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Esenzione IMU beni merce: la dichiarazione è cruciale

Una società di costruzioni ha richiesto l’esenzione IMU per i suoi immobili invenduti, i cosiddetti “beni merce”, senza però aver presentato la prescritta dichiarazione. La Corte di Cassazione ha stabilito che tale dichiarazione è un requisito formale obbligatorio per beneficiare dell’esenzione IMU beni merce. La sua omissione comporta la perdita del diritto al beneficio fiscale, anche se l’ente comunale era a conoscenza dello status degli immobili.

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Pubblicato il 11 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Esenzione IMU Beni Merce: La Dichiarazione è un Obbligo Inderogabile

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale per le imprese di costruzione: l’esenzione IMU beni merce non è automatica, ma è subordinata a un preciso onere formale. L’omessa presentazione dell’apposita dichiarazione al Comune comporta la perdita del beneficio fiscale, anche se l’ente è a conoscenza della natura degli immobili. Analizziamo questa importante decisione per capire le implicazioni pratiche per le aziende del settore.

I Fatti del Caso: Una Richiesta di Esenzione Respinta

Una società che svolge attività di edificazione e vendita di immobili si è vista recapitare un avviso di accertamento IMU per l’anno d’imposta 2014. L’azienda ha impugnato l’atto, sostenendo che gli immobili oggetto di tassazione fossero “beni merce”, ovvero fabbricati costruiti e destinati alla vendita, e come tali esenti dall’imposta ai sensi della normativa vigente (D.L. n. 102/2013). La società riteneva inoltre irrilevante l’omessa presentazione di una specifica dichiarazione, in quanto non erano intervenute variazioni rispetto alla situazione originaria.

Il Percorso Giudiziario e la questione sull’esenzione IMU beni merce

Il caso ha avuto un percorso altalenante nei gradi di merito. Inizialmente, la Commissione Tributaria Provinciale ha respinto il ricorso dell’impresa. Successivamente, la Commissione Tributaria Regionale ha ribaltato la decisione, accogliendo l’appello della società. I giudici di secondo grado avevano ritenuto che, essendo pacifico che gli immobili fossero beni merce non locati, l’esenzione spettasse di diritto. Avevano inoltre interpretato una norma successiva, la Legge n. 160/2019, come una norma di interpretazione autentica con efficacia retroattiva, che avrebbe di fatto sanato l’omissione dichiarativa. Di fronte a questa sentenza, il Comune ha proposto ricorso in Cassazione.

La Decisione della Corte di Cassazione: La Dichiarazione è un Requisito Essenziale

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso del Comune, cassando la sentenza d’appello e rigettando l’originaria pretesa del contribuente. Il principio affermato è netto: per beneficiare dell’esenzione IMU beni merce, la presentazione della dichiarazione prevista dall’art. 2, comma 5-bis, del D.L. n. 102/2013 non è una mera formalità, ma un requisito imprescindibile, previsto “a pena di decadenza”.

Questo significa che la mancata presentazione della comunicazione entro i termini stabiliti comporta la perdita definitiva del diritto all’agevolazione per l’annualità di riferimento. La Corte ha sottolineato come questo onere formale non possa essere superato o sostituito dalla circostanza che il Comune fosse a conoscenza della situazione degli immobili, ad esempio per aver rilasciato i permessi di costruire.

Le Motivazioni della Sentenza

Il ragionamento della Suprema Corte si fonda su consolidati principi del diritto tributario. In primo luogo, le norme che prevedono esenzioni o agevolazioni fiscali sono di stretta interpretazione e non ammettono applicazioni analogiche o estensive. Se la legge prevede uno specifico adempimento formale per accedere a un beneficio, tale adempimento deve essere scrupolosamente osservato.

In secondo luogo, la Corte ha chiarito la portata della Legge n. 160/2019 (Legge di Bilancio 2020). Contrariamente a quanto ritenuto dai giudici d’appello, questa legge non ha abrogato l’obbligo dichiarativo previsto dalla normativa del 2013 né ha efficacia retroattiva sulla debenza del tributo. Il suo carattere è innovativo e non interpretativo. Pertanto, non può essere invocata per sanare omissioni relative a periodi d’imposta precedenti alla sua entrata in vigore. Infine, il principio del favor rei (applicazione della norma più favorevole) non si estende all’obbligazione tributaria in sé, ma riguarda esclusivamente l’apparato sanzionatorio.

Le Conclusioni: Implicazioni per le Imprese di Costruzione

La decisione in esame rappresenta un monito cruciale per tutte le imprese del settore edile. L’accesso a benefici fiscali come l’esenzione IMU beni merce dipende non solo dalla sussistenza dei requisiti sostanziali (immobile costruito per la vendita e non locato), ma anche dal rigoroso rispetto degli adempimenti formali previsti dalla legge. È fondamentale che le aziende implementino procedure interne per garantire la tempestiva presentazione di tutte le comunicazioni e dichiarazioni necessarie. L’omissione, anche se involontaria, può comportare la perdita di importanti agevolazioni fiscali, con conseguenze economiche significative.

Per ottenere l’esenzione IMU sui “beni merce” è sufficiente che l’immobile sia effettivamente invenduto e non locato?
No, non è sufficiente. La Corte di Cassazione ha stabilito che è un requisito imprescindibile, a pena di decadenza, presentare un’apposita dichiarazione al Comune per attestare il possesso dei requisiti.

Se il Comune sa già che un’impresa edile ha costruito degli immobili per la vendita (ad esempio, perché ha rilasciato i permessi), la dichiarazione IMU per l’esenzione è comunque necessaria?
Sì, è comunque necessaria. La conoscenza da altre fonti da parte del Comune non sostituisce l’obbligo dichiarativo formale previsto dalla legge, che è un onere specifico a carico del contribuente.

Le norme più recenti (Legge n. 160/2019) hanno annullato l’obbligo di presentare la dichiarazione per gli anni passati?
No. La Corte ha chiarito che la Legge n. 160/2019 non ha abrogato l’obbligo dichiarativo previsto dalla normativa precedente (D.L. n. 102/2013) e non ha efficacia retroattiva per quanto riguarda l’imposta dovuta, ma solo eventualmente per le sanzioni secondo il principio del “favor rei”.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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