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Esenzione IMU ASL: quando decade per inutilizzo?

Un’Azienda Sanitaria Locale (ASL) perde il diritto all’esenzione IMU per un immobile se questo risulta inutilizzato per un lungo periodo, versa in stato di abbandono e sono state avviate procedure per la sua vendita. La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 32357/2024, ha stabilito che per beneficiare dell’esenzione non basta una destinazione astratta a fini istituzionali, ma è necessario un utilizzo effettivo e concreto. L’inutilizzo prolungato, unito alla mancanza di fondi per il recupero, dimostra la perdita della ‘strumentalità’ del bene, facendo decadere il beneficio fiscale. La Corte ha quindi cassato la sentenza d’appello, che aveva concesso l’esenzione, rinviando il caso per un nuovo esame dei fatti.

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Pubblicato il 12 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Esenzione IMU ASL: L’inutilizzo prolungato fa perdere il beneficio?

L’esenzione dall’IMU per gli immobili degli enti pubblici, come le Aziende Sanitarie Locali (ASL), è un tema di costante dibattito tra Comuni ed enti proprietari. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione (n. 32357/2024) getta nuova luce su un aspetto cruciale: cosa succede quando un immobile, pur essendo di proprietà di un’ASL, rimane inutilizzato per anni? La risposta della Corte è netta e si basa su un principio di concretezza, stabilendo che l’ esenzione IMU ASL non è un diritto perpetuo, ma è strettamente legata all’effettiva destinazione del bene ai compiti istituzionali.

I Fatti del Caso

La vicenda nasce da un avviso di accertamento emesso da un Comune piemontese nei confronti dell’ASL locale per il mancato pagamento dell’IMU relativa all’anno 2013. L’oggetto del contendere era un complesso immobiliare, un tempo adibito a padiglione ospedaliero, ma da anni in stato di abbandono. L’ASL sosteneva di avere comunque diritto all’esenzione, in quanto l’immobile era astrattamente destinato ai propri fini istituzionali.

I giudici tributari, sia in primo che in secondo grado, avevano dato ragione all’ASL, ritenendo che il mancato utilizzo fosse una situazione transitoria e che non facesse venir meno la destinazione funzionale del bene. Il Comune, non condividendo questa interpretazione, ha presentato ricorso in Cassazione, sostenendo che l’inutilizzo prolungato e lo stato di degrado dell’immobile, uniti alla manifesta intenzione dell’ASL di alienarlo, costituissero prova della perdita del requisito per l’esenzione.

La Decisione della Cassazione e l’esenzione IMU ASL

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso del Comune, cassando con rinvio la sentenza della Commissione Tributaria Regionale. Gli Ermellini hanno ritenuto l’analisi dei giudici d’appello ‘meramente astratta’ e non ancorata alle circostanze concrete del caso. Secondo la Suprema Corte, per avere diritto all’esenzione non è sufficiente una generica o potenziale destinazione dell’immobile a compiti istituzionali.

Il fulcro della decisione risiede nella distinzione tra un inutilizzo ‘meramente transitorio e reversibile’ e una ‘perdurante inutilizzabilità’. Mentre il primo può non precludere il beneficio fiscale, il secondo, specialmente se causato da condizioni strutturali precarie e dalla mancanza di fondi per il ripristino, rappresenta un chiaro indizio della cessazione della strumentalità del bene.

Le Motivazioni: Utilizzo Effettivo vs. Destinazione Astratta

La Corte ha ribadito un principio fondamentale: l’esenzione IMU è subordinata all’esercizio ‘effettivo e concreto’ di una delle attività previste dalla norma. L’espressione ‘utilizzo’ non si riferisce a un concetto astratto, ma alla natura reale del rapporto tra l’immobile e il soggetto che ne dispone. In altre parole, l’immobile deve essere ‘effettivamente ed attualmente destinato’ allo svolgimento delle attività esenti.

Nel caso specifico, l’ASL stessa aveva ammesso che l’edificio necessitava di un ‘rilevante intervento di ristrutturazione generale e di ingenti capitali’ ad oggi non reperiti. Inoltre, era emerso che già dal 2008 erano state avviate procedure per l’alienazione dei fabbricati. Questi elementi, secondo la Cassazione, inducono a considerare il mancato utilizzo non come una fase transitoria finalizzata al recupero, ma come una ‘perdurante inutilizzabilità’.

La Corte ha specificato che la mera ‘statica adeguatezza strutturale del bene’ non è rilevante se ad essa si affianca un ‘comportamento inerte del proprietario’. È invece necessario un ‘comportamento attivo e dinamico volto a realizzare concretamente quella destinazione solo potenziale’. Quando l’immobile perde il carattere di strumentalità all’esercizio delle attività istituzionali, l’esenzione non spetta più.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa ordinanza ha importanti implicazioni pratiche per tutti gli enti non commerciali, in particolare per le Aziende Sanitarie Locali che possiedono un vasto patrimonio immobiliare, spesso obsoleto. La decisione chiarisce che non è possibile ‘congelare’ un immobile in attesa di fondi o di decisioni future e continuare a beneficiare dell’esenzione IMU. L’ente proprietario ha l’onere di dimostrare non solo l’astratta vocazione del bene, ma anche un impegno concreto e attuale per il suo utilizzo a fini istituzionali. Un inutilizzo che si protrae per anni, unito a un degrado che ne impedisce l’uso e a tentativi di vendita, costituisce una prova quasi inconfutabile della perdita dei requisiti per il beneficio fiscale. I Comuni hanno ora uno strumento giuridico più solido per contestare le esenzioni su immobili pubblici di fatto abbandonati.

Un immobile di un’Azienda Sanitaria Locale (ASL) inutilizzato ha diritto all’esenzione IMU?
Non sempre. La Corte di Cassazione ha chiarito che un’inutilizzabilità meramente temporanea e reversibile non preclude l’esenzione. Tuttavia, se l’inutilizzo è prolungato, l’immobile non è più concretamente destinato ai fini istituzionali e l’ente ha manifestato l’intenzione di venderlo, l’esenzione viene meno.

Cosa si intende per ‘perdita della strumentalità’ di un bene ai fini dell’esenzione IMU?
Si intende la cessazione del legame funzionale e concreto tra l’immobile e l’attività istituzionale dell’ente. Secondo la sentenza, questo avviene quando un bene è in uno stato di abbandono tale da richiedere ingenti e non disponibili fondi per il recupero, dimostrando che non è più effettivamente utile per gli scopi dell’ente.

Quale prova deve fornire l’ente pubblico per mantenere l’esenzione su un immobile non utilizzato?
L’ente deve dimostrare che il mancato utilizzo è realmente transitorio e che esiste un comportamento attivo e dinamico volto a ripristinare la destinazione istituzionale del bene. La sola destinazione ‘sulla carta’ o la mera potenzialità d’uso non sono sufficienti; è richiesta una concreta e attuale destinazione all’attività esente, o almeno azioni concrete volte al suo ripristino.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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