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Esenzione IMU beni merce: la dichiarazione è d’obbligo

Una società di costruzioni si è vista negare l’esenzione IMU beni merce per alcuni immobili invenduti, poiché non aveva presentato la specifica dichiarazione annuale. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione, stabilendo che la presentazione della dichiarazione è un requisito formale indispensabile, a pena di decadenza, per poter usufruire dell’agevolazione fiscale, anche se l’ente comunale è a conoscenza dello stato degli immobili.

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Pubblicato il 21 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Esenzione IMU beni merce: la dichiarazione è obbligatoria, lo ribadisce la Cassazione

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione è tornata a pronunciarsi su un tema di grande interesse per le imprese del settore edile: l’esenzione IMU beni merce. La decisione ribadisce un principio fondamentale: per beneficiare dell’agevolazione fiscale sugli immobili invenduti, non è sufficiente che sussistano le condizioni di fatto, ma è necessario un adempimento formale preciso, ovvero la presentazione di un’apposita dichiarazione. L’omissione di questo passaggio comporta la perdita del diritto all’esenzione per l’annualità di riferimento.

I Fatti di Causa

Una società operante nel settore delle costruzioni impugnava un avviso di accertamento con cui un Comune richiedeva il pagamento dell’IMU per l’anno d’imposta 2014, relativamente ad alcuni immobili di proprietà della società. L’impresa sosteneva di aver diritto all’esenzione, in quanto si trattava di “beni merce”, cioè fabbricati costruiti e destinati alla vendita e, di fatto, non locati.

La pretesa della società veniva rigettata sia in primo che in secondo grado. I giudici tributari, infatti, avevano respinto le istanze della contribuente, ritenendo legittimo l’atto impositivo del Comune. La controversia è così giunta dinanzi alla Corte di Cassazione, con la società che lamentava, tra le altre cose, la violazione delle norme che regolano l’esenzione e l’obbligo di motivazione degli atti.

La questione giuridica e l’Esenzione IMU beni merce

Il fulcro della controversia verteva sull’interpretazione della normativa relativa all’esenzione IMU beni merce, in particolare sull’articolo 2, comma 5-bis, del D.L. n. 102/2013, applicabile all’annualità 2014. La norma prevedeva l’agevolazione, ma subordinava la sua applicazione a un preciso onere a carico del contribuente.

La questione era quindi la seguente: l’esenzione opera automaticamente al verificarsi delle condizioni sostanziali (immobile costruito per la vendita e non locato), oppure è necessario un atto formale da parte dell’impresa per attivarla? E, in tal caso, la conoscenza dei fatti da parte del Comune può sopperire alla mancanza di tale adempimento?

Le motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso della società, confermando la linea dei giudici di merito e fornendo importanti chiarimenti sull’applicazione della norma.

I giudici hanno stabilito che la presentazione della dichiarazione IMU, attestante il possesso dei requisiti, costituisce una condizione necessaria per ottenere il beneficio fiscale. La legge, infatti, qualifica tale obbligo come previsto “a pena di decadenza”. Questo significa che la sua omissione determina la perdita irrevocabile del diritto all’esenzione per l’anno d’imposta in cui l’adempimento non è stato eseguito.

La Corte ha sottolineato che questo requisito formale non può essere considerato superfluo, neanche nel caso in cui il Comune sia a conoscenza dello stato degli immobili (ad esempio, perché ha rilasciato i permessi di costruire). Le condizioni per l’esonero, infatti, sono variabili nel tempo: la destinazione alla vendita e la non locazione devono essere verificate per ciascuna annualità. La dichiarazione serve proprio a portare formalmente a conoscenza dell’Ente impositore la permanenza di tali presupposti.

Inoltre, la Corte ha specificato che le norme che stabiliscono esenzioni fiscali sono di stretta interpretazione e non ammettono applicazioni analogiche o estensive. Se la legge subordina un beneficio a un onere specifico, quest’ultimo non può essere eluso o sostituito con altri adempimenti.

Infine, è stato chiarito che la disciplina più favorevole introdotta successivamente con la legge n. 160/2019, non avendo carattere retroattivo, non poteva essere applicata al caso in esame, che riguardava l’anno 2014.

Le conclusioni

La pronuncia in esame consolida un orientamento rigoroso in materia di agevolazioni fiscali. L’insegnamento per le imprese di costruzione è chiaro: per usufruire dell’esenzione IMU beni merce, non basta soddisfare i requisiti sostanziali. È cruciale adempiere all’onere dichiarativo previsto dalla legge per ciascun anno d’imposta, presentando l’apposita comunicazione nei termini prescritti. Omettere questo passaggio, anche per una semplice dimenticanza, significa perdere il diritto al beneficio, con conseguente obbligo di versare l’imposta per intero.

Per ottenere l’esenzione IMU sui beni merce è sufficiente che l’immobile sia invenduto e non locato?
No. Secondo la Corte di Cassazione, oltre a queste condizioni di fatto, è indispensabile presentare un’apposita dichiarazione IMU “a pena di decadenza”, come previsto dalla normativa applicabile all’anno d’imposta in questione (2014).

Se il Comune è già a conoscenza che gli immobili sono invenduti, la dichiarazione IMU è comunque necessaria?
Sì. La conoscenza da parte del Comune dei fatti non sostituisce l’obbligo di presentare la dichiarazione. La legge richiede questo adempimento formale come condizione necessaria e imprescindibile per ottenere il beneficio fiscale.

Le norme più recenti e favorevoli sull’esenzione IMU per i beni merce si applicano retroattivamente?
No. La sentenza chiarisce che la nuova disciplina introdotta dalla legge n. 160/2019, in vigore dal 2020, non ha carattere retroattivo e non può essere applicata a periodi d’imposta precedenti, come il 2014, oggetto del giudizio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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