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Esenzione IMU beni merce: la dichiarazione è decisiva

Due società immobiliari hanno perso l’appello per l’esenzione IMU beni merce relativa all’anno 2015 a causa della tardiva presentazione della dichiarazione. La Corte di Cassazione ha stabilito che la dichiarazione è un adempimento obbligatorio da effettuarsi “a pena di decadenza”. La tardiva presentazione, avvenuta anni dopo la scadenza, non consente di sanare l’omissione e di usufruire del beneficio fiscale, rendendo inapplicabile anche l’istituto della “remissione in bonis”.

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Pubblicato il 8 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Esenzione IMU Beni Merce: la Dichiarazione è Obbligatoria e non Ammette Ritardi

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale per le imprese di costruzione: l’esenzione IMU beni merce è subordinata alla presentazione di un’apposita dichiarazione entro termini perentori. La mancata osservanza di questo adempimento formale comporta la perdita definitiva del beneficio, senza possibilità di sanatoria tardiva. Analizziamo la decisione per comprendere le sue implicazioni pratiche.

I Fatti del Caso: Una Dichiarazione Tardiva e le sue Conseguenze

Due società immobiliari, proprietarie di diversi immobili “merce” nel territorio di un comune lombardo, avevano omesso di presentare la dichiarazione IMU necessaria per usufruire dell’esenzione prevista per l’anno d’imposta 2015. Solo nel 2019, ben oltre la scadenza fissata per il 30 giugno 2016, le società provvedevano a tale adempimento.

Di conseguenza, il Comune notificava due avvisi di accertamento per omessa dichiarazione e parziale versamento dell’IMU dovuta per il 2015. Le società impugnavano gli atti, dando inizio a un contenzioso che è giunto fino al terzo grado di giudizio.

L’Iter Giudiziario e la Questione della Remissione in Bonis

Il percorso giudiziario ha visto decisioni contrastanti. La Commissione Tributaria Provinciale aveva inizialmente accolto i ricorsi delle società, ritenendo che potessero rimediare all’omissione attraverso l’istituto della “remissione in bonis”.

Tuttavia, la Corte di Giustizia Tributaria di secondo grado ribaltava la decisione, accogliendo l’appello del Comune. Secondo i giudici d’appello, la normativa sull’esenzione IMU per i beni merce prevedeva la presentazione della dichiarazione come un obbligo da assolvere “a pena di decadenza”, la cui violazione determinava la perdita insanabile del beneficio fiscale.

Le Motivazioni della Cassazione: Perché l’Esenzione IMU beni merce Richiede Rigore Formale

La Corte di Cassazione, chiamata a pronunciarsi in via definitiva, ha rigettato i ricorsi delle società, confermando la linea dura della sentenza d’appello. Le motivazioni della Corte si basano su principi consolidati in materia di agevolazioni fiscali.

In primo luogo, la normativa di riferimento (in particolare l’art. 2, comma 5-bis, del D.L. n. 102/2013) subordina esplicitamente il beneficio dell’esenzione alla presentazione, “a pena di decadenza”, di un’apposita dichiarazione. Questo termine perentorio non lascia spazio a interpretazioni estensive o a sanatorie postume. La Corte sottolinea che le norme che prevedono esenzioni o agevolazioni fiscali sono di stretta interpretazione e non possono essere applicate per analogia.

In secondo luogo, è stato chiarito che la conoscenza dei fatti da parte del Comune (ad esempio, tramite il rilascio di permessi a costruire) non può sostituire l’obbligo formale della dichiarazione. La dichiarazione non è un atto superfluo, ma la condizione necessaria prevista dal legislatore per ottenere il beneficio.

Infine, la Corte ha escluso l’applicabilità della “remissione in bonis”. Questo istituto permette di sanare un’omissione formale entro il termine di presentazione della “prima dichiarazione utile”. Nel caso di specie, per l’omissione relativa al 2015, la prima dichiarazione utile sarebbe stata quella da presentare entro il 30 giugno 2016. Aver presentato la comunicazione solo nel 2019 rende l’inadempimento ormai definitivo e non più sanabile.

Conclusioni: Un Monito per le Imprese Edili

La decisione della Cassazione rappresenta un importante monito per tutte le imprese del settore edile e immobiliare. Per accedere all’esenzione IMU beni merce, non è sufficiente possedere i requisiti sostanziali (essere un’impresa costruttrice e destinare l’immobile alla vendita), ma è indispensabile rispettare scrupolosamente gli adempimenti formali e le scadenze previste dalla legge. La presentazione della dichiarazione IMU nei termini non è una mera formalità, ma un requisito costitutivo del diritto al beneficio fiscale, la cui omissione comporta la perdita definitiva dell’agevolazione.

È possibile ottenere l’esenzione IMU per i “beni merce” senza presentare la dichiarazione nei termini previsti?
No. La Corte di Cassazione ha confermato che la presentazione della dichiarazione è una condizione necessaria e un obbligo da adempiere entro un termine perentorio, a pena di decadenza dal beneficio fiscale.

La “remissione in bonis” può sanare la mancata presentazione della dichiarazione IMU per i beni merce?
No, non in un caso come quello esaminato. La remissione in bonis è applicabile solo entro la scadenza della “prima dichiarazione utile” successiva all’omissione. Una dichiarazione presentata anni dopo la scadenza originaria è inefficace per sanare la decadenza dal beneficio per l’annualità pregressa.

Se il Comune è già a conoscenza che un immobile è un “bene merce”, la dichiarazione IMU è comunque necessaria per l’esenzione?
Sì. Secondo la Corte, la conoscenza dei fatti da parte dell’ente impositore non sostituisce l’obbligo formale di presentazione della dichiarazione. Quest’ultima è un adempimento richiesto esplicitamente dalla legge come condizione per ottenere l’agevolazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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