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Esenzione IMU beni merce: dichiarazione e liti

Un Ente Locale aveva impugnato in Cassazione la sentenza che riconosceva a una società immobiliare l’esenzione IMU per i “beni merce”, nonostante la mancata presentazione della dichiarazione. La Corte Suprema ha dichiarato l’estinzione del giudizio perché la società ha aderito alla definizione agevolata delle liti pendenti, pagando le somme dovute e chiudendo così la controversia prima di una decisione nel merito.

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Pubblicato il 11 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Esenzione IMU Beni Merce: Quando la Definizione Agevolata Estingue il Giudizio in Cassazione

La questione dell’esenzione IMU beni merce per le imprese costruttrici è da tempo al centro di numerosi dibattiti e contenziosi fiscali. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha messo in luce un aspetto procedurale cruciale: l’impatto della definizione agevolata delle liti sul giudizio pendente, anche in ultimo grado. Il caso analizzato offre spunti pratici sulla gestione strategica del contenzioso tributario.

I Fatti del Caso: Una Dichiarazione Mancata

Una società immobiliare si era vista recapitare un avviso di accertamento IMU per l’annualità 2015. L’atto contestava il mancato versamento dell’imposta su immobili considerati “beni merce”, ovvero destinati alla vendita. La società sosteneva di avere diritto all’esenzione prevista dalla legge, ma l’Ente impositore locale eccepiva la mancata presentazione dell’apposita dichiarazione, ritenuta un requisito obbligatorio a pena di decadenza dal beneficio.

Sia la Commissione Tributaria Provinciale che la Corte di Giustizia Tributaria di secondo grado avevano dato ragione alla società. I giudici di merito avevano ritenuto che l’omessa dichiarazione costituisse un presupposto meramente “formale” e non “sostanziale”. Secondo questa interpretazione, l’inosservanza non poteva impedire al contribuente di usufruire dell’agevolazione, a condizione di poter dimostrare la sussistenza di tutti i requisiti soggettivi e oggettivi.

Il Ricorso in Cassazione e l’impatto sull’esenzione IMU beni merce

L’Ente impositore, non soddisfatto della decisione di appello, ha proposto ricorso per cassazione. La questione centrale del ricorso verteva sulla violazione di legge, sostenendo che la dichiarazione fosse un adempimento necessario e non un mero formalismo per poter beneficiare dell’esenzione IMU sui beni merce. L’esito del giudizio di legittimità avrebbe potuto creare un precedente importante sulla natura di tale obbligo dichiarativo.

La Svolta: L’Adesione alla Definizione Agevolata

Mentre il processo era pendente dinanzi alla Suprema Corte, la società immobiliare ha compiuto una mossa strategica. Avvalendosi della normativa sulla definizione agevolata delle liti (Legge n. 197/2022), ha provveduto al pagamento delle rate stabilite dall’amministrazione comunale e ha richiesto che il giudizio venisse dichiarato estinto. Questa procedura consente ai contribuenti di chiudere i contenziosi fiscali in corso pagando importi ridotti, ponendo fine alla materia del contendere.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione, presa visione della documentazione che attestava l’avvenuto pagamento e l’istanza di definizione agevolata, non è entrata nel merito della questione principale (la natura formale o sostanziale della dichiarazione IMU). Ha invece constatato che l’adesione della società alla sanatoria fiscale costituiva una causa di estinzione del giudizio.

I giudici hanno chiarito che la definizione agevolata dei crediti tributari è idonea a determinare la cessazione della materia del contendere. Di conseguenza, il processo si è chiuso senza una pronuncia sulla fondatezza del ricorso presentato dall’Ente locale. La Corte ha inoltre stabilito che, data la natura della causa estintiva, le spese legali del giudizio di cassazione dovessero rimanere a carico di ciascuna parte che le aveva anticipate.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza evidenzia un aspetto fondamentale nella gestione del contenzioso tributario. L’adesione a strumenti come la definizione agevolata non è solo una via per ridurre il debito fiscale, ma anche una scelta strategica per porre fine a un giudizio lungo e dall’esito incerto. Sebbene il caso specifico non abbia risolto la disputa sull’obbligatorietà della dichiarazione per l’esenzione IMU beni merce, dimostra che le soluzioni procedurali possono prevalere sul merito della controversia, offrendo una via d’uscita pragmatica e definitiva per il contribuente.

La mancanza della dichiarazione IMU per i “beni merce” impedisce sempre di ottenere l’esenzione?
L’ordinanza in esame non fornisce una risposta definitiva a questa domanda, poiché il giudizio è stato dichiarato estinto per altre ragioni. Tuttavia, i giudici dei gradi di merito avevano ritenuto che la mancata dichiarazione fosse un requisito “formale” e non “sostanziale”, la cui omissione non impediva il godimento del beneficio se i requisiti oggettivi e soggettivi erano dimostrati.

Cosa succede a un processo in Cassazione se una delle parti aderisce alla definizione agevolata delle liti?
Come stabilito in questo caso, se una parte si avvale della definizione agevolata e ne comprova i presupposti (come il pagamento), la Corte di Cassazione dichiara l’estinzione del giudizio per cessazione della materia del contendere, chiudendo il processo senza una decisione nel merito.

Chi paga le spese legali in caso di estinzione del giudizio per definizione agevolata?
Nell’ordinanza analizzata, la Corte ha disposto che le spese del giudizio rimanessero a carico delle parti che le avevano anticipate. Questo avviene perché la causa estintiva è legata a un’iniziativa della parte contribuente che sceglie una via conciliativa prevista dalla legge.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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