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Esenzione IMU alloggi sociali: requisiti da provare

Un comune ha emesso un avviso di accertamento IMU nei confronti dell’ente locale per l’edilizia residenziale (ATER), che si opponeva rivendicando l’esenzione per i propri immobili in quanto “alloggi sociali”. Sebbene i tribunali di merito avessero dato ragione all’ente, la Corte di Cassazione ha accolto il ricorso del comune. La Suprema Corte ha chiarito che l’esenzione IMU per gli alloggi sociali non è automatica per tutti gli immobili di edilizia residenziale pubblica. Per beneficiare dell’esenzione, è necessario dimostrare che i singoli immobili possiedono specificamente i requisiti stabiliti dalla normativa nazionale (D.M. 22 aprile 2008), distinguendoli dagli alloggi ATER generici, per i quali è prevista solo una detrazione. Il caso è stato rinviato al giudice di secondo grado per questa verifica specifica.

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Pubblicato il 13 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Esenzione IMU alloggi sociali: La Cassazione detta le regole per gli immobili ATER

L’esenzione IMU per gli alloggi sociali è un tema di grande rilevanza che contrappone spesso le amministrazioni comunali agli enti di edilizia residenziale pubblica. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fatto luce su un punto cruciale: non tutti gli immobili gestiti dalle ATER (ex IACP) sono automaticamente esenti dall’imposta. L’esenzione è subordinata alla prova che i singoli immobili possiedano i requisiti specifici previsti dalla normativa nazionale, una distinzione fondamentale rispetto alla generica funzione sociale dell’edilizia pubblica. Analizziamo insieme la vicenda e i principi affermati dalla Suprema Corte.

I fatti del caso: dall’avviso di accertamento al ricorso in Cassazione

Un Comune notificava a un’Azienda Territoriale per l’Edilizia Residenziale (ATER) un avviso di accertamento per il mancato pagamento dell’IMU relativa all’annualità 2014 per un importo di oltre 7.000 euro. L’ATER impugnava l’atto, sostenendo che i suoi immobili dovessero essere considerati “sociali” e, pertanto, esenti dall’imposta.

Sia il giudice di primo grado che la Corte di Giustizia Tributaria di secondo grado accoglievano le ragioni dell’ATER, annullando la pretesa fiscale. Il Comune, non condividendo la decisione, proponeva ricorso per cassazione, lamentando che i giudici di merito avessero erroneamente concesso un’esenzione generalizzata a tutti gli immobili dell’ente, basandosi su una legge regionale e senza verificare la sussistenza dei requisiti specifici previsti dalla legge statale per la qualifica di “alloggio sociale”.

La questione giuridica e l’esenzione IMU alloggi sociali

Il cuore della controversia risiede nella corretta interpretazione della normativa IMU applicabile agli immobili di edilizia residenziale pubblica. La legge statale, infatti, prevede due regimi fiscali differenti:

La distinzione tra alloggi ATER e “alloggi sociali”

Alloggi regolarmente assegnati da Istituti Autonomi per le Case Popolari (o enti equivalenti come le ATER): Per questi immobili non è prevista un’esenzione, ma una specifica detrazione fissa di 200,00 euro (art. 13, comma 10, d.l. 201/2011).
“Alloggi sociali”: Solo gli immobili che rientrano in questa specifica categoria, come definita dal Decreto del Ministro delle Infrastrutture del 22 aprile 2008, sono completamente esenti dall’IMU, in quanto equiparati all’abitazione principale (art. 13, comma 2, lett. b, d.l. 201/2011).

I requisiti del Decreto Ministeriale del 2008

Per essere qualificato come “alloggio sociale”, un immobile deve possedere caratteristiche precise. Deve essere un’unità immobiliare destinata all’uso residenziale in locazione permanente, con la funzione di ridurre il disagio abitativo di famiglie svantaggiate. Deve inoltre rispettare specifici parametri tecnico-costruttivi, di sostenibilità ambientale e di numero di vani in relazione al nucleo familiare.

Le motivazioni

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso del Comune, ritenendo fondate le sue censure. I giudici supremi hanno chiarito che il giudice di secondo grado ha commesso un errore di diritto nel concedere un’esenzione generalizzata. Ha basato la sua decisione su una legge regionale che riconosce la “funzione sociale” agli alloggi di edilizia residenziale pubblica, estendendo in via analogica l’esenzione IMU alloggi sociali a tutti gli immobili posseduti dall’ATER.

Questo approccio, secondo la Corte, viola il principio della riserva di legge statale in materia tributaria. L’esenzione fiscale è una norma di stretta interpretazione e non può essere applicata per analogia. La qualifica di “alloggio sociale” non deriva automaticamente dalla proprietà in capo all’ATER, ma dalla verifica in concreto che ogni singolo immobile rispetti i requisiti oggettivi stabiliti dal Decreto Ministeriale del 2008. Il giudice di merito avrebbe dovuto compiere questa indagine specifica, cosa che è stata omessa.

Le conclusioni

La Corte ha cassato la sentenza impugnata e ha rinviato la causa alla Corte di Giustizia Tributaria di secondo grado, in diversa composizione. Il nuovo giudice dovrà riesaminare il caso attenendosi al seguente principio di diritto: l’esenzione IMU si applica solo se viene accertato, in relazione agli specifici immobili oggetto della controversia, che questi possiedono i requisiti per essere definiti “alloggi sociali” ai sensi della normativa nazionale. In caso contrario, si applicherà il regime ordinario con la sola detrazione. Questa sentenza ribadisce un principio fondamentale: le agevolazioni fiscali richiedono una prova rigorosa dei presupposti di legge e non possono basarsi su presunzioni o generalizzazioni.

Tutti gli immobili gestiti dagli enti di edilizia residenziale pubblica (ATER/IACP) sono esenti dall’IMU?
No. L’esenzione totale dall’IMU è prevista solo per quegli immobili che possono essere specificamente qualificati come “alloggi sociali” secondo i criteri stabiliti dal Decreto Ministeriale del 22 aprile 2008. Per gli altri alloggi pubblici regolarmente assegnati è prevista solo una detrazione di 200 euro.

Qual è la differenza, ai fini IMU, tra un alloggio pubblico “regolarmente assegnato” e un “alloggio sociale”?
Un alloggio pubblico “regolarmente assegnato” è, in via generale, soggetto a IMU con una detrazione fissa. Un “alloggio sociale”, invece, è una categoria più ristretta che deve rispettare precisi requisiti normativi (destinazione, caratteristiche costruttive, ecc.) e solo in questo caso beneficia di un’esenzione totale dall’imposta, essendo equiparato all’abitazione principale.

Chi deve dimostrare che un immobile possiede i requisiti per essere considerato “alloggio sociale” e beneficiare dell’esenzione IMU?
La sentenza chiarisce che spetta all’ente che richiede l’esenzione (in questo caso l’ATER) dimostrare che i singoli immobili possiedono in concreto i requisiti previsti dalla legge nazionale per essere qualificati come “alloggi sociali”. L’onere della prova non può essere soddisfatto semplicemente invocando una generica funzione sociale definita da una legge regionale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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