio per tutto l’anno.

La Decisione della Corte di Cassazione: La Regola del “Tutto o Niente”

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso del Comune, stabilendo un principio di diritto chiaro e rigoroso. Secondo gli Ermellini, l’esenzione IMU beni merce non è frazionabile. I due requisiti richiesti dalla legge – la permanente destinazione alla vendita e la mancata locazione – devono coesistere per l’intero anno di riferimento.
L’eventuale concessione in godimento a terzi, tramite locazione o comodato, interrompe la continuità della destinazione alla vendita, che è il presupposto fondamentale dell’agevolazione. Di conseguenza, l’impresa perde il diritto all’esenzione per l’intera annualità, non solo per i mesi in cui l’immobile è stato affittato.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte ha basato la sua decisione su un’interpretazione letterale e sistematica della norma. I giudici hanno sottolineato che il legislatore, quando ha voluto prevedere agevolazioni fiscali proporzionali alla durata di una certa condizione (come nel caso degli immobili inagibili, per cui la riduzione IMU si applica solo per i mesi di effettiva inagibilità), lo ha previsto espressamente. Nel caso dei beni merce, questa previsione manca.
Il silenzio del legislatore non è una svista, ma una scelta precisa. L’agevolazione è concessa perché l’immobile è stabilmente sul mercato in attesa di un acquirente. Se l’impresa lo loca, anche solo temporaneamente, distrae il bene dalla sua finalità intrinseca, traendone un reddito alternativo. Questo comportamento fa venir meno la ratio stessa della norma di favore, che è quella di sostenere il settore edile per le scorte di magazzino invendute, non di incentivare forme di reddito locativo.
La Corte ha inoltre chiarito che il principio generale di proporzionalità dell’imposta ai mesi di possesso non si applica ai presupposti per ottenere un’esenzione, che devono invece essere soddisfatti pienamente e senza interruzioni.

Le Conclusioni

L’ordinanza della Cassazione rappresenta un monito importante per tutte le imprese di costruzione. La scelta è netta: o si mantiene l’immobile esclusivamente destinato alla vendita, beneficiando dell’esenzione IMU beni merce, oppure lo si mette a reddito tramite locazione, accettando di dover versare l’IMU per l’intero anno. Non esistono vie di mezzo. Questa interpretazione rigorosa impone alle imprese una pianificazione fiscale e gestionale attenta, per evitare di incorrere in accertamenti e sanzioni da parte dei Comuni.

Un’impresa edile perde l’esenzione IMU sui beni merce se li affitta anche solo per un breve periodo?
Sì, secondo la Corte di Cassazione, la locazione di un immobile “merce”, anche se transitoria e per una frazione dell’anno, comporta la perdita del diritto all’esenzione IMU per l’intero anno di riferimento.

L’esenzione IMU per i beni merce può essere goduta in modo proporzionale, solo per i mesi in cui l’immobile non è stato locato?
No. La sentenza chiarisce che la norma non consente una fruizione proporzionale o frazionata dell’esenzione. I requisiti (destinazione alla vendita e assenza di locazione) devono essere presenti per tutto l’anno per poter beneficiare dell’agevolazione.

Perché la locazione, anche temporanea, è considerata incompatibile con l’esenzione per i beni merce?
Perché l’agevolazione è finalizzata a sostenere le imprese per gli immobili costruiti e destinati alla vendita che rimangono invenduti. La locazione, interrompendo la “permanente destinazione alla vendita”, distrae il bene da questa finalità esclusiva, facendo venir meno il presupposto stesso dell’esenzione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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