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Esenzione IMU beni merce: dichiarazione tardiva

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 33890/2024, ha stabilito che l’esenzione IMU per i cosiddetti “beni merce” (immobili invenduti delle imprese costruttrici) non spetta se la relativa dichiarazione viene presentata oltre i termini di legge. La Corte ha chiarito che la presentazione tempestiva della dichiarazione è un requisito essenziale previsto a pena di decadenza, non sanabile a posteriori. Di conseguenza, una società costruttrice che aveva presentato la dichiarazione per il 2014 solo nel 2016 ha perso definitivamente il diritto al beneficio fiscale.

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Pubblicato il 11 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Esenzione IMU Beni Merce: No alla Sanatoria per Dichiarazione Tardiva

Nel mondo fiscale, il rispetto delle scadenze è fondamentale. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione lo ribadisce con forza, in particolare riguardo all’esenzione IMU beni merce, il beneficio destinato alle imprese costruttrici per gli immobili invenduti. La decisione chiarisce che la presentazione tardiva della dichiarazione IMU comporta la perdita definitiva dell’agevolazione, senza possibilità di sanatoria. Vediamo nel dettaglio il caso e le motivazioni dei giudici.

I Fatti del Caso

Una società di costruzioni si è vista recapitare un avviso di accertamento per il mancato pagamento dell’IMU relativa all’anno 2014 per alcuni suoi immobili invenduti. La società riteneva di aver diritto all’esenzione prevista per i cosiddetti “beni-merce”. Il problema? La dichiarazione necessaria per attestare il possesso dei requisiti era stata presentata solo il 1° agosto 2016, ben oltre il termine di legge.

Sia la Commissione Tributaria Provinciale che quella Regionale avevano respinto i ricorsi dell’azienda, confermando la legittimità della pretesa del Comune. La questione è così approdata in Corte di Cassazione, con la società che lamentava, tra le altre cose, un’errata interpretazione delle norme che regolano il beneficio fiscale.

La Dichiarazione Tardiva e l’Esenzione IMU Beni Merce

Il cuore della controversia risiede nell’interpretazione dell’articolo 2, comma 5-bis, del D.L. n. 102/2013, la norma applicabile all’annualità d’imposta 2014. Tale disposizione subordinava chiaramente l’applicazione dell’esenzione alla presentazione, entro i termini ordinari, di un’apposita dichiarazione, specificando che tale adempimento era richiesto “a pena di decadenza”.

Questo significa che il legislatore ha configurato la dichiarazione non come una mera formalità, ma come un requisito sostanziale e imprescindibile per accedere al beneficio. Il mancato rispetto del termine perentorio determina la perdita irreversibile del diritto all’esenzione per quell’anno d’imposta.

L’Irrilevanza delle Normative Successive

La società ricorrente ha tentato di far valere anche le normative successive, in particolare la Legge di Bilancio 2020 (L. n. 160/2019), che ha ridefinito la disciplina dell’IMU. Secondo la difesa, questa nuova legge avrebbe potuto avere un’applicazione retroattiva in quanto più favorevole.

La Cassazione ha respinto nettamente questa tesi, spiegando che il principio del “favor rei” (applicazione della norma più favorevole) è relativo solo alle sanzioni e non comporta una generale retroattività delle norme tributarie. La legge del 2019 ha carattere innovativo e non può sanare una decadenza già maturata sotto l’impero della normativa precedente.

Le motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte ha rigettato il ricorso basandosi su principi consolidati. In primo luogo, ha ribadito che le norme che prevedono agevolazioni fiscali, essendo derogatorie rispetto al principio generale di capacità contributiva, devono essere interpretate in modo rigido e anelastico. Non è possibile estenderne l’applicazione oltre i casi e le condizioni espressamente previsti dal legislatore.

La presentazione della dichiarazione, secondo i giudici, è una condizione necessaria per ottenere il beneficio, un obbligo previsto a pena di decadenza che non può essere sostituito da altri adempimenti o dalla mera conoscenza dei fatti da parte del Comune. La tardività della dichiarazione presentata dalla società ha quindi comportato la decadenza dal diritto all’esenzione per l’anno 2014.

La Corte ha inoltre precisato che è del tutto legittimo che una norma subordini un beneficio fiscale a un onere dichiarativo, al fine di permettere all’ente impositore di effettuare i dovuti controlli. Di conseguenza, la Commissione Tributaria Regionale ha agito correttamente nel ritenere maturata la decadenza.

Le conclusioni

L’ordinanza in esame lancia un messaggio inequivocabile alle imprese del settore edile: per usufruire dell’esenzione IMU beni merce, è imperativo rispettare scrupolosamente gli oneri dichiarativi e le relative scadenze. La presentazione tempestiva della dichiarazione non è un optional, ma la chiave di volta per accedere al beneficio. Una dimenticanza o un ritardo possono costare caro, trasformando un’agevolazione in un debito d’imposta, come dimostra questa vicenda. Per le annualità passate, non vi sono scorciatoie o sanatorie: chi non ha rispettato il termine, ha perso il diritto.

È possibile ottenere l’esenzione IMU per i beni-merce se la dichiarazione viene presentata in ritardo?
No. La Corte di Cassazione ha confermato che, per la normativa applicabile al 2014, la presentazione della dichiarazione IMU entro i termini di legge era un requisito richiesto a pena di decadenza. La presentazione tardiva comporta la perdita definitiva del diritto al beneficio per quell’annualità.

Le nuove leggi più favorevoli sull’IMU possono essere applicate retroattivamente?
No. Secondo la Corte, una nuova disciplina più favorevole non può essere applicata retroattivamente per sanare una decadenza già verificatasi. Il principio del “favor rei” si applica solo alle sanzioni tributarie e non alle norme impositive, a meno che non si tratti di una legge di interpretazione autentica, cosa che non è stata ravvisata nel caso di specie.

Perché la presentazione tempestiva della dichiarazione è così importante per le agevolazioni fiscali?
La dichiarazione tempestiva è un onere imposto al contribuente per permettere all’ente impositore di verificare la sussistenza dei requisiti per il beneficio. La Corte sottolinea che le norme agevolative sono di stretta interpretazione e il mancato adempimento di una condizione esplicita, come la presentazione di una dichiarazione entro un termine perentorio, ne impedisce l’applicazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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