LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Esenzione IMU beni merce: la dichiarazione è d’obbligo

Una società di costruzioni si è vista negare il diritto all’esenzione IMU per i beni merce, ovvero gli immobili invenduti, a causa della mancata presentazione dell’apposita dichiarazione. La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 33760/2024, ha confermato che tale adempimento è un requisito formale imprescindibile, la cui omissione comporta la decadenza dal beneficio fiscale, anche se il Comune è a conoscenza della natura degli immobili.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 11 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Esenzione IMU Beni Merce: La Cassazione Conferma l’Obbligo di Dichiarazione

L’esenzione IMU beni merce rappresenta un’agevolazione fondamentale per le imprese di costruzione, ma il suo ottenimento è subordinato a precisi oneri formali. Con la recente ordinanza n. 33760/2024, la Corte di Cassazione ha ribadito un principio cruciale: senza la presentazione dell’apposita dichiarazione, il beneficio fiscale non spetta, anche se gli immobili sono palesemente destinati alla vendita. Analizziamo questa importante decisione.

I Fatti di Causa

Una società operante nel settore dell’edificazione e vendita di immobili impugnava un avviso di accertamento IMU emesso da un Comune per l’anno d’imposta 2016. La società sosteneva che gli immobili oggetto di accertamento fossero ‘beni merce’, e come tali esenti dall’imposta a partire dal 2014, ai sensi del D.L. n. 102/2013. A suo avviso, l’omessa presentazione della dichiarazione IMU era irrilevante.

Mentre la Commissione Tributaria Provinciale respingeva il ricorso, la Commissione Tributaria Regionale accoglieva l’appello della società, ritenendo che la natura di ‘bene merce’ fosse sufficiente per l’esenzione e che la normativa successiva (L. n. 160/2019) avesse di fatto superato l’obbligo dichiarativo con efficacia retroattiva. Il Comune, non condividendo tale interpretazione, ha proposto ricorso in Cassazione.

L’obbligo di dichiarazione per l’esenzione IMU beni merce

Il cuore della controversia risiede nell’interpretazione dell’articolo 2 del D.L. n. 102/2013. Tale norma, pur introducendo l’esenzione per i fabbricati costruiti e destinati alla vendita, al comma 5-bis stabilisce chiaramente che il soggetto passivo deve presentare un’apposita dichiarazione ‘a pena di decadenza’. Questo significa che il mancato adempimento di tale obbligo formale entro i termini di legge comporta la perdita irrevocabile del diritto all’agevolazione.

La difesa della società si fondava sull’idea che, non essendo intervenute variazioni rispetto alla situazione originaria, la dichiarazione non fosse necessaria e che, in ogni caso, il Comune fosse già a conoscenza della natura degli immobili. La Cassazione, tuttavia, ha seguito un orientamento consolidato e rigoroso.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso del Comune, cassando la sentenza d’appello e rigettando l’originaria pretesa della società contribuente.

Le motivazioni

I giudici di legittimità hanno chiarito diversi punti fondamentali. In primo luogo, la dichiarazione IMU prevista per l’esenzione IMU beni merce non è una mera formalità, ma un requisito imprescindibile. Si tratta di un onere specifico e formale, la cui omissione non può essere sanata o superata dalla circostanza che l’ente impositore sia a conoscenza dei fatti aliunde, ovvero da altre fonti come i permessi di costruire. Le norme che prevedono esenzioni o agevolazioni fiscali sono di stretta interpretazione e non ammettono estensioni analogiche.

In secondo luogo, la Corte ha smontato la tesi della retroattività della Legge n. 160/2019 (Legge di Bilancio 2020). Tale legge non ha natura di interpretazione autentica rispetto alla disciplina del 2013 e non ha abrogato l’obbligo dichiarativo previsto dal D.L. n. 102/2013. Le sue disposizioni hanno carattere innovativo e si applicano per il futuro, non potendo quindi sanare un’omissione relativa all’anno d’imposta 2016.

Infine, è stato ribadito il principio generale del diritto tributario secondo cui la decadenza da un beneficio fiscale, in assenza di un adempimento comunicativo espressamente richiesto dalla legge, è una conseguenza diretta e inevitabile.

Le conclusioni

Questa ordinanza della Cassazione lancia un messaggio inequivocabile alle imprese di costruzione: per beneficiare dell’esenzione IMU beni merce, non basta che gli immobili abbiano i requisiti sostanziali (essere costruiti e destinati alla vendita). È assolutamente necessario adempiere all’onere formale della presentazione dell’apposita dichiarazione IMU nei termini previsti dalla legge. L’omissione di questo passaggio, considerato un requisito costitutivo del diritto, comporta la perdita definitiva dell’agevolazione fiscale per l’annualità di riferimento.

È sufficiente che un immobile sia un ‘bene merce’ per ottenere l’esenzione IMU?
No, non è sufficiente. La Corte di Cassazione ha stabilito che, oltre alla natura dell’immobile, è indispensabile presentare un’apposita dichiarazione IMU, a pena di decadenza dal beneficio.

Se il Comune è già a conoscenza che un’impresa edile ha costruito immobili per la vendita, la dichiarazione IMU per l’esenzione è comunque necessaria?
Sì, è sempre necessaria. La conoscenza dei fatti da parte del Comune tramite altre vie (aliunde), come i permessi di costruire, non sostituisce l’obbligo formale di presentazione della dichiarazione da parte del contribuente.

La Legge di Bilancio 2020 (L. 160/2019) ha eliminato l’obbligo di presentare la dichiarazione per l’esenzione IMU sui beni merce per gli anni passati?
No. La Corte ha chiarito che la Legge n. 160/2019 non ha abrogato l’obbligo di dichiarazione previsto dalla normativa precedente e non ha efficacia retroattiva sulla questione, avendo carattere innovativo e non di interpretazione autentica.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati