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Esenzione IMU beni merce: la dichiarazione è obbligo

Una società costruttrice non ottiene l’esenzione IMU beni merce per il 2015 perché non ha presentato la dichiarazione obbligatoria. La Cassazione chiarisce che tale adempimento è a pena di decadenza e che le norme successive non hanno efficacia retroattiva.

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Pubblicato il 11 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Esenzione IMU beni merce: la dichiarazione è obbligo

L’esenzione IMU beni merce rappresenta un’agevolazione fiscale cruciale per le imprese costruttrici, ma il suo ottenimento è subordinato a precisi adempimenti formali. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale: per beneficiare dell’esenzione sugli immobili invenduti, la presentazione dell’apposita dichiarazione IMU non è una mera formalità, ma un obbligo inderogabile previsto a pena di decadenza dal beneficio stesso.

I Fatti del Caso

Una società operante nel settore dell’edificazione e vendita di immobili si è vista recapitare un avviso di accertamento IMU per l’anno 2015 da parte di un Comune. L’atto riguardava alcuni immobili che, secondo l’impresa, rientravano nella categoria dei cosiddetti “beni merce”, ovvero fabbricati costruiti e destinati alla vendita.

La società sosteneva che tali immobili fossero esenti dall’imposta, in virtù dell’art. 2 del D.L. n. 102/2013, a condizione che rimanessero destinati alla vendita e non venissero locati. A suo avviso, l’omessa presentazione della dichiarazione IMU specifica era irrilevante. Mentre la Commissione Tributaria Provinciale respingeva il ricorso, la Commissione Regionale lo accoglieva, ritenendo che una successiva norma (legge 160/2019) avesse valore di interpretazione autentica con efficacia retroattiva, sanando di fatto la mancata dichiarazione. Il Comune ha quindi proposto ricorso in Cassazione.

La Decisione della Corte: l’obbligo di dichiarazione per l’esenzione IMU beni merce

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso del Comune, ribaltando la decisione di secondo grado. Gli Ermellini hanno affermato con chiarezza che la dichiarazione prevista dall’art. 2, comma 5-bis, del D.L. n. 102/2013 è un requisito imprescindibile per poter godere dell’esenzione.

L’irrilevanza della conoscenza da parte del Comune

La Corte ha sottolineato che l’obbligo dichiarativo è un onere formale specifico, previsto espressamente “a pena di decadenza”. Ciò significa che la sua omissione comporta la perdita automatica del beneficio fiscale. Non è possibile superare tale obbligo sostenendo che il Comune fosse già a conoscenza della natura degli immobili (ad esempio, per aver rilasciato i permessi di costruire). La conoscenza aliunde (cioè da altre fonti) dei fatti non può sostituire l’adempimento formale richiesto dalla legge.

L’inefficacia retroattiva della nuova normativa sull’esenzione IMU beni merce

Un punto cruciale della decisione riguarda l’analisi della Legge n. 160/2019. La Corte ha stabilito che questa normativa non ha abrogato l’obbligo di presentazione della dichiarazione per gli anni precedenti e, soprattutto, non ha natura di interpretazione autentica. Si tratta, invece, di una disposizione con carattere innovativo, i cui effetti decorrono dall’annualità 2020. Pertanto, non può essere applicata retroattivamente al caso in esame, relativo all’anno d’imposta 2015. La Corte ha inoltre precisato che il principio del favor rei, che prevede l’applicazione della norma più favorevole, riguarda esclusivamente le sanzioni e non l’obbligazione tributaria in sé.

Le Motivazioni della Corte

La motivazione della Suprema Corte si fonda su principi consolidati del diritto tributario. In primo luogo, le norme che prevedono esenzioni o agevolazioni fiscali sono di stretta interpretazione e non ammettono applicazioni analogiche o estensive. La legge, nel richiedere una specifica dichiarazione a pena di decadenza, ha posto una condizione precisa e non superabile con altri mezzi.

In secondo luogo, la dichiarazione non è un atto superfluo, ma serve a certificare il possesso dei requisiti richiesti (destinazione alla vendita e assenza di locazione) e a identificare catastalmente gli immobili interessati. Questo adempimento consente all’ente impositore di effettuare i dovuti controlli in modo certo e puntuale.

Infine, la Corte ha chiarito che la disciplina introdotta dalla Legge 160/2019, pur modificando il quadro normativo per il futuro, non può essere interpretata come una sanatoria per le omissioni passate. L’obbligo dichiarativo previsto dalla normativa applicabile al 2015 rimaneva pienamente in vigore e il suo mancato rispetto ha comportato, inevitabilmente, la decadenza dal beneficio dell’esenzione.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame rappresenta un importante monito per le imprese costruttrici. Per beneficiare dell’esenzione IMU beni merce, non è sufficiente che gli immobili possiedano i requisiti sostanziali previsti dalla legge, ma è indispensabile rispettare scrupolosamente gli adempimenti formali, prima tra tutti la presentazione della dichiarazione IMU nei termini. La decisione della Cassazione rafforza il principio della certezza del diritto e della necessità di diligenza da parte del contribuente nel richiedere benefici fiscali. La mancata presentazione della dichiarazione non è una semplice irregolarità, ma un’omissione che preclude l’accesso all’agevolazione.

È obbligatorio presentare la dichiarazione IMU per ottenere l’esenzione per i cosiddetti ‘beni merce’?
Sì, la Corte di Cassazione ha confermato che la presentazione della dichiarazione è un requisito imprescindibile, previsto dalla legge ‘a pena di decadenza’, il cui mancato rispetto comporta la perdita del beneficio fiscale.

Se il Comune è già a conoscenza che un immobile è un ‘bene merce’, la società costruttrice deve comunque presentare la dichiarazione?
Sì. Secondo la Corte, la conoscenza che il Comune può avere dei fatti attraverso altre vie (come il rilascio del permesso di costruire) non sostituisce né rende superfluo l’obbligo formale di presentare l’apposita dichiarazione IMU.

La legge n. 160/2019, che ha modificato la disciplina IMU, si applica retroattivamente all’anno d’imposta 2015?
No, la Corte ha stabilito che la legge n. 160/2019 ha carattere innovativo e non di interpretazione autentica. Pertanto, non può essere applicata retroattivamente a periodi d’imposta precedenti alla sua entrata in vigore.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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